Considerato tra i fotografi contemporanei più influenti, autentico talento per la composizione di immagini stranianti, audaci e di forte impatto, che gli valsero anche due Leoni d’argento al Festival della creatività di Cannes del 1998 e del 2001 per le campagne pubblicitarie di Diesel e Heineken, Erwin Olaf è morto il 20 settembre, a 64 anni. La sua scomparsa è stata annunciata dalla sua pagina Instagram ufficiale. Qualche settimana fa aveva ricevuto un trapianto di polmone ma le sue condizioni sono peggiorate rapidamente. Nel 1996 gli era stato diagnosticato un enfisema, per il quale gli era stata riconosciuta una aspettativa di vita di non più di 60 anni.
Le sue opere sono comparse sulle pagine di riviste di moda, collaborando con brand come Bottega Veneta, Diesel, Levi’s, Microsoft e Nokia. Le sue mostre sono state ospitate nei musei e nelle gallerie d’arte di tutto il mondo, come lo Stedelijk Museum di Amsterdam e il Groninger Museum, il Ludwig Museum in Germania e la manifestazione Paris Photo, la Wessel O’Connor di New York e l’Espacio Minimo di Madrid. Nel 2008 Aperture gli ha dedicato una monografia.
Erwin Olaf Springveld nacque il 2 luglio 1959 a Hilversum, nei Paesi Bassi, e studiò alla Scuola di giornalismo di Utrecht. Dagli inizi degli anni ’80 viveva e lavorava ad Amsterdam, in uno studio fotografico ricavato in un’antica chiesa sconsacrata. Le sue prime fotografie, dal taglio documentaristico, sono apparse in pubblicazioni queer olandesi e occasionalmente scattate su commissione per gruppi LGBTQ.
Il successo internazionale arrivò alla fine degli anni ’80, con la serie in bianco e nero Chessmen, pubblicata da Focus Amsterdam nel 1988. In questo lavoro, che contiene in nuce tutti gli elementi visivi e poetici della sua ricerca sull’immagine, Olaf utilizzava figure umane in pose visionarie, per rappresentare tutti i pezzi di una surreale scacchiera, in 32 tableaux erotici. Nel corso degli anni scattò anche molti autoritratti, intervenendo in maniera radicale su questo genere figurativo. Molti di questi contengono riferimenti espliciti, come lo scatto del 1985, un’immagine in bianco e nero in cui il suo volto appare coperto di sperma.
«Erwin Olaf ha visto la bellezza in ogni persona», ha dichiarato Taco Dibbits, direttore del Rijksmuseum, commentando la scomparsa del fotografo. «È stato una figura chiave nella storia per il suo attivismo e il suo ruolo nella comunità LGBTQIA+, nonché un fotografo che ha definito il suo mezzo espressivo nei Paesi Bassi. Un artista di straordinaria grinta, la sua attenzione ai dettagli non ha eguali». «Un fotografo unico, dal talento eccezionale e un grande artista», con queste parole il re dei Paesi Bassi Willem-Alexander e la regina Máxima Zorreguieta hanno ricordato Olaf.
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