La retrospettiva curata da Filippo Maggia alla Fondazione Querini Stampalia si inserisce in un fitto programma di iniziative legate a Venezia Immagine, progetto che culminerà con la 3a edizione del Salone della Fotografia ai primi di marzo. In verità a Filippo Maggia si deve rendere il giusto merito per aver curato l’intero programma che ha portato in laguna uno splendido Araki ed un nutrito gruppo di artisti promosso dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo nell’ambito del laboratorio “Da Guarene all’Etna”. Se l’anno scorso il Salone della fotografia veneziano aveva suscitato non poche perplessità, quest’anno gli auspici non potevano essere migliori grazie ad un notevole sforzo organizzativo e l’illuminata opera di Maggia.
Alla Querini si va per vedere una delle 2 sedi della mostra di Araki e si esce innamorati di Singh, di quei 43 scatti realizzati nell’arco di un periodo lungo, dal ’75 al ’97, dai quali emerge un universo nuovo e sconosciuto, visto attraverso l’obiettivo di un uomo dalla personalità fortissima e dalla grande capacità analitica, che sa unire all’attenzione per il dettaglio più minuto la sintesi quasi esemplare di accadimenti di natura diversa, eppure ugualmente intensi e verissimi. Ci sono i momenti topici dei riti di una religione antica e radicata e quelli della quotidianità solo in apparenza insignificanti, ci sono i colori, i volti, i gesti di un popolo fiero e legato alla propria identità e tradizione, ci sono le tracce evidenti di una modernità che avanza, invocata e temuta insieme.
Forse è il rigore del metodo uno dei maggiori pregi di Singh: nelle sue foto sono evidenti l’attenzione maniacale al bilanciamento dei volumi, la distribuzione degli spazi sulla scena e l’abilità nel raccordare tutto ciò in impianti prospettici sempre inediti. I colori accesi risultano talora elementi di grande importanza in un’ottica geometrica, ma l’abilità dell’artista nel rifuggire gli schemi è chiaramente mostrata in altri lavori, impostati in una dinamica chiaroscurale o addirittura monocroma, nei quali si esalta l’ispirazione spirituale.
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