Il progetto Henri Cartier-Bresson Fotografo, presentato dall’Assessorato alla Cultura e Musei del Comune di Milano in collaborazione con Contrasto, è stato messo a punto con Magnum Photos e Robert Del pire, primo e storico editore di Cartier-Bresson e suo grande amico. E’ un’esposizione di straordinario valore sia per la raccolta di materiale, ben 155 immagini in bianco e nero raccontano l’intero percorso fotografico del grande maestro francese, sia e soprattutto per la scelta tematica e ragionata delle foto in mostra. Come spiega Agnès Sire, responsabile dei progetti culturali di Magnus Photos, i capolavori del maestro novantaduenne non sono stati disposti secondo il tradizionale ordine cronologico ma seguendo un percorso narrativo diviso in due grandi sezioni: paesaggi e foto commentate. La novità dell’allestimento sta nella pretesa di richiamare continuamente l’attenzione del visitatore sulle tematiche di fondo della poetica di Cartier-Bresson per il quale, tra le tante idee, “fotografare è un modo di vivere”. La disposizione delle fotografie, coadiuvata da un ottimo uso delle luci, consente allo sguardo di stendersi sulle immagini e di frazionarsi su ciascuna di esse come se la galleria fosse una gigantesca pellicola composta da momenti fissati in tanti fotoreportage.
E’ noto che il maestro francese intende il reportage anche come genere letterario dotato di due elementi solo apparentemente contrapposti: la compressione (in una sola foto sono contenuti vari elementi) e l’estensione (una sequenza di immagini). Scrive Henri Cartier-Bresson: “Il reportage è un’operazione progressiva della testa, dell’occhio e del cuore per esprimere il problema, fissare un evento o delle impressioni. Un evento è tanto ricco che gli si gira attorno mentre si sviluppa. Si cerca la soluzione. A volte la si trova in pochi secondi, a volte ci vogliono ore o giorni. Non c’è soluzione standard, non ci sono ricette, bisogna essere pronti come a tennis (…) non c’è nessun sistema, se non farsi dimenticare”. La prima delle due sezioni è stata finora presentata, parzialmente, solo in Giappone. Si tratta di una rassegna inedita, ora a Milano in prima mondiale, di 105 foto, 20 grandi (75 x 110) e 85 piccole (50 x 65), che occupano la prima sala dell’Arengario e parte della seconda. Da osservare il fatto che nella produzione dell’illustre fotografo il tema del paesaggio occupa, già a partire dagli anni ’30 sino alle foto del ’99, un ruolo centrale. A grandi linee si possono individuare tre delle tematiche dedicate al paesaggio: l’osmosi foto – natura, l’intervento dell’uomo sul paesaggio, il paesaggio come meditazione, come forza che attira, che congloba. La seconda sezione, chiamata “Immagini e parole”, comprende una selezione storica delle “foto commentate” con le “didascalie” di grandi nomi di tutte le arti; da Leonardo Sciascia, Ferdinando Scianna, Alessandro Baricco, Antonio Tabucchi, Jim Jarmusch, Milan Kundera, Arthur Miller, Francis Bacon, Robert Doisneau, Pierre Boulez, Claude Roy, Andrei Konchalovski, Roberto Matta sino ad André Pieyre de Mandiargues di cui si riporta il commento per esteso alla splendida fotografia intitolata Mexico, 1934: “Il ragno d’amore; come mi sono divertito a intitolare questa affascinante immagine, ci offre due belle lesbiche americane colte sul fatto a loro insaputa, credo; secondo il metodo dell’Henri Cartier-Bresson che non fa che delle istantanee. Qui tutto è velato, tranne l’essenziale e le buone abitudini sono rispettate in nome dell’erotismo più spinto. L’occhio del guardone può indugiare in tutta innocenza che soavità!”.
Henri Cartier-Bresson Fotografo è evento eccezionale; le foto scelte sono immagini che continuano a rivelare al mondo la straordinaria arte senz’arte di un autore considerato il riferimento per generazioni di fotografi.
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Ma c'è ancora qualcuno al mondo che non sa raggiungere Piazza Duomo?
Questi paroliberi di Exibart si permettono anche di cambiare il nome agli spazi espositivi della Capitale Morale !!!
Arengario Piazza Duomo? E' un nuovo spazio espositivo? Una galleria? O si tratta, come dice tutta la carta stampata, del noto Palazzo dell'Arengario in Piazza Duomo? Ragazzi!?!
Milano capitale morale????? e decché?????? di tangentopoli? della lega nord???? di via corelli????
Che polemica .... a mio avviso le critiche servono se sono costruttive .... non così acide.
Cavalchiamo l'asino tutti insieme?
A parte le polemiche che non riguardano la fotografia.... Come sempre molto emozionanti le foto di Cartier-Bresson, mentre Salgado avrà anche avuto un grande successo di pubblico ...ma evidentemente erano tutti accecati dal nome e dal battage publicitario che hanno preceduto la mostra. le fotografie presentate di Salgado (indubbiamente un grande maestro) erano assolutamente mediocri, stampate malissimo e senza alcun significato.
I curatori italiani delle "grandi mostre" dimostrano ancora una volta di essere solo capaci di cavalcare l'asino del successo assicurato. Manca il coraggio di mostrare cose e artisit nuovi! Manca il coraggio di proposte anche rischiose....