Il 15 giugno alle ore 19.00 nella Galleria MassenzioArte verrà inaugurata la mostra fotografica dell’artista romano Maurizio Chelucci intitolata “Sabbiografie”, curata da MassenzioArte ed Alessandro D’Ercole.
L’artista che ora collabora con gallerie e riviste, in passato si occupava di reportages di viaggi in Europa ed Africa, di realizzazioni di mostre e manifestazioni, scrivendo anche un manuale di fotografia.
L’esposizione, come l’ artista stesso afferma, è ispirata alle miniature da salotto dei giardini zen che i giapponesi disegnano sulla sabbia.
L’idea è quella di fissare attraverso l’occhio meccanico la materia evanescente e mutevole quale è di fatto la sabbia: un elemento naturale capriccioso e capace di dar vita a forme sempre diverse.
Lo spettatore può ammirare le foto disposte sulle pareti della sala, ed ascoltare una gradevole musica di sottofondo che crea un’atmosfera ancora più coinvolgente. L’esposizione è suddivisa in tre grandi temi: i Giardini, le Forme, i Graffiti, passando da impressioni tribali, a trame e simmetrie che ricordano le vedute aeree dei campi arati, a tratti semplici, apparentemente creati dalle mani di un bambino.
Gli strumenti di lavoro principali che l’autore utilizza, oltre all’obiettivo della macchina fotografica, sono molto semplici: un pettine, una penna, un righello e naturalmente le mani.
Chelucci stesso, durante l’incontro avvenuto il giorno dell’inaugurazione della mostra, ha ribadito l’essenzialità dei mezzi utilizzati.
La scelta della pellicola in bianco e nero non è casuale. I movimenti della sabbia, le sue innumerevoli forme sono esaltate dal gioco di luci e ombre scelte dall’occhio dell’artista.
La possibilità di creare figure e composizioni su un materiale duttile come la sabbia era interessante e la fotografia è stato il mezzo per fissare un lavoro di per se evanescente, e dargli vita nel tempo.”
L’esposizione è formalmente suddivisa nei tre grandi temi soggetti facenti parti della ricerca: I Giardini, Le Forme i Graffiti.
I Giardini sono il richiamo agli zen rock garden, miniature da salotto dei giardini zen Giapponesi, ed ispirati alla loro cultura, ma non è che il punto di partenza per trovare vedute aeree di campi arati o modellati dal vento, simmetrie e trame che ricordano le geometrie degli acrilici aborigeni.
Le Forme sono l’astrazione più pura delle foto dove luci, ombre e forme creano immagini che sembrano e non sono evocano e rinnegano impressioni.
Infine i Graffiti tratti che ricordano i disegni dei bambini o incisioni primordiali, spazi contenitori di storie senza fine e senza fini”.
Vai alla: presentazione della mostra
Vai al : sito dell’autore
Dopo oltre quattro anni di stop, il Museo della Moda di Palazzo Pitti riapre integralmente con un nuovo allestimento, che…
Il giovane artista brasiliano Ilê Sartuzi ha sottratto un’antica moneta d’argento da una teca del British Museum, per restituirla nella…
Persone senza fissa dimora diventano protagoniste di una mostra grazie alla forza della pittura: il progetto di Michele Bellini fa…
Una nuova esposizione permanente per raccontare la lunga storia di Palazzo Reale di Napoli che, con il Belvedere riaperto e…
Arriva l’estate e tornano anche i festival: oggi vi presentiamo Nextones, il festival multidisciplinare che porta la sperimentazione artistica nelle…
Ben cinque piani nel cuore di Tribeca e una mostra che mette in dialogo gli artisti (sono quasi 50 nomi)…