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Addio a Thomas Hoepker, scattò la foto più controversa dell’11 settembre
Fotografia
di redazione
Per trasformare un’immagine in una icona è necessario trovarsi al momento giusto e dalla prospettiva giusta che non per forza di cose è il posto migiore: in questa arte era maestro eccellente Thomas Hoepker, morto l’11 luglio all’età di 88 anni, a Santiago del Cile. Il celeberrimo fotografo tedesco era noto per i suoi scatti a Muhammad Ali, per i suoi reportage da Berlino est sulla caduta del Muro e per la controversa immagine dell’11 settembre 2001, diventata manifesto del nuovo millennio. Nella fotografia, scattata a Brooklyn, si vede un gruppo di giovani persone rilassate, in atteggiamento conviviale e apparentemente indifferenti al fumo che si innalza dal centro di New York, pochi istanti dopo l’attentato alle Torri Gemelle.
La sua morte è stata confermata da Magnum Photos, l’agenzia fotografica internazionale che ha iniziato a pubblicare le sue foto nel 1964 e a cui si Hoepker si unì nel 1989. Collaboratore di lunga data del leggendario gruppo di fotografi, di cui è stato anche presidente dal 2003 al 2006, Hoepker ha iniziato la sua carriera come fotoreporter, guadagnandosi la reputazione di uno dei più importanti fotografi documentaristi.
Nato a Monaco di Baviera, il 10 giugno 1936, Hoepker cominciò a scattare foto a 16 anni, dopo aver ricevuto in regalo una vecchia macchina fotografica dal nonno. Sviluppava le sue stampe nella cucina e nel bagno di casa, quindi studiò storia dell’arte e archeologia dal 1956 al 1959, continuando a fotografare e vendere immagini pagarsi gli studi. Dal 1960 al 1963 lavorò come fotografo per Münchner Illustrierte e Kristall, poi, nel 1964, iniziò a lavorare come fotoreporter per la rivista settimanale Stern. Negli anni ’70 lavorò come cameraman per la TV tedesca, realizzando film documentari. Nel 1976 lui e sua moglie, la giornalista Eva Windmoeller, si trasferirono a New York come corrispondenti per Stern. Dal 1978 al 1981 è stato direttore della fotografia per American Geo. Dal 1987 al 1989 Hoepker si stabilì ad Amburgo, lavorando come art director, ancora per Stern.
Per gran parte della sua carriera, Hoepker ha usato le fotocamere Leica a telemetro. Negli anni ’70 iniziò a utilizzare anche le fotocamere reflex a obiettivo singolo insieme alla sua Leica. Nel 2002 ha iniziato a utilizzare le reflex digitali.
La fotografia delle Torri Gemelle, che Hoepker pubblicò solo nel 2006, è diventata un’immagine tanto iconica quanto ambigua della tragedia. Hoepker si trovava bloccato nel traffico tra l’Upper East Side e il Lower Manhattan ma, anche a distanza di alcuni chilometri, provò a raccogliere le immagini di ciò che stava succedendo al World Trade Center (ne scrivevamo più diffusamente qui). Il critico ed editorialista Frank Rich la descrisse sul New York Times definendola un’allegoria inquietante dell’incapacità dell’America di imparare qualcosa dalla tragedia. «I giovani nella foto del signor Hoepker non sono necessariamente insensibili. Sono semplicemente americani», scriveva.
Walter Sipser, uno degli uomini ritratti nella foto, in seguito affermò che lui e la sua compagna si trovavano in realtà «In un profondo stato di shock e incredulità» e che Hoepker aveva travisato i loro sentimenti e il loro comportamento. Lo stesso Hoepker interpretò la foto come testimonianza della confusione di quel giorno. «Penso che l’immagine abbia toccato molte persone proprio perché rimane sfocata e ambigua in tutta la sua nitidezza baciata dal sole», spiegava nel 2006. «Quel giorno di cinque anni fa, l’orrore assoluto arrivò a New York, luminoso e colorato come un film di Hitchcock. E l’unica nuvola in quel cielo azzurro era il sinistro primo segnale di fumo di una nuova era».
Hoepker ha continuato a risiedere a New York con la sua seconda moglie, Christine Kruchen, producendo film documentari. Nel film del 2022 Dear Memories: A Journey with Magnum Photographer Thomas Hoepker, raccontava il suo viaggio on the road e attraverso l’America insieme alla moglie, dopo la diagnosi di Alzheimer. Ha pubblicato il suo ultimo libro, The Way It Was, quello stesso anno.