Chi sono Wilhelm Von Gloeden e Diego Mormorio, e cosa hanno in comune? Fotografo il primo, saggista e storico della fotografia (nonché fotografo) il secondo; oltre alla evidente passione per quest’arte hanno in comune la terra. La terra di Sicilia, la sua luce, i suoi paesaggi, la sua gente.
Von Gloeden, come si immagina facilmente dal nome, è di origine tedesca, ma a causa della tisi decide (sotto consiglio del proprio medico) di andare a vivere in un paese più caldo, e la scelta cade su Taormina. Una terra, e della gente, che non faranno rimpiangere le sue origini. Non andrà più via se non durante la prima guerra mondiale.
I lavori di Von Gloeden rappresentano la ricerca delle origini, l’amore per il gusto classico dell’antica Grecia: bellezza ed armonia. Questa passione gli fu riconosciuta a livelli internazionali con premi, onorificenze ed un radicato collezionismo. Inizialmente erano paesaggi o momenti di vita contadina, ma furono i suoi nudi di giovani ragazzi in ambientazioni mitologiche a prendere sempre più spazio. Omosessuale dichiarato, non ebbe grossi problemi; rispettoso della gente e ben integrato nella realtà di Taormina, pagava i giovani per posare per lui. Solo con l’avvento del fascismo, e successivamente alla sua morte, parte del suo archivio fu distrutto a causa della bieca ristrettezza mentale di qualche pretore troppo zelante.
Non sapremo mai se il contenuto di quelle immagini fosse realmente “pornografico”, ma di certo quello che è arrivato fino a noi è solo la rappresentazione di immagini poetiche, nudi che mantengono tutta la semplicità e l’armonia che un giovane può trasmettere. E questa è la sensazione che danno le opere in mostra alla Minima Peliti, una raccolta di ritratti che rappresentano al meglio il suo pensiero.
Ad accompagnarci nel mondo di Von Gloeden, quasi raccontando una favola, ci pensa Diego Mormorio con i suoi tre racconti riuniti per l’occasione in un libro che fa rivivere il fotografo e la Taormina dell’epoca.
Mormorio, da bravo storico, racconta con dovizia di dettagli i momenti salienti della vita di Von Gloeden. Non è una ricerca sterile o un saggio, ma un piccolo romanzo realizzato attraverso uno approfondito studio biografico. Tutto, o quasi, è reale, fedele, perché per Diego non si può scrivere senza un’approfondita documentazione. Una passione che lo ha spinto a scrivere diversi libri sulla fotografia e sui rapporti tra letteratura e fotografia, oltre a presentare numerosi volumi sulla storia delle immagini sul paesaggio.
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