Dal 14 luglio fino al 2 ottobre, torna Cortona On The Move, festival di fotografia nella bella cornice del borgo medievale toscano. Abbiamo intervistato Veronica Nicolardi, nuova direttrice del festival, per farci raccontare la prossima edizione, tra collaborazioni internazionali e legame con la cittadinanza.
Da quest’anno il festival ha una nuova direzione. Che chiave di lettura hai dato a Cortona On The Move?
«Lavorare al festival fin dalla sua nascita mi ha permesso non solo di conoscere la storia del festival, ma soprattutto di comprendere le leve su cui agire per creare nuovo valore. Con il cambio della direzione abbiamo avuto la preziosa occasione di riflettere su quello che il festival è stato in passato e di guardare al futuro della manifestazione. Abbiamo immaginato una programmazione basata su tre principi guida: la produzione, l’internazionalizzazione e la contaminazione con altri pubblici e media. Abbiamo deciso che Cortona On The Move dovesse proseguire la sua ricerca sulla narrazione documentaria contemporanea e quindi portando avanti anche l’indagine sull’evoluzione del linguaggio della fotografia. Allo stesso tempo vorremo che il festival si affermi sempre di più nella produzione fotografica a livello internazionale, una vera e propria fucina di produzione culturale, proprio perché come cita il nostro direttore artistico Paolo Woods, “la fotografia non ha un significato univoco ma plurale”. Ed è proprio da questa riflessione che è nata l’idea di “Me, Myself and Eye”, tema di questa dodicesima edizione».
Che cosa si intende con “Me, Myself and Eye” e cosa dobbiamo aspettarci da questa edizione?
«In questo momento storico la fotografia è certamente il mezzo più contemporaneo e universale per parlare del mondo in cui viviamo, proprio perché è prodotta, condivisa, consumata in maniera ossessiva. Quindi ci siamo chiesti cosa esattamente succede quando fotografiamo e chi ha il diritto di fotografare cosa. Abbiamo voluto indagare su quello che è il punto di vista in fotografia, riflettendo su autorialità e legittimità, e su come soggetto e oggetto si intersecano, si confrontano, si scontrano e finiscono poi con il coesistere. L’abbiamo fatto mettendo in mostra 41 autori in 24 mostre, di cui tre collettive, che indagano e declinano questo tema sotto diversi aspetti. Una di queste è I Do, una mostra sulla fotografia di matrimonio, considerata culturalmente poco rilevante perché è ritenuta troppo commerciale e non sufficientemente artistica. I fotografi di matrimonio sono però quelli che rappresentano più di ogni altro la società in cui operano. Poi abbiamo portato all’interno del festival l’esperienza di Cortona On The Move Al’Ula, la prima edizione internazionale del festival che si è svolto in Arabia Saudita tra febbraio e marzo 2022, in cui abbiamo sperimentato un programma di residenze d’artista internazionale, che esporremo durante il festival. Comunque il programma è molto vasto!».
Cosa porta invece un pubblico di non addetti ai lavori a venire a un festival di fotografia?
«Uno degli obbiettivi del festival è rendere la ricerca sul linguaggio fotografico accessibile e comprensibile al grande pubblico e che la fotografia diventi un mezzo di scambio e di crescita. Quest’anno abbiamo quindi aperto il festival alle contaminazioni con altre arti, invitando esponenti letterari e cinematografici che si confronteranno con esponenti internazionali del mondo della fotografia, dal 14 al 17 luglio durante i giorni dell’inaugurazione. Per esempio ci sarà la proiezione di un documentario di Agostino Ferrante introdotto e presentato dal direttore dello storico Festival dei Popoli di Firenze».
La città di Cortona è presente anche nel nome del festival, Cortona On The Move. Ma in che modo il festival coinvolge e rende partecipe la cittadinanza?
«Cortona On The Move non sarebbe quello che è senza la città di Cortona, una cornice che contribuisce a dare ricchezza ed espressività alle immagini che il festival espone e di cui ogni anno il festival valorizza non solo il patrimonio artistico ma anche le esperienze dei suoi abitanti. Cerchiamo di coinvolgere la cittadinanza facendola protagonista del festival, chiamando volontari, lavorando con le scuole e con gli studenti che vengono a fare tirocini extra curriculari, riaprendo edifici e restituendo al pubblico luoghi non più accessibili e che diventano sedi espositive del festival, ma anche con privati, che spesso mettono a nostra disposizione fantastici palazzi storici. Costruire un festival significa anche entrare a far parte di una comunità, diventare parte di essa. Un legame che quest’anno è rafforzato grazie all’estensione del festival sino a Camucia, frazione del Comune di Cortona attraverso l’utilizzo di una nuova location, “Stazione C”, dove esporremo a ingresso gratuito la mostra I Just Do Things di Jacob Holdt curata da Lars Lindemann e Paolo Woods. Allo stesso modo abbiamo iniziato una collaborazione con Autolinee Toscane, in cui il fotografo Lucas Foglia ha dedicato il suo lavoro alla Pendis Lady, una farfalla che compie la migrazione più lunga in assoluto che l’uomo conosca, le sua mostra sarà esposta sugli autobus dell’Autolinee Toscane per tutto il periodo del festival, oltre che nella Chiesa di San Marco in centro a Cortona e nella Via Crucis che collega il centro della città alla Fortezza del Girifalco. La caratterizzazione territoriale è sempre stata molto forte e importante per la riuscita del festival. E tutte le collaborazioni che portiamo avanti ci permettono di affermare il ruolo della cultura come asse di sviluppo territoriale e sociale, perché vedono rafforzato non solo l’impegno del festival sul territorio toscano, ma rappresentano anche un’opportunità di lavoro nell’ambito della cultura. Per esempio un’opportunità per tutti i giovani fotografi toscani che il festival selezionerà e coinvolgerà all’interno del progetto 12×12 nell’ambito della collaborazione con Autolinee Toscane e per un fotografo italiano nell’ambito di quella con il Museo Maec. Quest’ultima nata allo scopo di valorizzare attraverso il linguaggio fotografico, la realtà museale e i suoi straordinari e unici reperti. Poi c’è la collaborazione con il consorzio Vini Cortona che è partner della prima edizione del COTM Award, unica open call nata con per supportare i fotografi nello sviluppo e nella produzione dei loro progetti. Infine quest’anno per la prima volta l’ingresso al festival sarà gratuito per tutti i residenti del Comune di Cortona».
Uno spettatore che vuol venire a Cortona come si può preparare per godersi il festival al meglio?
«L’inaugurazione sarà il momento principale del festival: dal 14 al 17 luglio ospiteremo tutti i fotografi esposti poi ci saranno letture di portfolio, workshop in collaborazione con Canon in qualità di partner culturale, visite guidate con gli autori. E poi cene e aperitivi per offrire momenti conviviali di contatto tra il pubblico e gli artisti. Da non perdere la grande novità Cortona On The Move On Stage, lo spettacolo dove otto autori tra fotografi, giornalisti, scrittori e registi si alterneranno sul palco del Teatro Signorelli accompagnati da una band musicale. Fil rouge ovviamente la fotografia…».
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