Fino al 15.VII.2001 Fotografia sperimentale in un’installazione Cavezzo, ex-Discount Luppi

Si è inaugurata il 9 Giugno la terza edizione della serie di iniziative intitolate “Luci e Tracce”, workshop, seminari e incontri dedicati alla fotografia sperimentale a cura di Nino Migliori. L’ artista Nino Migliori è conosciuto per i suoi audaci esperimenti di fotografia: fotogrammi, pirogrammi, immagini di polaroid manipolate…
A Cavezzo, in questi giorni, trasmette la sua ricca capacità di coinvolgere gli altri: fino ad oggi piú di 400 persone hanno visitato la mostra, questo a conferma dell’interesse che suscitano queste iniziative,
marginali rispetto ai grandi centri, e che permettono alle potenziali espressività di essere conosciute.
I cataloghi e le mostre sugli esperimenti delle “Ossidazioni” (1997) e dei “Fotogrammi” (1999) hanno preceduto l’esposizione attuale degli esperimenti
del “Bleaching”, eseguiti nel terzo workshop della serie “Luci e tracce”. Il Bleaching (in inglese: sbiancatura, candeggio) è una tecnica manuale che
permette di sciogliere, con liquidi chimici, gli strati emulsionati della stampa a colori, alterando cosí i colori in modo che l’immagine originale venga trasformata in una nuova visione, unica, della stessa foto. Si tratta
di una tecnica sperimentata da Migliori a partire dagli anni Settanta e, in questa occasione, riproposta come riflessione che investe sia la teoria che la pratica della fotografia, aprendo ricerche autonome dei partecipanti:
Rosa Maria Albino, Carlo Brisotto, Roberto Conz, Alessandro Fontanesi, Franco Gavioli, Katharina Hausel, Mataro, Rossella Merighi, Pierpaolo Pagano, Damiano Pivetti, Roberto Roli. L’allestimento della mostra appare in una veste particolarmente fantasiosa, come una rielaborazione del tema: la fotografia recuperata in una nuova forma creativa. In questa occasione (l’allestimento è di Baraldi, Barbaro, Fattori, Fontanesi, Gavioli, Merighi, Panzetti, Pivetti, Roli) le fotografie vengono esposte negli spazi dell’ex Discount Luppi con una “scenografia” degli ambienti che rimanda al “dopo alluvione”: sui muri testi di bollettini e cronache meteorologiche (messi a disposizione da Meteo Italia), manoscritti, fotografie manipolate come immagini salvate da
un disastro. Gli spazi sono scanditi da sacchi del Genio Civile (gli stessi usati per rinforzare gli argini). Sempre all’interno è stata montata una tenda dove si possono vedere i video sui lavori preparativi dell’allestimento e dei workshop. La mostra è accompagnata da un catalogo di Paolo Barbaro con alcune delle immagini esposte accompagnate da un testo critico molto puntuale.
L’iniziativa è promossa dal Comune di Cavezzo, patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna, realizzata con la partecipazione di Freaks – circolo culturale e di Circolo Fotografico Cavezzo.

Gilda