Capita raramente di trovarsi all’ingresso di una mostra con un presidio militare così imponente. L’evento è organizzato dall’ambasciata degli Stati Uniti d’America, e all’inaugurazione sono presenti l’ambasciatore degli Usa, il presidente del senato Pera, il vice sindaco e l’assessore alla cultura del Comune di Roma.
E’ necessario allontanarsi dal “mucchio” per guardare le opere. Le foto sono belle, in alcuni casi bellissime. Bisogna dimenticare la forma di ciò che si vede e concentrarsi esclusivamente sui contenuti? Lo scopo della mostra sembra proprio questo: ricordare, commemorare, non dimenticare. Ma…
Joel Meyerowitz (New York, 1938, attivo dal 1962) non e un fotografo di cronaca, ma principalmente un paesaggista, un fotografo di strada, uno di quelli che non racconta i fatti, ma le storie, uno che ama osservare e riprendere il mondo che ha intorno. Joel è stato praticamente l’unico fotografo ad avere libero accesso a Ground Zero durante i lavori di scavo, con il preciso obiettivo di documentare la tragedia e di conservare gli scatti nella collezione del Museum of the City of New York.
Le foto offrono diversi livelli di lettura. Da una parte il fatto, l’osservazione cruda di ciò che è e che è stato, ma quello che si vede non è un semplice documento, un freddo resoconto.Alcune immagini travalicano l’immaginazione.
I colori, i tagli, la forma, tutto raggiunge il massimo livello comunicativo; nel rispetto di quelle leggi non scritte che fanno la differenza fra una “semplice” immagine di reportage e un’opera d’arte. Ed è forse questo che turba maggiormente: l’opera d’arte vive ed ha origine da un dramma, e per quanto le relazioni fra arte e tragedia possano essere argomenti vecchi e discussi, la cosa non lascia indifferente.
Se lo scopo della mostra è far riflettere e ricordare, direi che l’obiettivo è ampiamente raggiunto. C’è poi il “valore aggiunto”, dato dalla bellezza che va oltre il contenuto.
La mostra è stata voluta dall’ufficio per l’Istruzione e la Cultura del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti in collaborazione con il Museo della città di New York ed è stata inaugurata in contemporanea in 20 città di tutto il mondo.
articoli correlati
Afganistan fermo immagine
Immagini di un giorno che ha cambiato il mondo
Le immagini del disastro in mostra a Roma
link correlati
Joel Meyerowitz
Il sito della manifestazione
Maurizio Chelucci
vista l’11 marzo ’02
Carmine e Celestina sono due "scugnizzi" che si imbarcano su una nave per l'America. La recensione del nuovo (e particolarmente…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…
Si intitola “Lee and LEE” e avrà luogo a gennaio in New Bond Street, negli spazi londinesi della casa d’aste.…
Un'artista tanto delicata nei modi, quanto sicura del proprio modo d'intendere la pittura. Floss arriva a Genova in tutte le…
10 Corso Como continua il suo focus sui creativi dell'arte, del design e della moda con "Andrea Branzi. Civilizations without…