Categorie: Fotografia

Tra i ghiacciai di Disko Bay: a Roma, pitture e fotografie di Olaf Wipperfürth

di - 11 Luglio 2022

La baia di Disko si trova a circa 300 chilometri a nord del circolo polare artico, nell’area di pertinenza del Comune di Qeqertalik. Nota per le sue masse di iceberg galleggianti che si staccano dai ghiacciai circostanti, la zona è conosciuta come capolinea dell’alta pressione e le giornate sono serene tutto l’anno. Questo paesaggio così distante, alieno dalla nostra percezione, è invece profondamente congiunto alla nostra esistenza quotidiana e a testimoniare questa intima, suggestiva ma anche drammatica connessione è il racconto visivo di Olaf Wipperfürth, in mostra dal 13 luglio al 25 settembre 2022 al Museo Civico di Zoologia, a Roma. A cura di Valentina Ciarallo, organizzata da WiB Milano, su progetto di Mario Rescio e con il coordinamento di Manrica Rotili e Andrea Saracino, “Disko Bay – Photography and Paintings” riflette sul tema urgente del surriscaldamento globale, causa dello scioglimento dei ghiacciai, e si inserisce nel calendario ufficiale degli eventi In Town della Roma Fashion Week organizzata da Altaroma.

È l’estate del 2019 quando Olaf Wipperfürth, artista, fotografo di moda e regista tedesco, decide di viaggiare sulla costa occidentale della Groenlandia per realizzare alcuni scatti di montagne e alture. Attratto da sempre dalla natura più estrema e grande esperto di ice climber esplora la Baia Disko Bay. Davanti al suo obiettivo si stagliano i ghiacciai alla deriva, gigantesche, candide masse che si muovono e si disgelano progressivamente, simili a cubetti di ghiaccio sciolti in un bicchiere.

È in atto una frammentazione ecologica dovuta al cambiamento climatico determinato in particolare dal riscaldamento globale provocato dalle attività dell’uomo. Secondo uno studio condotto da un gruppo di scienziati dell’Università della California a Irvine, in collaborazione con i colleghi del Jet Propulsion Laboratory della NASA, i ghiacciai della Groenlandia sono particolarmente soggetti al riscaldamento delle acque marine, sempre più calde. Su 226 ghiacciai presenti in Groenlandia, hanno scoperto che 74 rappresentavano all’incirca la metà della perdita totale del ghiaccio della Groenlandia tra il 1992 ed il 2017.

Questa massiccia perdita di ghiaccio registrata negli ultimi 20 anni in Groenlandia è dovuta al fenomeno dell’undercutting, letteralmente taglio o erosione dal basso, ovvero quando i ghiacciai iniziano a ritirarsi entrano in contatto con le masse d’acqua sottostanti, che sono più calde, per cui il ghiaccio si scioglie dal basso determinando un maggiore assottigliamento che velocizza il processo di ritiro.

«Assistere da vicino a questa trasformazione induce Olaf Wipperfürth a percorrere una nuova direzione nella sua ricerca che lo porta a superare l’utilizzo del linguaggio puramente fotografico e lo conduce alla creazione di una nuova visione», spiegano gli organizzatori. Attraverso l’inserimento di tracce e strati di pittura che alterano e mutano l’immagine reale, l’artista mostra un panorama ideale, utopico, singolare. «I paesaggi fluttuanti di questi giganti in movimento nella loro ambientazione monocromatica erano puramente sublimi», ha aggiunto l’artista.

L’artista lavora attraverso l’applicazione di vari strati di colore acrilico sull’immagine che viene più volte fotografata fino a raggiungere un’astrazione materica che supera la pura bidimensionalità. Attraverso questo processo di trasformazione della rappresentazione, Olaf Wipperfürth racconta la natura che cambia, come in un percorso di ricerca del mistero e del sacro, nello svelamento di un paesaggio mistico.

Istituendo una relazione tra la fragilità dell’ambiente e la caducità della pennellata, la pittura diventa una cura, laddove appaiono i segni che evidenziano l’abbassamento dell’acqua. «Il colore impresso diviene velo protettivo che cerca di tenere al riparo la grandezza e meraviglia del creato ma allo stesso tempo ne evidenzia la fragilità. In alcune immagini la fotografia originale scompare quasi del tutto per dar vita a uno scenario nuovo. Ogni iceberg incarna l’evoluzione del nostro pianeta, una raccolta di memorie geologiche che porta necessariamente ad una profonda riflessione».

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