29 ottobre 2020

Dal Mali a Napoli, il lungo viaggio delle fotografie di Mohamed Keita

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Al Museo Archeologico di Napoli, il rifugiato politico Mohamed Keita presenta le fotografie realizzate nel corso dei suoi laboratori in Mali,

“Kene / Spazio” è il titolo del progetto espositivo di Mohamed Keita, a cura di Sara Alberani e promosso dalla Fondazione Pianoterra Onlus, ospitato al piano superiore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dopo la tappa al Centro Pecci di Prato. “Kene” significa “spazio” in mandingo ed è la traccia che riunisce le cinque fotografie del ventiseienne Mohamed Keita e le 50 scattate dai partecipanti al suo laboratorio di fotografia, tenutosi a Bamako, in Mali, e quiesposte accanto al grande plastico di Pompei voluto dal grande archeologo Giuseppe Fiorelli.

Lo spazio come scelta degli individui, nelle fotograie di Mohamed Keita e dei suoi studenti

La particolarità del progetto di Mohamed Keita, arrivato a Roma nel 2010, dalla Costa d’Avorio, come rifugiato politico, è l’utilizzo dello spazio urbano come strumento didattico. Ciò non si traduce mettendo a fuoco esclusivamente le differenze territoriali ma con la ridefinizione dello spazio attraverso altri elementi, come, per esempio, le persone che ne fanno parte, che lo delimitano e lo animano. Si tratta di un dato riscontrabile tanto nelle fotografie – i cui soggetti sono, in moltissimi casi, persone – quanto nella ricerca del primo elemento necessario per avviare questo genere di laboratorio didattico: un gruppo di individui.

È quello che spiega Mohamed Keita a proposito di Kene: «Il progetto si chiama spazio poiché radicato in un’idea di gruppo in cui ognuno può decidere quale strada prendere. La cosa importante, il dato comune al gruppo, è lo spazio che da un lato unisce e dall’altro non impedisce agli altri di prendere altre strade. L’idea di “Kene / Spazio” come labirinto in cui poter girare, uscire, decidere».

Le immagini di Keita, senza cornice, sono affiancate alle fotografie incorniciate degli studenti, che lo hanno seguito in un’esperienza concreta, condotta con gli strumenti a propria disposizione, in questo caso, una macchina fotografica, riducendo la fotografia a una costruzione minima, tale da farla assomigliare a un reportage giornalistico, si ottiene un progetto ben accolto in tanti luoghi diversi: da Roma a Nairobi, passando per Prato e Napoli.

Le prossime tappe

Il progetto di Mohamed Keita, già esposto a Prato, dopo Napoli farà tappa anche a Roma e a Milano. Le fotografie sono acquistabili e con i proventi si sosteranno laboratori in scuole e centri educativi in Mali. Disponibile anche il volume Kene – Mohamed Keita che, insieme alle immagini, raccoglie i testi dello stesso fotografo, della curatrice della mostra, Sara Alberani, e di altri studiosi e artisti.

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