Reali, presenti nello spazio, concreti nella loro materia piena di vita ma anche evocativi, suggestivi e sfuggenti. Sono gli alberi ritratti nelle fotografie di Gianalberto Righetti, in mostra alla galleria Malinpensa di Torino fino al 27 maggio 2023. «Quattro alberi – su un campo solitario – / senza disegno, o ordine, / o azione apparente – / stanno. / Il sole – di mattina li incontra – / e il vento. / Vicino più prossimo -/ non hanno – / che Dio. / Il campo dà loro – spazio. / Essi – a lui – attenzione di viandante, / di ombra, forse di scoiattolo – / o ragazzo. / Quale la loro azione nella natura complessiva – / quale piano – / essi individualmente ritardino – o compiano – / ignoto». Ispirandosi alla poesia di Emily Dickinson, il fotografo genovese, nei suoi lavori, vuole indagare il rapporto tra uomo e ambiente, lasciando agli alberi il ruolo di assoluti protagonisti, dal punto di vista tanto formale quanto concettuale.
Ingegnere di formazione, Righetti mette in evidenza le geometrie nascoste nell’immagine, le linee e i contrasti cromatici. Tuttavia, nelle composizioni, emergono le ombre, si fa strada il mosso, le prospettive si distorcono in un’area non nitida, svelando un dettaglio nascosto, una linea di confine che lascia trasparire l’immaterialità del soggetto.
«L’evoluzione dinamica della natura, che muta a seconda del soggetto, sviluppa una profonda analisi e un pensiero capace di sorprendere il fruitore con una potenza introspettiva e con un linguaggio vibrante di simbolismo», si legge nel testo critico che accompagna la mostra di Gianalberto Righetti alla galleria Malinpensa. «Una gamma incantevole di alberi e di tagli compositivi, dalla magistrale capacità tecnica e dal sapiente dinamismo cromatico, regalano un’atmosfera ben definita dove i mille riflessi dei valori tonali si specchiano in un’immagine di assoluta narrativa con immediatezza visuale all’insegna di una vera padronanza del mezzo fotografico». Imponenti nella loro tensione espressiva, eleganti nei volumi, gli alberi si animano di un’essenza intima. Per Righetti, «è di estrema importanza convertire l’immagine in sentimento, nelsilenzio della natura i suoi alberi parlano di una propria verità interiore dove la memoria tra spazio e tempo e i ricordi di vissuto si stabilizzano nelle opere con un descrittivismo attento e originale».
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