Fino al 20 agosto, Fiumefreddo Bruzio e San Lucido, suggestivi borghi del basso Tirreno, accolgono mostre, eventi, talk e workshop in occasione di Fotografia Calabria Festival. Il primo festival diffuso di fotografia in Calabria, ideato e promosso dall’Associazione Culturale “Pensiero Paesaggio”, torna dopo il debutto dello scorso anno sotto il nome di Fiumefreddo Photo Festival, con l’obiettivo di estendere la sua presenza sul territorio, coinvolgendo diversi comuni della regione e altri enti locali e nazionali.
I lavori dei fotografi internazionali ospitati per questa edizione ruotano attorno al tema del cambiamento, inteso come qualcosa che parte da ognuno di noi e che smuove emozioni e sguardi profondi, che sia ricercato e attuato con coraggio da un bambino,  accolto e accettato con naturalezza da un anziano, che sia la conseguenza della tensione tra la scienza e il suo sfruttamento commerciale e causa di grandi e piccoli mutamenti del nostro tempo.
Un tema che viene affrontato attraverso la fotografia non solo come mezzo d’espressione, ma essa stessa come linguaggio in continua trasformazione, sia nei contenuti che nella forma: dall’identità di genere, a cui tende la ricerca della fotografa argentina Gabo Caruso, da sempre impegnata con progetti legati ai diritti umani e alle diversità , che con “Cora’s Courage” racconta il viaggio di transizione di genere della piccola Cora, offrendo uno sguardo positivo su un’esperienza molto intima. Legato al tema di genere ma anche a quello della scienza è “The petunia carnage”, il progetto del fotografo austriaco Klaus Pichler, ospitato con il supporto del Forum Austriaco di Cultura, un lavoro che vuole far ragionare sulle conseguenze devastanti che gli interessi economici, le logiche di marketing e gli interventi di ingegneria genetica sulla natura possono avere sulla biodiversità .
Si concentra sui social media e sulle comunità invece il lavoro di Xiangyu Long, fotografo tibetano, che indaga la metamorfosi delle identità di gruppo nell’ambito della globalizzazione e dell’omologazione. Nel suo “TikTok in Kham” mostra la storia di un pastore tibetano di yak diventato famoso grazie a Tik Tok, la cui fama influenza e trasforma usi e abitudini di tutta la sua comunità . Di comunità , legata al tema della giovinezza, si occupa anche “Island Simmetries”, progetto della fotografa inglese Laura Pammack, che mostra i parallelismi tra giovani che vivono ai lati opposti del mondo, ricordandoci che la gioventù è universale e che crescere in comunità ristrette porta a tendenze, relazioni e comportamenti spesso prevedibili.
Il cambiamento climatico è al centro della collettiva di Climate Visuals, l’unico programma al mondo di fotografia sul cambiamento climatico basato su dati concreti, gestito da Climate Outreach, un team di scienziati sociali e specialisti della comunicazione, che lavora per ampliare e approfondire l’impegno del pubblico nei confronti del cambiamento climatico e che al Festiva sarà presente con “Ocean Visuals”, una nuova raccolta di immagini su oceani e coste, lanciata in occasione della COP27.
Ad approfondire il concetto di cambiamento legato al tema del corpo è la fotografa inglese Arianne Clément, che in “The art of aging” mostra il potenziale emotivo del corpo attraverso la scelta di fotografare le figure di anziani che con naturalezza posano davanti all’obiettivo, ispirando grazia e sensualità . Il territorio invece è al centro di “Far South” di Michele Martinelli, ambientato sugli altopiani della Sila.
Identità e comunità saranno i temi focali del progetto site-specific sviluppato dal collettivo Vaste Programme, realizzato appositamente per l’occasione. Il duo di artisti, nato nel 2017 da Giulia Vigna e Leonardo Magrelli, concentra la propria ricerca artistica prevalentemente negli ambiti della post-fotografia e dei nuovi media, e affronterà in questo caso il tema del cambiamento attraverso una più ampia riflessione sul concetto di identità , collettiva e del singolo. Cosa identifica la nostra identità personale all’interno di quella collettiva e come si forma la nostra identità collettiva in relazione a ciascun individuo?
A completare il programma anche una mostra ideata e realizzata da Archivio Luce – Cinecittà che porta, per la prima volta in assoluto, un suo progetto espositivo in Calabria: “Anni Interessanti”. Curata da Enrico Menduni, la mostra racconta gli anni tra il 1960 e il 1975. Anni di grandi cambiamenti sociali, economici e culturali che hanno segnato i decenni successivi fino ai giorni nostri. Un periodo che viene raccontato attraverso gli scatti delle agenzie fotografiche che quotidianamente venivano inviati ai giornali e ai settimanali popolari italiani per essere pubblicati oppure scartati.
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