08 gennaio 2025

Berlino anni ’90: una città in trasformazione nelle fotografie del collettivo OSTKREUZ

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Al C/O Berlin, una mostra racconta le trasformazioni vissute dalla capitale tedesca e dai suoi abitanti, attraverso le fotografie della mitica agenzia Ostkreuz

Annette Hauschild, Verhuellter Reichstag letzte Nacht Berlin, 1995, c OSTKREUZ, Christo and Jeanne Claude Foundation, VG Bild Kunst Bonn, 2024

Berlino, 9 novembre 1989. Espressioni di determinazione e gioia si imprimono nei volti di chi si arrampica su un muro, in un’atmosfera di euforia. Un bellissimo scatto in bianco e nero cattura questo momento simbolico: la caduta del muro di Berlino, segno della fine di una divisione ideologica e fisica durata decenni. Una scena vibrante, intrisa di movimento e significato storico, che cattura l’hic et nunc. La magnifica fotografia, dal titolo Fall of the Wall (Berlin,1989), della serie November 9, 1989, è di Werner Mahler. Questa ritrae l’evento senza artifici né pose costruite, restituendo tutta l’energia e le emozioni di una città pronta a trasformarsi e a diventare la capitale di una Germania riunificata. Mahler non è solo: insieme a lui ci sono Sibylle Bergemann, Harald Hauswald, Ute Mahler, Jens Rötzsch, Thomas Sandberg e Harf Zimmermann. Questi fotografi, provenienti dall’ex Germania dell’Est, fondano nel 1990 l’agenzia OSTKREUZ, ispirandosi alla filosofia della Magnum Photos. Oggi il collettivo, composto da 25 membri, è uno dei più importanti del paese e continua a coniugare impegno sociale e visione artistica. Il C/O Berlin celebra la loro storia nella mostra Dream On—Berlin, the 90s, che esplora la Berlino degli anni ‘90 attraverso 200 fotografie di nove membri dell’agenzia, tra cui anche Annette Hauschild, Thomas Meyer, Jordis Antonia Schlösser, Anne Schönharting e Maurice Weiss.

Werner Mahler, Mauerfall, Berlin, 1989, aus der Serie 9 November 1989, c Werner Mahler, OSTKREUZ

Il percorso offre una panoramica unica e dettagliata grazie a scatti iconici e inediti, su una città in piena transizione, tra il fervore delle sottoculture, l’esplosione della scena techno e il dibattito su come ricostruire la capitale. I fotografi della OSTKREUZ documentano il cambiamento sociale ed economico di Berlino in ogni angolo di strada e scorcio della città, trasformando ogni immagine in una storia unica che guarda sempre e comunque alla relazione tra le persone e lo spazio urbano.

Maurice Weiss, Baustelle am Postdamer Platz, Berlins neuer Mitte, 1994, Berlin, Deutschland, Europa

Un esempio emblematico di questo periodo è la Potsdamer Platz. Da terra di confine, che un tempo separava l’Est dall’Ovest, si trasforma in un moderno centro d’affari, con grattacieli, abitazioni, negozi e luoghi di svago. Architetti di fama come Renzo Piano, Christoph Kohlbecker, Hans Kollhoff, Helmut Jahn e il duo Lauber & Wöhr hanno contribuito a renderla un simbolo di rinnovamento e modernità.

Da ricordare che proprio in questo luogo si è svolto il leggendario concerto The Wall Live in Berlin (1990) con Roger Waters dei Pink Floyd. È presente anche nel magnifico film Il cielo sopra Berlino (1987) di Wim Wenders, dove un uomo anziano vaga in cerca della Potsdamer Platz dei primi del ’900, incapace di riconoscerla nella terra abbandonata che sta attraversando.

Sibylle Bergemann, Mauerbrache am Potsdamer Platz, Berlin 1990, c Estate Sibylle Bergemann, OSTKREUZ

La ritroviamo qui nelle belle fotografie di Sibylle Bergemann, come Mauerbrache am Potsdamer Platz (Berlino, 1990), che ritrae in bianco e nero un luogo desolato dominato da un cielo bianco che enfatizza il vuoto di un paesaggio spoglio. In primo piano, un uomo cerca di far volare un aquilone: in quella luce morbida, il gesto parla di una libertà ritrovata, evocando sogni e speranze di un nuovo inizio.

Harald Hauswald, Baustelle am Potsdamer Platz, Berlin, Blick Richtung Osten, 1994, c Harald Hauswald, OSTKREUZ

Quattro anni dopo, il cambiamento è palpabile in una foto di Harald Hauswald, Baustelle am Potsdamer Platz Berlin Blick Richtung Osten (1994). L’intensa attività edilizia, con macchinari e gru che invadono la scena, e un cielo coperto evidenziano l’aspetto industriale e frenetico del processo di riqualificazione. Un altro scatto, Baustelle am Potsdamer Platz Berlin-Mitte (1994) di Maurice Weiss, cattura i dettagli architettonici in divenire, suggerendo l’emergere di un nuovo skyline berlinese, sospeso tra storia e futuro.

Ute Mahler, Grundsteinlegung der Hessischen Landesvertretung am Potsdamer Platz, Berlin-Tiergarten, 17. September 1999, Berlin, Deutschland, Europa

Laying of the foundation stone of the Hessian State Representation at Potsdamer Platz, Berlin September 17, 1999 di Ute Mahler – fotografa che si distingue per una narrazione visiva eloquente – immortala un cantiere in piena attività. La scena è dominata da gru che si stagliano su un cielo azzurro, erigendo le nuove icone di una città in trasformazione. In primo piano, due automobili incorniciano la figura di un uomo ripreso di spalle. Con un piede appoggiato su un muretto e il telefono all’orecchio, si distingue dal contesto grazie al completo elegante, che accentua il contrasto con l’ambiente circostante e invita a interrogarsi sul suo ruolo. E come viene sottolineato dai curatori: «Il più grande cantiere d’Europa si trovava a Potsdamer Platz (…). Gru edili e scheletri d’acciaio incombevano nell’aria lungo gli spazi vuoti dove un tempo sorgeva il Muro di Berlino, e operai edili da tutto il mondo si riunirono per creare il futuro centro della città».

Jordis Antonia Schloesser, Besetztes Kunsthaus Tacheles, Oranienburger Straße, Berlin Mitte, 1997 c Jordis Antonia Schloesser, OSTKREUZ, VG Bild Kunst, Bonn, 2024

La serie a colori A New Square (1999) di Anne Schönharting documenta una Potsdamer Platz ormai trasformata in un moderno spazio urbano, popolato da persone e contraddistinto da edifici e superfici architettoniche pulite. I soggetti ritratti casualmente, incarnano una quotidianità ritrovata, ormai parte integrante della nuova identità berlinese. Sono tante le storie che questi eccellenti fotografi documentano, come quella del Reichstag, che prima di diventare la sede del parlamento tedesco, viene avvolto da uno scintillante tessuto argentato dal duo di artisti Christo & Jeanne-Claude, rivelato nella foto di Annette Hauschild, Wrapped Reichstag, the final night (Berlino, 1995). Documentata in una serie ricca di dettagli, l’occupazione del 1990 di 13 edifici sulla Mainzer Strasse da Harald Hauswald, dove un’operazione di polizia su larga scala la portò duramente a termine.

Maurice Weiss, Chaos Computer Camp, Altlandsberg, Brandenburg_August 1999, c Maurice Weiss, OSTKREUZ

L’era digitale? Anche il World Wide Web prende parte a questa metamorfosi, come nello scatto Chaos Computer Camp, Altlandsberg, Brandenburg, August 1999 di Maurice Weiss. La città diventa un richiamo per la scena artistica emergente e sperimentale, come testimonia la foto di Annette Hauschild, Love Parade, Planet truck, with Wotan Wilke Möhring (among others), Kurfürstendamm, Berlin, 1991, che immortala l’atmosfera vibrante della LoveParade. In primo piano, i giovani incarnano la libertà e la creatività di quegli anni, mentre sullo sfondo, un edificio in costruzione, fa da cornice a questo noto festival di musica. A destra, la giacca indossata da un giovane, ripreso di spalle, con la scritta BERLIN, diventa un manifesto visivo della nuova generazione berlinese. Un modello che si fa simbolo di un rinnovamento capace di travalicare i confini geografici e culturali, ma anche quelli visibili e invisibili.

Annette Hauschild, Love Parade, Berlin-Charlottenburg, Sommer 1990, Deutschland

Ripercorrere questa mostra è come intraprendere un viaggio immersivo nella storia di una città europea. Attraverso i volti e le emozioni catturate dalle fotografie, scopriamo gli stati d’animo di un’epoca che rimarrà indelebile nella memoria collettiva. Una storia scritta dai giovani, dalla loro energia e determinazione, e testimoniata da fotografi che non sono stati solo osservatori ma anche protagonisti di uno dei decenni più emozionanti della storia umana.

Va sottolineato come, nell’Est, molti fotografi abbiano dimostrato un’eccezionale creatività, superando la stretta sorveglianza della Stasi e le limitazioni nell’accesso ai materiali fotografici. Per chi proveniva da questa realtà, la caduta del muro ha rappresentato una libertà difficilmente esprimibile a parole, offrendo nuove opportunità per raccontare la realtà senza restrizioni.

Thomas Meyer, aus der Serie Tresor Berlin, 2000, c Thomas Meyer, OSTKREUZ

Merita una menzione anche il luogo che accoglie questa mostra, il C/O Berlin, un’organizzazione non-profit che da anni promuove la cultura visiva contemporanea. Il C/O Berlin è noto per ospitare opere di fotografi e artisti visivi affermati, ma anche per sostenere nuovi talenti, come dimostra l’annuale C/O Berlin Talent Award, l’unico premio in Europa dedicato a giovani di età pari o inferiore ai 35 anni. Aperta fino al 22 gennaio, Dream On—Berlin, the 90s è curata da Annette Hauschild (OSTKREUZ) e Boaz Levin (C/O Berlin Foundation). La mostra è accompagnata da una pubblicazione con lo stesso nome, edita da Spector Books.

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