Nonostante sia giovanissima (classe 1974), quest’artista napoletana ha già fatto parlare di sé: vincitrice della X° edizione della Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo (2000) per l’Area Arti Visive, Barbara è stata premiata anche al Festival Foto, la prestigiosa manifestazione per la fotografia che si tiene annualmente a Savignano.
Il suo lavoro recupera le tecniche tradizionali del dagherrotipo o ne simula i risultati attraverso la stampa su plotter. L’artista realizza ritratti in b/n su superficie argentea, utilizzando per i personaggi pose e posture classiche.
Spettri: Balzac sosteneva che ogni corpo è composto di sovrapposizioni infinite di spettri e che la fotografia ne staccava uno, fissandolo sulla lastra. Ma la cosa più importante è che Balzac aggiungeva che il corpo fotografato perdeva, di fatto in questa operazione, una pellicola, una parte della sua essenza.
A questa luce o, meglio, a quella luce che impressiona le lastre di Barbara, non resta dunque che attribuire la capacità di fissare entità, pellicole staccate da esseri viventi e, dunque, esseri viventi esse stesse.
Qual è l’immagine che Barbara vuole esibire? Quella reale, l’unica possibile: “Apparenze” appunto, come il titolo della mostra, come “cose che appaiono”, che si mostrano come sono realmente.
E cosa vediamo noi? Uomini di estrazione diversa, ben vestiti oppure no, tutti composti e posati ma, soprattutto, vediamo volti. E sono volti-mummia, volti-gabbia, volti-clown, volti-teschio. Vediamo cicatrici e mostruosità. Vediamo dannazioni e sofferenze, morte e malattia.
Sul book dei visitatori qualcuno ha lasciato un messaggio: “Barbara HA Ragione: siamo veramente così…”.
Apparenza ed interiorità, dentro e fuori: Barbara maschera i suoi personaggi per smascherarne la loro vera essenza, fa affiorare sui volti la vera immagine (ricordate Kafka, ricordate Gogol), svela le illusioni, toglie di mezzo ipocrisie e finzioni costruite dall’uomo per nascondersi nella doppiezza, per apparire ciò che non si è, per sembrare, assomigliare a qualcuno o a qualcosa d’altro da sé.
“Così è se vi pare” diceva Pirandello; “come ap-pare così è” dice Barbara La Ragione.
E così l’uomo guarda se stesso nelle foto dell’artista, percorre in silenzio la lugubre galleria di cornici funeree, riflette: e lo shock, con la sua carica di cinica e spietata ironia, è servito.
Articoli correlati:
Festival Foto di Svignano (2001)
X Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo (2001)
Alfredo Sigolo
Lungo la passeggiata sul Rio Gambis, a Cavalese fino al 29 settembre, sei grandi opere di Antonella De Nisco raccontano…
La proposta culturale della Fondazione Musei Civici di Venezia si estende nell'entroterra, trasformando Mestre in un nuovo polo culturale
Il direttore creativo Francesco Dobrovich ci racconta la settima edizione di Videocittà, il festival che anche quest’anno accende la più…
Nella suggestiva Maison a Saludecio, Casati e Archivio Paolini, fucine del Rinascimento Culturale italiano per la tutela del patrimonio contemporaneo…
Intervista al Consigliere d’Ambasciata Marco Maria Cerbo, che ci ha raccontato la storia dei siti Unesco, dei panda cinesi e…
A Siena, la galleria Fuoricampo, il Museo di storia naturale e l’orto botanico sono le sedi di una mostra diffusa…