28 marzo 2025

Exposed Foto Festival 2025, oltre la superficie dell’immagine: le mostre a Torino

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Exposed Foto Festival torna a Torino per la seconda edizione, con un ricco programma di appuntamenti: le mostre e gli artisti protagonisti alle OGR e da CAMERA

Olga Cafiero, dal progetto Cultus Langarum, 2025

Torino crocevia internazionale della fotografia contemporanea: in programma dal 16 aprile al 2 giugno 2025, la seconda edizione di EXPOSED Torino Foto Festival, organizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, annuncia un programma di 12 mostre, diffuse in sette prestigiose sedi cittadine: Accademia Albertina, Archivio di Stato, CAMERA, Gallerie d’Italia, GAM, OGR e Palazzo Carignano. 16 gli artisti, provenienti da 12 Paesi: Italia, Germania, Regno Unito, Svizzera, Stati Uniti, Taiwan,Hong Kong, Bolivia, Repubblica Democratica delCongo, Zimbabwe, Sud Africa e Palestina.

EXPOSED Torino Foto Festival 2025: immagini di un mondo interconnesso

Il filo rosso da seguire? Il titolo di EXPOSED Torino Foto Festival 2025, sotto la guida dei direttori artistici Menno Liauw e Salvatore Vitale, suona quasi come un invito, una esortazione, in questi tempi in cui ciò che vediamo sembra nascondere dimensioni inaspettate: Beneath the Surface, quindi spingersi oltre la superficie, per indagare ciò che si cela oltre l’apparenza delle immagini, tra memoria, tecnologia e trasformazioni culturali.

Sostenuto da istituzioni come Fondazione per la Cultura Torino, Città di Torino, Regione Piemonte, Camera di commercio di Torino, Intesa Sanpaolo, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT, EXPOSED Torino Foto Festival si distingue per il suo sguardo ampio e interdisciplinare. Tra intelligenza artificiale, eredità visive e nuove tecnologie, la fotografia diventa il medium per decifrare la complessità del presente delle immagini, in un mondo sempre più interconnesso.

Realtà e simulazione: Almost Real alle OGR Torino

Nel cuore delle OGR Torino, il Binario 2 ospita Almost Real. From Trace to Simulation, una mostra collettiva che mette in discussione il concetto stesso di autenticità visiva. Curata da Samuele Piazza e Salvatore Vitale, l’esposizione analizza l’interazione tra fotografia, intelligenza artificiale e virtualità attraverso le opere di Lawrence Lek, Nora Al-Badri e Alan Butler.

Alan Butler, Virtual Botany Cyanotypes

Il percorso espositivo si snoda tra immaginari generati dall’AI e riflessioni sul futuro della memoria visiva. Alan Butler, con Virtual Botany Cyanotypes, trasforma piante digitali tratte dai videogiochi in immagini analogiche attraverso l’antica tecnica della cianotipia, creando un dialogo tra il digitale e il tangibile.

Nora Al-Badri, The Post-Truth Museum

Nora Al-Badri, invece, con The Post-Truth Museum e Babylonian Vision, addestra algoritmi su immagini di reperti mesopotamici per generare nuovi manufatti, sollevando interrogativi sul potere delle istituzioni nella costruzione della memoria collettiva. Infine, Lawrence Lek, con il film Empty Rider, racconta un futuro distopico in cui un’auto a guida autonoma dotata di coscienza viene processata per il tentato omicidio del suo creatore, aprendo scenari etici sul ruolo delle macchine nella società.

Lawrence Lek, Empty Rider, Screenshot

Il territorio come narrazione visiva: Olga Cafiero a CAMERA

Parallelamente, negli spazi di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, la fotografa italo-svizzera Olga Cafiero presenta Cultus Langarum, un progetto che intreccia fotografia documentaria e indagine storica sulla cultura enologica delle Langhe. Vincitrice della prima edizione del Garesio Wine Prize for Documentary Photography e fra le artiste selezionate da PhotoElysée–Musée cantonale pour la photographie di Losanna per l’edizione 2024 di Futures Photography, piattaforma internazionale per talenti emergenti della fotografia di cui CAMERA è partner insieme ad altre istituzioni europee, Cafiero esplora il paesaggio vitivinicolo attraverso cinque serie fotografiche curate da Giangavino Pazzola.

Olga Cafiero, dal progetto Cultus Langarum, 2025

Nel suo approccio, l’artista combina diverse tecniche visive, dalla fotografia aerea alle scansioni digitali, fino ai processi off camera, per restituire la narrazione stratificata, tra tradizione e innovazione, di un territorio ad alta specificità. Il risultato è un racconto visivo che, oltre a documentare il paesaggio, ne cattura l’essenza culturale ed emotiva.

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