Fotografa per caso, se per i fotografi, attenti osservatori di spazi, individui, contesti, situazioni, il caso esistesse veramente. Marilyn Stafford è morta il 2 gennaio 2023, all’età di 97 anni, nel suo cottage a Shoreham, nel Sussex, nell’Inghilterra meridionale. 40 anni di carriera nel mondo vastissimo della Street Photography ma non solo.
La sua fotografia più famosa è probabilmente un ritratto in un interno domestico: nell’immagine, si vede Albert Einstein, sorridente, a suo agio nella casa del New Jersey. Fu scattata nel 1948, da una giovanissima Marilyn, con una fotocamera Slr da 35 mm mai usata prima. «Non avevo idea di che cosa stessi facendo», racconterà poi, dopo aver letteralmente consumato quella macchina. In quella occasione, accompagnava alcuni amici, che avrebbero dovuto girare un documentario sul grande scienziato e non avrebbe immagino che, a partire da quella fotografia al Premio Nobel, sarebbe entrata nella storia. Tuttavia, la sua riscoperta è avvenuta solo recentemente, anche grazie a una mostra al Brighton Museum & Art Gallery del 2021, accompagnata da un catalogo, “Marilyn Stafford: A Life in Photography”.
Nata Marilyn Gerson a Cleveland, in Ohio, nel 1925, si trasferì a New York negli anni del Dopoguerra per lavorare come attrice. Per pagare l’affitto, prese il suo primo incarico come assistente del fotografo di moda Francesco Scavullo. Vocalmente dotata, durante un concerto a Parigi, al cabaret Chez Carrère, incontrò Edith Piaf – che da Marilyn fu anche ritratta – e soprattutto Robert Capa e, successivamente, Henri Cartier-Bresson, tra i due fondatori dell’agenzia Magnum Photos. Capa la invitò a lavorare con lui in prima linea ma la guerra non era il suo mestiere.
Accettò invece l’invito di Cartier-Bresson, come fotografa di strada ed è stato sotto la sua guida che riuscì ad affinare le sue capacità . Cartier-Bresson le consigliò di salire su un autobus, seguirlo fino al capolinea e fotografare i bambini nei quartieri popolari di Cité Lesage-Bullourde e di Boulogne-Billancourt. Questo approccio aperto alle circostanze del mondo, lo portò anche nella moda, con gli shooting realizzati tra le strade di Parigi, componendo immagini tanto raffinate quanto smaliziate, ironiche.
Nel 1956 sposò il giornalista britannico Robin Stafford, con il quale ebbe una figlia e dal quale avrebbe poi divorziato. Dopo aver trascorso alcuni periodi tra Tunisia e Libano, i due si trasferirono a New York, quindi, dopo la separazione dal marito, a metà anni Sessanta, il soggiorno a Londra e le collaborazioni con The Observer, Vogue» ed The Herald Tribune. Fu in questo periodo che fotografò molte celebrità dell’epoca, tra cui l’attore Richard Attenborough, la modella Twiggy, lo stilista Ossie Clark, la ballerina Margot Fonteyn, il ballerino Rudolf Nureyev e il fotografo Cecil Beaton.
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