“Un
fotografo anomalo”, afferma
Delogu, “uno dei più grandi pensatori della fotografia. L’ho conosciuto
proprio per il suo ruolo di direttore della Scuola di Yale, solo dopo ho
scoperto il suo lavoro fotografico. Mi ha colpito molto il libro su Central
Park. In realtà avrei voluto un superamento della contrapposizione tra street
photography e topography, ma quando Tod è arrivato a Roma questo superamento è
stato più difficile, perché è stato letteralmente travolto dalla città. Ha
fatto una Roma in totale libertà”.
L’internazionalità del festival romano, giunto quest’anno
al nono appuntamento, è fin dai suoi esordi una vera e propria vocazione:
ricordiamo in passato la presenza dei vari Josef Koudelka, Graciela Iturbide, Don McCullin, Guy Tillim, Martin Parr, Raghu Rai, Olivo Barbieri… Grandi maestri che a Roma,
attraverso incontri e lecture, hanno interagito con un pubblico che è cresciuto nel
tempo, scoprendo o consolidando l’interesse per la fotografia.
Dopo la passata edizione sul tema della gioia, un po’
sottotono per questioni politico-gestionali (penalizzata da tempi organizzativi
limitatissimi, stipata in una porzione di Palazzo delle Esposizioni e costretta
a convivenze imbarazzanti), benché nutrita da presenze autorevoli, prima fra tutte
Nan Goldin,
quest’edizione di FotoGrafia s’intitola Futurspectives e annuncia parecchie novità.
Intanto la nuova sede espositiva al Macro Testaccio, con
la piena collaborazione del direttore Luca Massimo Barbero e lo slittamento
temporale dalla primavera all’autunno (con una parziale sovrapposizione con FotoLeggendo, altro consolidato evento della
capitale dedicato all’arte fotografica); di contro un budget ridotto a 250mila
euro (Iva esclusa…) e l’urgenza di riformare una squadra di lavoro, in seguito
alla recente soppressione di ZoneAttive, società del Comune di Roma che
produceva il festival, e il passaggio del testimone a Zètema.
Notevolmente ridotto il circuito off del festival,
dispersivo a detta del direttore e non sempre di qualità, rafforzato piuttosto
il coinvolgimento delle accademie e degli istituti stranieri, in particolare
American Academy, Villa Medici-Accademia di Francia e
Reale Accademia di Spagna con i lavori di numerosi artisti, tra cui Agnes
Geoffray, Philippe
Gronon, Leonie
Purchas,
Carlos Albalá e Ignasi
López.
Roma è l’unica città
al mondo in cui siano presenti così tanti istituti, eredità del Grand Tour.
Quanto al Premio IILA FotoGrafia per la
giovane fotografia sudamericana, l’ospite è José Manuel Castrellón, vincitore con Impero
del sole della passata edizione; sempre in argomento di premi, esposto
nello stesso contenitore del Macro Testaccio (è ospitata in anteprima anche la
nuova produzione del Mese Europeo della Fotografia, Mutations 3 – Public
Image, Private Views, a cura di Emiliano Paoletti), il progetto Ecclesia sulle chiese rurali
in Africa Occidentale di Giuliano Matteucci, vincitore del Premio
Baume & Mercier 2009.
Ma, soprattutto, intorno a Futurspectives – “un
tema di ragionamento, e non esclusivamente visivo, all’interno di una serie di
discipline che hanno a che fare con l’arte”
– si sono confrontati i tre curatori internazionali (selezionati con bando
pubblico e in carica per un triennio), che si affiancano al direttore
artistico.
Questa è la novità sostanziale della nona
edizione di FotoGrafia: curatori che si ritrovano a riflettere, ognuno
nell’area specifica, sulle possibili risposte alla complessa domanda: “Può la fotografia
interpretare il futuro?”.
Risposte aperte, ovviamente, in cui confluiscono fantascienza,
tecnologia, letteratura… Come quella dell’inglese Paul Wombell, curatore per il
settore fotografia e arte contemporanea di Bumpy ride, collettiva che riunisce autori
contemporanei (Peter Bialobrzeski, Sonja Brass, Cédric Delsaux, Jill Greenberg, lkka Halso, Mirko Martin e O Zhang), portavoce di una visione utopistica che sconfina nel
fantascientifico.
Alla nostra Valentina Tanni, invece, il compito di
esplorare la relazione fotografia/new media, con la sua mostra Maps and
legends (Marco
Cadioli, Martijn
Hendriks, Justin
Kemp, Jaime
Martinez, Filippo
Minelli, Sascha
Pohflepp, John
Rafman, Phillip
Toledano, Harm
Van den Dorpel e Carlo
Zanni), mappatura
di un territorio in progress che attinge anche al mondo virtuale del web.
Infine, il francese Marc Prust con la mostra Unpublished
– unknown
presenta una selezione di lavori ancora inediti, ponendosi allo stesso tempo la
domanda se sia possibile affermare che una fotografia che non è stata vista da
nessun altro, al di fuori dell’autore, possa esistere.
Tra una domanda e l’altra le aspettative ci sono, eccome,
anche se “c’est difficile…”, come ripete Delogu, che punta a una grande edizione
2011 per festeggiare i primi dieci anni di FotoGrafia – Festival
Internazionale di Roma.
Il
Premio IILA
manuela
de leonardis
dal 23 settembre al 24 ottobre 2010
FotoGrafia
Roma 2010 – Futurspectives
direzione
artistica: Marco Delogu
a
cura di Marc Prust, Valentina Tanni e Paul Wombell
Macro
Testaccio
Piazza
Orazio Giustiniani, 4 (zona Testaccio) – 00153 Roma
Orario: da martedì a domenica ore 16-24
Ingresso: intero € 4,50; ridotto €3
Info: www.fotografiafestival.it
[exibart]
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Scusate, ma la prima foto dell'americano cos'avrebbe di speciale?
E' una street venuta malissimo..almeno a vederla così