Fino al 24.II.2001 | Ed van Der Elsken | Milano, Galleria Carla Sozzani

di - 11 Febbraio 2002

Dal basso, dove la saletta ammezzata guarda, talvolta, tableaux-installazioni, si ricordano i lavori di Kris Ruhs, le serie, piccolissime, di medie dimensioni, black & white, del photographer – filmmaker Ed Van Der Elsken (Amsterdam 1925 – Edam 1990). Enfant terrible della Dutch fotografia si definiva un fotografo vagabondo. Da Amsterdam a Parigi (1950-1954), quindi di nuovo in Olanda (1954-1971), in Africa Centrale (1957), e in lunghi viaggi per il mondo (1959-1960). L’oriente in particolare, Hong Kong, Tokyo, rapinando espressioni, i volti della yakuza, la mafia giapponese. E’ la vita/fotografia di chi scatta around, intorno alle esistenze, la propria e quella identificata, personificata attraverso la gente, le persone riprese. La sua vita di famiglia, di lovers, la vita delle foto-scene jazz di Amsterdam, la vita della Ville Lumière. Nel quai gauche, a Saint Germain des Prés, dove contatta i giovani-contro; provocatori antiborghesi, frequentatori della rive, alcuni scrivono, altri dipingono, altri ballano in locali notturni. Li segue, nei bistrot, nei locali, ricopiando quelle atmosfere, trascrivendo quegli sguardi, riflessi baciati sugli specchi, Love on the left bank, Vali Meijers, Paris, 1953 , amanti, sui loro sorrisi, Boy and Girl smiling on the street, Amsterdam, 1962, va per le strade circondando con la camera le perplessità dei sentimenti, Vali standing behind sitting boy in a café, Paris, Saint German des Près, 1953. Si rivedono gli sguardi romantici, voraci, dissacratori, di chi si innamora dei drunkards, gli individui senza casa, le gioventù disoccupate, di chi vive sui boulevards, dormendo nei parchi, dove capita, fumando hashish, ascoltando jazz. Pubblicate in Liebe in Saint Germain des Près (Love on the Left Bank, 1956), le sue immagini diventano trascrizioni, foto-diari di esperienze ed emozioni. Lettere e foto, scritte in bianco e nero. Così le foto-pellicole, in sequenze parallele, molto piccole, costruiscono coreografie e alfabeti; con Image story of making the alphabeth di Anton Brake, Amsterdam 1970 ca. le pose dei corpi nudi di boys and girls, singolarmente, compongono scene letterarie. Sono vintage, stampe a contatto, scatti numerati, costruiti su pellicole Kodak, safety film e tri x pan film. Il suo scopo era trovare un percorso fra i due mezzi. Eclettico, quindi, degli strumenti e degli usi, le sue pellicole echeggiano i temi delle sue sequenze fotografiche e sono state fatte in parallelo con loro. Nel 2000 il museo di Wolfsburg di Kunst, gli dedica, appunto, l’esposizione la vita/fotografia e la pellicola dolci 1949-1990 Germania, 2000). Una mostra a 360°, fotografie, pellicole, libri, con proiezioni di diapositive in suono-e-visione, Tokyo Sinphonie, e la presentazione dell’ultimo lavoro video, bye. Realizzato con la moglie Anneke van der Elsken-Hilhorst fra il 1988 e il 1990 – durata 1 h 48 min, tecnica u-matic and betacam, and 16 mm film, colour and black and white – è una documentazione degli ultimi 27 mesi di vita dell’artista, dopo la diagnosi di cancro. Una ricostruzione vita/video attorno al suo proprio morire. Utilizza le macchine, fotografica e da presa, riflettendo su differenze e parallelismi; le foto Stretview, boy helps girl knotting her bluse, Amsterdam 1956 e A racing Ricksha and one person walking. Hong Kong 1960, improntano la gente on the road; movimenti, passaggi, rotazioni, rilasciano un effetto, una percezione filmica; fermano gli occhi su di loro facendo trasparire i moti precedenti, raffreddati, immobilizzati dagli scatti. Immobile e sospesa, una luce biancastra, avvolgente, si mescola fumosa al grigio più scuro; al centro, apparendo staccata dall’esplosione morbida della nebbia, apparentemente altra dallo sfondo, Female nude standing, Amsterdam 1965; si notino le chine nere, sottili, disegnare e scrivere numeri, sul viso I, II, III, IV, V, sui capelli g, f, h, a, b, c, sullo sfondo, a, b, c, d, e. Da tener presente, da ultimo, le grafie della foto Nude comple, she sitts on his lap, embraci, 1966; ri-scrive lavorando raffinati ritocchi, chine bianche in margine ai corpi, realizzate alternando tratteggi a linee continue.

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ED VAN DER ELSKEN
Kunstmuseum Wolfsburg

Tullio Pacifici


Fino al 24/II/2002: Fotografie. Ed van Der Elsken
Galleria Carla Sozzani
Corso Como 10 – Milano
Tel. 02.653531 – fax. 02.6592015
e-mail:
info@galleriacarlasozzani.com
orari
martedì, venerdì, sabato, domenica, ore 10.30 – 19.30
mercoledì e giovedì, ore 10.30 – 21.00
lunedì, ore 15.30 – 19.30
ingresso libero
Mostra realizzata in collaborazione con Contrasto

Cataloghi disponibili
Eye Love You, Ed van Der Elsken, 1977
Fotografie + film, 1949-1990, Ed van Der Elsken, 2000
Hong Kong, 1997
Paris! Fotos 1950-1954
Love on the left bank, 1999

Ed van Der Elsken libri
Love on the left bank, 1956; Bagara, 1958; Jazz, 1959; Sweet life, 1966; Eye Love you, 1977; Hello!, 1978; Amsterdam! Old photos, 1947-1970, 1979;
Adventures on the countryside, 1980; Paris! Photos, 1950-1954, 1981; Amsterdam?, 1984; Are you famous?, 1985; Young Holland: Adorable bastards’, 1987; The discovery of Japan, 1988; Once upon a time, 1991; L’amour!, 1995; Honk Kong, 1997; Long live me!, 1997; Fotografie + film, 1949-1990, 2000.

Ed van Der Elsken films
Hands 1960, 5 min, 16 mm black & white; Karen Happel, componist korte versie, 1961, 4 min, 16 mm black & white; Dylaby 1962, 10 mm, 16 mm black & white; Welkom in het leven, lieve kleine 1963, 36 min, 16 mm black & white; Het Waterlooplein verdwijnt 1967, 12 min, 16 mm black & white; De verliefde camera 1971, 43 min, 16 mm black & white; Death in the Port Jackson Hotel 1972, 36 min, 16 mm colour; Avonturen op het land 1980, 1 h 19 min, super 8 colour; Een fotografa filmt Amsterdam korte versie, 1982, 10 min, 16 mm colour; Bye 1990, 1 h 48 min, video, u-matic and betacam, and 16 mm film, colour and black and white.


[exibart]

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