Una breve presentazione del vostro spazio
Si tratta di un grande loft creato col recupero di una struttura degli anni trenta, che fungeva da deposito di granaglie. Esternamente sono stati conservati i mattoni a vista; lâinterno, in legno e mattoni bianchi, ha unâarea soppalcata a ballatoio.
Quando avete iniziato ad interessarvi di fotografia?
Ho cominciato a lavorare con la fotografia negli anni 70, come reporter in un quotidiano negli anni 80, ho collaborato con la Condè Nast, in qualità di fotoreporter e pubblicista.
Nel 1988 ho cominciato ad esporre i lavori di giovani fotografi nel mio studio, trasformandolo pian piano in galleria.
Commercializzare la fotografia in Italia è ancora un lavoro da pionieri, come vi siete organizzati per andare incontro ad un mercato cosÏ giovane?
Ho cercato in questi anni di formare nel pubblico bolognese una sensibilitĂ nei confronti della fotografia.
Ho chiamato docenti universitari a tenere lezioni di Storia della Fotografia. Siamo unâassociazione culturale senza fini di lucro, quindi non ci siamo fino ad ora preoccupati dellâaspetto commerciale.
Penso però che oggi i tempi siano maturi per creare un mercato anche in Italia, sullâesempio degli Stati Uniti, della Francia e dellâInghilterra.
Avete preferenze o specificitĂ sul tipo di materiale che trattate (b/n, colore, vintage, stampe ai sali dâargento, digitale, etc.)
Rispetto ai materiali vigevano fino a poco fa regole molto rigide, che stanno saltando per lâavvento del digitale. Una volta i musei accettavano solo stampe a colori Cibachrome (sostituito poi dallâIlfochrome), perchĂŠ era lâunico materiale che garantiva una durata nel tempo. Le stampe in bianco e nero
âal platinoâ o ai sali dâargento âvirati al selenioâ dei primi dellâ8OO sono rimaste sostanzialmente inalterate fino ad oggi e lo resteranno ancora a lungo se conservate in modo corretto; in futuro si troverĂ il modo per conservarle per sempre.
Lâavvento del digitale ha sconvolto le cose e non sono in grado di dare un giudizio sugli innumerevoli materiali in commercio, troppo recenti per valutarne la durata
Chi lâacquirente tipo?
Lâacquirente tipo è il collezionista dâarte che ha cominciato, sullâesempio dei musei e delle biennali, ad occuparsi di fotografia. Generalmente in questo caso compra un ânomeâ famoso.
Nel mondo dellâarte, come nella moda, la âfirmaâ è un valore, come lo era il sigillo del vescovo nel Medioevo quando furoreggiava il commercio delle reliquie (questa è unâosservazione di Ermanno Cavazzoni che mi ha divertito molto e che cito volentieri).
I giovani invece si avvicinano alla fotografia senza pregiudizi e comprano ciò che piace loro, ciò che è bello tenere appeso in casa.
Quali sono gli artisti che rappresentate?
Tra i fotografi che espongo posso citare : Flavio Favelli, Manuel Dallerba, Davide Tranchina, Roger Ballen, Clemens Kisselbach, Inge Feltrinelli, Yoshie Nishikawa, Jack Spencer, Agata Osti, Andrea Degli Esposti, Elisa Pavan, Luca Capuano, Alice Fiorilli, Alicia Erba, Marco Sanges ecc
Cosa propone il vostro spazio a chi decidesse dâinvestire meno di mille euro per avvicinarsi alla fotografia?
Il mio consiglio a chi vuole investire in fotografia senza grosse spese, è di comprare opere di giovani seguendo il proprio istinto.
Se un autore appassiona significa che avrĂ la forza per imporsi. Raccomando però ai neofiti del collezionismo fotografico di controllare che le opere siano titolate e firmate dallâautore e numerate se fanno parte di una tiratura. Devono inoltre recare la data di ripresa e quella di stampa se diversa.
Buona norma è richiedere alla galleria unâautentica che riporti le misure e una breve descrizione dei materiali usati.
Solo nel caso di foto dâepoca (vintage) la firma non è richiesta, perchĂŠ fino agli anni settanta i fotografi non usavano firmare le opere, se non nei casi, molto rari allora, di mostre; le timbravano invece con timbri a secco o a inchiostro.
Sono tanti i giovani autori che cercano spazi per entrare nel mercato, quale strada seguire?
Ai giovani fotografi consiglio di presentarsi alle gallerie o ai critici con dei progetti e non con delle generiche âbelle fotoâ. Devono cioè dimostrare di lavorare secondo unâidea che rispecchia una visione originale e autonoma del mondo.
Sappiamo tutti che organizzare una esposizione non è facile, accordi, disaccordi, imprevisti dellâultimo minuto, qualche aneddoto?
Uno per tutti. Dopo aver lavorato giorni per scegliere da un vasto archivio le foto da esporre, arrivati finalmente alla conclusione, lâartista ha estratto un pendolo e fattolo oscillare sulle immagini ha esclamato: Ma queste non hanno energia!!! Tutta la mostra è stata cambiata.
La vostra ultima mostra di fotografia?
âGeografieâ. 4 personali di: Luca Capuano, Manuel Dallerba, Marco Sanges, Silvia Sgualdini a cura di Viviana Gravano.
La vostra prossima mostra fotografica?
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