05 febbraio 2024

20 anni di Mufoco: storia e prospettive del museo della fotografia

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Il Mufoco - Museo della Fotografia di Cinisello Balsamo fa 20 anni, tra studio, conservazione e trasformazione: ne parliamo con la direttrice Gabriella Guerci e il Presidente Davide Rondoni

Collezioni e archivio del Museo, courtesy Mufoco
Collezioni e archivio del Museo, courtesy Mufoco

Il Mufoco – Museo della Fotografia Contemporanea, con sede presso Villa Ghirlanda a Cinisello Balsamo, festeggia i primi due decenni rinnovando i suoi spazi. Unico museo pubblico in Italia dedicato alla fotografia contemporanea, è una struttura attiva nel campo della conservazione, catalogazione, studio e divulgazione della fotografia, con particolare accento sulle trasformazioni tecnologiche in corso e sul rapporto fra la fotografia e le altre discipline espressive. Incontriamo la direttrice generale Gabriella Guerci e il Presidente Davide Rondoni che fanno luce sul portato storico e sul futuro del Museo di fotografia contemporanea.

Ingresso Museo di Fotografia a Cinisello Balsamo, courtesy Mufoco
Ingresso Museo di Fotografia a Cinisello Balsamo, courtesy Mufoco

Qual è l’origine del Mufoco che, in anticipo sui tempi, coglie l’importanza dell’indagine attorno al mezzo fotografico?

GG «L’idea di costituire un Museo di Fotografia Contemporanea nasce a valle di un importante progetto di committenza pubblica promosso dalla Provincia di Milano, “Archivio dello spazio”, durato dal 1987 al 1997, sul modello della Mission Photographique de la DATAR: 58 fotografi di paesaggio, tra cui Gabriele Basilico, Mimmo Jodice, Vincenzo Castella, Olivo Barbieri, Guido Guidi, Mario Cresci, Luigi Ghirri, Vittore Fossati, Giovanni Chiaramonte, Francesco Radino e molti altri, in ripetute campagne fotografiche, affiancate da mostre, seminari e dibattiti, leggono i beni ambientali e architettonici del territorio provinciale e producono quasi 8.000 stampe d’autore.

La Provincia di Milano inizia a interrogarsi sul destino da dare a queste fotografie e a ragionare su una istituzione permanente affidandone il progetto scientifico a Roberta Valtorta e a un gruppo di esperti internazionali.  Il progetto prenderà via via corpo grazie all’adesione del Comune di Cinisello Balsamo, che metterà a disposizione la sede di Villa Ghirlanda, della Regione Lombardia che condividerà le sue collezioni e sosterrà l’avvio del progetto insieme al Ministero dei Beni e delle Attività culturali.

Solo alla fine degli anni Novanta, mentre la fotografia tradizionalmente intesa entra in una fase di profonda mutazione con il passaggio dall’analogico al digitale, le leggi dello Stato le conferiscono lo statuto di bene culturale e di conseguenza anche di bene museale: l’anticipo del Mufoco è sul ritardo dell’Italia. Il Mufoco con la sua collocazione nell’area metropolitana milanese – oggi si chiama così ma una volta era la periferia o l’hinterland – ha cercato di rispondere ad una duplice sfida in materia di politica culturale: costituire quel Museo di Fotografia che mancava a Milano e all’Italia, incarnare il decentramento culturale gettando un ponte stabile verso il territorio e le comunità di riferimento».

Collezioni e archivio del Museo, courtesy Mufoco
Collezioni e archivio del Museo, courtesy Mufoco

L’ampia collezione del museo denota un’attenzione verso la fotografia storica e quella contemporanea. Come si struttura la collezione fra passato e nuove acquisizioni?

GG «Le collezioni del Museo coprono un arco cronologico che va dal Secondo dopoguerra ai giorni nostri. Ho citato prima il fondo “Archivio dello spazio” che ha sollevato l’urgenza di un museo della fotografia e contestualmente ne ha gettato le fondamenta. Altri importanti nuclei hanno dato corpo e identità alle collezioni di partenza, dall’ormai leggendario “Viaggio in Italia” di Luigi Ghirri, manifesto della scuola italiana di paesaggio, all’intero archivio del fotoreporter Federico Patellani e quello di Enzo Nocera. Praticare la committenza pubblica in maniera costante e fedele, inoltre, si è rivelato strumento efficace per arricchire le collezioni e, al tempo stesso, stimolo per lo sviluppo della cultura fotografica contemporanea, come osservatorio e laboratorio.

Le acquisizioni più recenti hanno seguito prevalentemente due indirizzi: il primo teso a colmare le lacune presenti nelle collezioni attraverso acquisti mirati di opere di grandi autori (ad esempio, Franco Vaccari o Massimo Vitali) ma anche di autori affermati mid-career (Claudio Gobbi, Stefano Graziani, Filippo Romano, Moira Ricci, ecc.), sostenendone talvolta articolati progetti di ricerca (Armin Linke, Francesco Jodice); il secondo volto a sostenere la creatività giovanile attraverso numerosi interventi di open call e premi – Abitare, Refocus, Dieci viaggi nell’architettura contemporanea, Tra cielo e terra, L’Italia è un desiderio – rivolti a fotografi e artisti visivi under 40, spesso in collaborazione con la Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiC, che ci restituiscono uno spaccato delle espressioni più avanzate delle arti visive tecnologiche».

Come cambierà l’istituzione grazie alla vincita del bando PNRR?

DR «bando PNRR ci ha offerto l’opportunità di realizzare alcuni interventi di interior design firmati Dotdotdot nelle aree di accoglienza del Museo finalizzati a migliorare l’accessibilità, a rendere più leggibili e chiari i percorsi e più accoglienti gli spazi, con particolare attenzione ai pubblici portatori di fragilità. Ci ha permesso inoltre di rendere fruibili le nostre collezioni fotografiche attraverso un’installazione interattiva che accoglierà il visitatore.

Ma è stata anche l’occasione per affinare metodi e pratiche che sono da sempre nel DNA del Mufoco in tema di educazione all’immagine, funzione sociale, accessibilità e partecipazione: grazie all’artista Ilaria Turba e al suo progetto di arte pubblica e partecipata che ha coinvolto i cittadini di Cinisello Balsamo, domenica 25 febbraio faremo una grande festa cittadina in Villa Ghirlanda, occasione per festeggiare anche il compleanno del Museo che quest’anno compie 20 anni.

Voglio sottolineare che il Mufoco è da sempre a ingresso gratuito e questa rimane una delle prime e più immediate forme di accessibilità».

Diverse le iniziative attive sul territorio italiano: Napoli, Roma, Firenze e Modena ospitano mostre realizzate in partnership o con l’apporto determinante del patrimonio fotografico Mufoco. Quali saranno, invece, i progetti futuri in seno alla riapertura della sede?

DR «Prosegue senz’altro il programma di mostre nella sede di Cinisello (riapriremo con Mario Giacomelli, l’ultimo lavoro visionario e pressoché inedito del grande maestro, in collaborazione con l’Archivio Giacomelli), programma che pone l’accento sulla conoscenza e la valorizzazione delle collezioni museali, avremo occasione di tornare su Viaggio in Italia per il suo quarantennale che cade proprio nel 2024, stiamo lavorando a pubblicazioni che vedranno presto la luce (13 fotografi x 13 musei, Paesaggio dopo paesaggio, ecc.) e sono in corso progetti e accordi con altre sedi espositive in Italia, in Francia e in Inghilterra per promuovere la fotografia italiana ad ampio raggio.

Ma il progetto che ci vedrà più impegnati è quello del potenziamento del Museo e del suo ampliamento nel corpo centrale di Villa Ghirlanda: attendiamo solo il via libera dal Ministero della Cultura».

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