Se siete a caccia di siti culturali aperti, Amsterdam propone in questo periodo diversi appuntamenti con l’arte da Nam June Paik, Vivian Maier, Viviane Sassen, Bertien van Manen, Caravaggio, Bernini e le foto del World Press Photo. In un’unica area, cioè nel Museumplein, troviamo il Rijskmuseum, lo Stedelijk o il Van Gogh Museum, c’è bella fotografia a soli dieci minuti a piedi al Fotografiemuseum Amsterdam (Foam) o presso il museo Huis Marseille, e nella poco distante Damplein da non perdere il World Press Photo 2020.
Il Rijskmuseum presenta fino al 13 settembre Caravaggio – Bernini. Il Barocco a Roma, con 70 capolavori tra dipinti di Michelangelo Merisi da Caravaggio (Milano 1571–1610 Porto Ercole), sculture del Gian Lorenzo Bernini (Napoli 1598–1680 Roma) e altre importanti opere del primo barocco romano.
Si tratta di una delle più importanti esposizioni sul barocco presentate fuori dall’Italia, realizzata in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna che l’ha accolta fino a gennaio. La mostra si disloca lungo tematiche i cui titoli sono presi in prestito dal vocabolario artistico dell’epoca, come meraviglia e stupore, orrore e terribilità, o scherzo. Il busto di Medusa (1630, marmo) del Bernini, o il Ragazzo morso da un ramarro (1597-1598) e San Giovanni Battista (1602) di Caravaggio, ma anche Eros e Anteros (marmo di Carrara, 1630) di Alessandro Algardi (Bologna 1598–1654 Roma) o Maria Maddalena con due angeli (tela, 1622) del Guercino (Cento 1591–1666 Bologna), sono tra le opere presenti in questa mostra evento. Da percorrere assolutamente la Galleria d’onore del museo che accoglie dipinti di Frans Hals, Jan Steen, Vermeer, che si chiude con la Ronda di notte, il più grande dipinto di Rembrandt. Questo dipinto è attualmente sotto esame, infatti si svolgono dal vivo, sotto gli occhi del pubblico, ricerche e analisi avanzate.
Lo Stedelijk Museum di Amsterdam presenta un’eccezionale retrospettiva del pioniere della videoarte, Nam June Paik dal titolo The Future is Now. Aperta fino al 23 agosto, la mostra ripercorre cinquant’anni di carriera dell’artista sudcoreano lungo sedici sale che accolgono spartiti musicali, sculture video, televisori elaborati, robot e installazioni su larga scala come TV Garden (1974-77) La cappella Sistina (1993) o TV Buddha del 1974, la sua opera più famosa parte della collezione dello Stedelijk. Ricordiamo che il museo ha già organizzato una personale di Paik nel 1977.
Un percorso ricco di molteplici dettagli e curiosità sulla vita e le opere di Nam June Paik, questo è curato da Sook-Kyung Lee, curatrice senior presso il centro Hyundai Tate Research, Rudolf Frieling, curatore Media Art presso il MOMA di San Francisco e da Leontine Coelewij, curatrice presso lo Stedelijk.
Paik è stato un grande visionario, profetico nell’uso dei mass media, vedi il televisore usato quale mezzo di comunicazione o oggetto a sé, lo troviamo sotto molteplici forme come nella costruzione di incredibili robot. Nel 1963 Paik costruisce un robot radiocomandato, usato come un performer meccanico, che aziona in strada tra la gente, ne farà altri simili a esseri umani vengono realizzati con radio e televisori. Le collaborazioni con Joseph Beuys, Merce Cunningham, John Cage, e con la cosiddetta “violoncellista in topless” Charlotte Moorman, senza dimenticare il gruppo Fluxus, marcano la timeline di questo percorso che si chiude con a Cappella Sistina. Un’installazione video monumentale che ha presentato alla Biennale di Venezia del 1993, composta da decine di proiettori che riproducono, separatamente e contemporaneamente su quattro pareti, collage dei suoi lavori, oltre che amici, collaboratori e personaggi pubblici. Un caleidoscopico riassunto della carriera di Paik.
Lo Stedelijk presenta Oltre l’immagine, un omaggio a Bertien van Manen (L’Aia, 1942), qui in dialogo con i lavori di quattordici fotografi che l’artista olandese ammira come Guido Guidi, Robert Frank, Nan Goldin, Boris Mikhailov e Rineke Dijkstra. Presente nelle collezioni della Maison Européenne de la Photographie di Parigi, del Museum of Modern Art New York, e via dicendo, Bertien van Manen ha lavorato per progetti di lunga durata vedi East Wind, West Wind (2001) sulla Cina o Give me your Image (2006) sull’Europa, in cui descrive la sua vita e quella delle persone che incontra. Piuttosto radicata nella fotografia documentaria, van Manen ci svela situazioni politico-sociali diverse, come la povertà o la vita dei minatori.
Huis Marseille accoglie Viviane Sassen con il suo progetto Venere e Mercurio fino al 30 agosto, che ricordiamo è stato commissionato dallo Château de Versailles per la mostra Visible / Invisible, che ha avuto luogo lo scorso anno al Grand Trianon. Per questo progetto, che vede nel suo corpus centrale un video di una ventina di minuti, Sassen ha scavato negli archivi del mitico castello, comprese la corrispondenza privata di Maria Antonietta, per restituire tra fotografie e collage un intrigo reale.
Il Foam presenta, fino al 13 settembre, Works in Color di Vivian Maier (New York, 1926 – 2009), ossia 60 foto a colori del periodo 1956-1986 scattate per le strade di Chicago. Questa icona della fotografia di strada è nota per le sue stampe in bianco e nero, che il Foam ha presentato nella retrospettiva Vivian Maier, Street Photographer nel 2014. Di madre francese e bambinaia di professione, il lavoro di Vivian Maier è stato scoperto solo verso la fine della sua vita, e oggi è di risonanza mondiale.
Il noto premio al fotogiornalismo mondiale, il World Press Photo 2020, è stato assegnato a Yasuyoshi Chiba per un cliché scattato a Khartum nel 2019, durante una manifestazione civile che mostra un giovane che sfida il regime del dittatore Omar Al-Bashir, recitando una poesia in mezzo alla folla che lo illumina con telefoni cellulari. Presenti diversi fotografi italiani premiati in varie categorie che vanno dall’Environment alla General News, come Luca Locatelli, Alessio Mamo, Lorenzo Tugnoli, Fabio Bucciarelli, Nicoló Filippo Rosso, e Daniele Volpe per il long-term project, Ixil Genocide. Ricche d’azione e coloratissime le foto vincitrici per la categoria Sport con Cheering the Goal di Silvia Izquierdo e Kawhi Leonard’s Game 7 Buzzer Beater di Mark Blinch, uno scatto decisamente riuscito effettuato durante una partita di pallacanestro mentre il buzzer beater suona per indicare il canestro realizzato a fine partita.
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