-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Fotografia e dintorni, cosa vedere a Torino #4: giro fuori porta
Fotografia
di redazione
In occasione dell’apertura del nuovo festival internazionale EXPOSED Torino Foto Festival e del rinnovato appuntamento con la fiera The Phair, Untitled Association è lieta di accompagnarvi quotidianamente alla scoperta delle iniziative dedicate alla fotografia che animeranno i giorni di questa prima settimana e poi, per tutto il mese di durata della manifestazione, settimanalmente. Ogni volta con un itinerario diverso (qui li trovate tutti), pensato per professionisti del settore, conoscitori e appassionati d’arte, tra mostre, eventi e spazi imperdibili.
Oggi iniziamo la giornata in Borgo Filadelfia con PAV Parco Arte Vivente, per poi spostarci nei pressi di Porta Nuova con la galleria A Pick Gallery. Partendo dalla galleria Metroquadro attraversiamo il Centro fino al MAO – Museo d’Arte Orientale, prima di raggiungere tra Aurora e Barriera di Milano la galleria Gagliardi e Domke e Galleria Franco Noero. Concludiamo fuori porta con lo Studio Museo Felice Casorati.
Prima di partire vi ricordiamo che oggi è l’ultimo giorno per i TAG Art Coffee Breakfast, il progetto di accoglienza delle Torino Art Galleries in collaborazione con Fior di Loto, dove visitatori e appassionati, dalle 10 alle 12, potranno recarsi nelle 17 gallerie d’arte torinesi aderenti all’associazione per un’insolita colazione.
Visualizza questo post su Instagram
Un post condiviso da untitled association (@untitledassociation)
Si parte in Borgo Filadelfia, con il centro sperimentale d’arte contemporanea, PAV Parco Arte Vivente, fondato dall’artista Piero Gilardi e diretto da Enrico Bonanate, con la personale Car Crash – Piero Gilardi e l’arte povera a cura di Marco Scotini. L’esposizione, un omaggio al fondatore del PAV, ripercorre gli esordi della carriera dell’artista Piero Gilardi dal 1964 al 1969, individuando il suo significativo contributo nell’Arte Povera italiana. Car Crash – Piero Gilardi e l’arte povera propone il lavoro dell’artista, diluito in tre temi fondamentali, lo spazio extra-artistico; dal costume pop al costume politico; la produzione di arte utile, vagliando in profondità gli esordi della sua pratica, poi sviluppatasi in una lunga carriera fino alla fondazione del PAV.
Con la linea metropolitana M1 ci dirigiamo a porta Nuova per raggiungere facilmente la galleria A Pick Gallery con la personale di Volga Sisa, Flor Inmortal, a cura di Ghëddo e delle due direttrici della galleria. Influenzata dalla cultura e dalla spiritualità del folklore boliviano, l’artista presenta un composito universo simbolico dove ritualità collettiva, memoria familiare e vissuto personale coincidono. La mitologia dell’artista, frutto di una contaminazione tra materiali e iconografie dell’immaginario precolombiano e il repertorio visivo contemporaneo, apre una dimensione dove connettersi al passato ancestrale e ri-negoziare la propria identità. In mostra installazioni, sculture, disegni e arazzi, dedicati alla figura femminile, intrisa di magica spiritualità.
Presso la galleria, anche la collettiva Portraits con opere di James Scott Brooks, Marco De Rosa, Leila Erdman-Tabukashvili, Maria Elisa Ferraris, Silvia Margaria, Paola Mongelli, Manfred Peckl e Marco Tagliafico. La mostra vaglia il complesso concetto di ritratto fotografico nell’arte contemporanea; gli artisti interpretano il tema con approcci disparati, restituendo una profonda riflessione sulla natura stessa del genere e sulla complessità dell’essere umano. Con immagini suggestive, enigmatiche e provocatorie invitano lo spettatore a riflettere sulla percezione e sulla rappresentazione visiva dell’identità.
Segnaliamo inoltre, presso la poco distante Guido Costa Projects, in via Via Mazzini 24, la personale Time Maze di Lorenzo Castore.
Costeggiando il fiume Po, attraverso Lungo Po Armando Diaz, arriviamo presso la galleria Metroquadro con la personale Erwin Olaf: Rain, Hope, Grief, Hotel. Nell’ambito del programma Extended di EXPOSED Torino Foto Festival, la galleria, in una delle sue sale, ricorda il fotografo recentemente scomparso Erwin Olaf, con una selezione di fotografie dalle sue prime quattro serie: Rain (2004), Hope (2005), Grief (2007) e Hotel (2010). Con la sua estetica cinematografica e pittorica, Olaf realizza enigmatiche fotografie capaci di suggerire insondabili panorami interiori. Le immagini, immerse in atmosfere debitrici degli anni Cinquanta e Sessanta, strizzano l’occhio ai grandi maestri del cinema italiano con continue citazioni e rimandi.
Nelle restanti due sale della galleria, è allestita la personale Marks and Traces dell’artista giapponese Shinya Sakurai. La mostra per i vent’anni dall’arrivo a Torino di Sakurai, presenta una serie di lavori da un asciutto ed iconico linguaggio astratto. Sulla elegante base in velluto, l’artista traccia pennellate fluide con colori ad olio, resine e colle traslucide, individuando armoniose simmetrie di squarci luminosi e abbaglianti stelle. Le composizioni con segni e tratti simbolici, rivelano un percorso personale: l’artista abbandona le geometrie colorate, preferendo giochi di luce e sembianze profonde; gli avvenimenti recenti depositano nella sua opera impronte indelebili, riflessi di una contemporaneità complessa.
Superiamo il Palazzo Reale di Torino e la Cattedrale di San Giovanni Battista, fino ad arrivare al MAO – Museo d’Arte Orientale, Via San Domenico, 11 per una serie di appuntamenti. Sulla facciata del museo torinese sventola una bandiera bianca: l’installazione Fear eats the soul di Rirkrit Tiravanija. Non è un segno di resa, ma un manifesto scritto a caratteri cubitali, che invita al coraggio con la dichiarazione di intenti: Fear eats the soul (la paura mangia l’anima). L’installazione, in linea con una pratica artistica partecipativa, veicola l’attenzione del pubblico sulle guerre, i conflitti e gli episodi di razzismo e xenofobia che incrementano il clima giornaliero di paura e reciproca diffidenza.
Il progetto si espande sotto i portici di via Po fino al 31 maggio, con frasi significative dell’autore su 14 banner. Gli statement riflettono su tematiche attuali quali la crisi ambientale, il ruolo del lavoro nella nostra società, i conflitti tra individui, la violenza dei più forti sui più deboli e, in generale, sul futuro che ci attende.
In mostra al MAO, anche il riallestimento della collettiva Tradu/izioni d’Eurasia Reload, in occasione di EXPOSED Torino Foto Festival. L’esposizione ricostruisce con una vasta e puntuale selezione di ceramiche, tessuti, metalli e manoscritti, il viaggio dell’arte, della cultura, delle tradizioni e della lingua, dall’Asia Orientale al bacino mediterraneo. Una narrazione contaminata che smaschera il fittizio e arbitrario concetto di confine.
Il racconto è arricchito da una nuova versione dell’installazione sonora site-specific, Distilled, di Chiara Lee e Freddie Murphy. Fra le novità del reload, numerosi prestiti dagli Uffizi, dalla Biblioteca Laurenziana di Firenze, dai Musei Civici di Bologna, dal Museo della Ceramica Duca di Martina di Napoli, e importanti innesti di contemporaneo, tra cui le opere site specific dell’artista franco-marocchina Yto Barrada e la video installazione di Ali Cherri.
Da non perdere anche l’ultima giornata di Contemporary Monogatari: nuove narrazioni giapponesi a cura del direttore Davide Quadrio insieme allo staff del MAO, realizzata in collaborazione con la direttrice del Museo Madre di Napoli, Eva Fabbris. La rassegna propone il dialogo tra la pratica artistica di Kazuko Miyamoto e le opere esposte al secondo piano della galleria giapponese del MAO; con una affiatata relazione tra passato e presente gli oggetti presentati sembrano trovare nuova vita e nuovi significati.
Prima di lasciare il MAO, raggiungiamo il terrazzo, trasformato in un museo a cielo aperto con il museo del bonsai a cura del grande bonsaista Massimo Bandera. In qualità di curatore del progetto Massimo Bandera propone una periodica sostituzione degli otto esemplari di Bonsai esposti, scelti a seconda del ciclo delle stagioni e della simbologia archetipale sino-giapponese.
Ricordiamo infine il progetto espositivo, già avviato, in occasione di Artissima 2023, Declinazioni Contemporanee con le quattro installazioni il Rituale del Serpente di Marzia Migliora, Flying Kodama di Kengo Kuma, Le son de la pierre di LEE Mingwei e Gigli, cinghiali, qualche carpa e poi conigli, galline e asini in gran quantità di Francesco Simeti. Le installazioni rispondo al programma avviato sotto la direzione di Davide Quadrio di residenze d’artista e commissioni site-specific.
Da segnare in agenda per l’11 maggio, nei circuiti dei Talk di EXPOSED Torino Foto Festival, Il cono d’ombra: dove finisce la democrazia e inizia la censura, dove i due protagonisti del mondo dell’arte Shahidul Alam e Yasmine Eid-Sabbagh incontreranno Davide Quadrio per confrontarsi sul rinnovato binomio democrazia-libertà, sull’autonomia del pensiero e le sue modalità di esercizio. La loro pratica artistica sarà presentata con uno sguardo archivistico e documentale, non in una mostra vera e propria, ma con un tentativo di avvicinare il pubblico alle loro modalità di fare arte e attivismo.
Ci spostiamo dal Centro e raggiungiamo la Galleria Franco Noero e la personale Hassan Sharif. La mostra, prima personale di Hassan Sharif a Torino e in una galleria italiana, in collaborazione con l’archivio dell’artista, rende omaggio al suo contributo nel mondo dell’arte con una selezione delle sue opere più emblematiche. Il lavoro dell’artista iraniano, dalla serie degli Objects agli ipnotici Smei-Systems, rivela il suo profondo impegno attraverso la forma, il tempo e l’azione sociale. La ricerca di Sharif abbraccia l’imperfezione e con linguaggi eterogenei, invita gli spettatori a riconsiderare la percezione dell’arte e la sua posizione nella società. Sharif, con il suo lavoro di artista, educatore e attivista culturale, provoca ed ispira il pubblico di tutto il mondo, influenza il dibattito intellettuale ed apre la strada alle future generazioni di artisti, attivando un’intensa cultura di scambio e dialogo in Medio Oriente e oltre.
Ci muoviamo ancora a Nord, poco distante dal Parco Aurelio Peccei, con la galleria Gagliardi e Domke e la personale QUANTUM LANDSCAPES di Davide Maria Coltro. Davide Maria Coltro, pioniere dei nuovi media, con lo sviluppo del Quadro mediale, prosegue la sua ricerca estetica abbandonando consapevolmente ogni forma espressiva tradizionale, per utilizzare devices, bit, pixel in continuità teorica e storica con la pittura. Ancora, Gagliardi e Domke presenta la personale di Tim White-Sobieski, Human Echoes, debutto in galleria dell’artista. L’allestimento raccoglie alcune serie di successo, Confession, Closer to Fall, Awakening, Il Suono e la Furia, proponendo un’esperienza visiva composita di immagini interconnesse e simboliche, l’artista lavora per questa mostra sulla capacità di cogliere umori ed emozioni ed utilizza una precisa e attenta composizione figurativa.
Vi ricordiamo l’ultimo appuntamento al Cinema Massimo con gli EXPOSED Screenings: A Tale of Two Seeds/ Semantica Tale. Jemma Foster, fondatrice di Wild Alchemy Lab, presenta opere d’arte in realtà aumentata degli archivi della rivista Wild Alchemy.
A Tale of Two Seeds: Sound and Silence in Latin America’s Andean Plains, opera degli studi creativi di Atractor e Semantica, è costituita da un’installazione sonora e due schermi video con On Vegetal Politics e Bòtanica Transegenica. L’installazione in tre parti, attraverso la storia della monocoltura della soia e la sua espansione nel Sud America, indaga i temi della sovranità alimentare, della deforestazione e della conservazione della biodiversità, svelando l’effetto irreversibile e dannoso di certe colture intensive sui terreni.
Semantica è un’installazione digitale multimediale di Jemma Foster e Camilla French, che indaga la comunicazione interspecie e la linguistica non lineare nel post-Antropocene, con quattro film sperimentali ognuno relativo ad un elemento primario: ROOTS/Earth, XIBALBA/Water, FUEGO/Fire e POLLEN/Air, con l’elemento finale, Aether, rappresentato come installazione. La proiezione dei primi due film della serie è seguita dal contributo di Jemma Foster circa i processi di produzione dei restanti due; discuterà inoltre con il musicista e compositore Jamie Perera sulla sonificazione della colonna sonora.
Jamie Perera condividerà Anthropocene in C Major, un viaggio uditivo e visivo attraverso 12mila anni di dati sul cambiamento climatico, invitandoci a prendere coscienza della nostra ecologia collettiva.
Sempre al cinema Massimo, dalle 15 alle 18, Wild Alchemy Lab, per la serie EXPOSED Talk: conversazione con l’artista e performance.
Segnaliamo infine l’inaugurazione a Pavarolo, in Via del Rubino, 9, presso lo Studio Museo Felice Casorati della personale seta, cotone, lana, raso dell’artista inglese BELDY pseudonimo di Mabel Hardy Maugham (1897-1982); le opere sono selezionate dall’Archivio Casorati in collaborazione con le storiche e critiche d’arte Ivana Mulatero e Rosalind McKever. In mostra 25 lavori, in cui l’artista inglese realizza finissimi paesaggi, nature morte e scene di vita quotidiana assemblando varietà di tessuti differenti, dal velluto stirato ai ritagli di crêpe de Chine. La mostra sarà visitabile fino al 23 giugno sempre solo la domenica pomeriggio o su appuntamento.
Cosa vedere a Torino #4: domenica, 5 maggio
PAV Parco Arte Vivente
Via Giordano Bruno, 31
+39 011 3182235
Car Crash – Piero Gilardi e l’arte povera
a cura di Marco Scotini
Piero Gilardi
> 05.05.2024
A Pick Gallery
Via Bernardino Galliari, 15/C
Flor Inmortal
Volga Sisa
a cura di Ghëddo e A PICK GALLERY
> 01.06.2024
Portraits
Group show
> 01.06.2024
Guido Costa Projects
Via Mazzini, 24
+39 335 6086292
Time Maze
Lorenzo Castore
> 02.06.2024
Metroquadro
Corso San Maurizio, 73/F
Erwin Olaf: Rain, Hope, Grief, Hotel
Solo show
> 22.06.2024
Marks and Traces
Shinya Sakurai
> 22.06.2024
MAO – Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico, 11
+39 011 443 6932
Fear eats the soul
Rirkrit Tiravanija
> 01.08.2023
Tradu/izioni d’Eurasia Reload
Group show
> 01.09.2024
Declinazioni Contemporanee – Il Rituale del Serpente
Marzia Migliora (installation)
> 02.06.2024
Declinazioni Contemporanee – Flying Kodama
Kengo Kuma (installation)
> 02.06.2024
Declinazioni Contemporanee – Le son de la pierre
Lee Mingwei (installation)
> 02.06.2024
Declinazioni Contemporanee – Gigli, cinghiali, qualche carpa e poi conigli, galline e
asini in gran quantità
Francesco Simeti (installation)
> 02.06.2024
Contemporary Monogatari: nuove narrazioni giapponesi
Group show
a cura di Davide Quadrio in collaborazione con Eva Fabbris
> 05.05.2024
Il museo del bonsai
a cura di Massimo Bandera
> 30.09.2024
Il cono d’ombra: dove finisce la democrazia e inizia la censura
Talk
11.05.2024
Galleria Franco Noero
Via Mottalciata, 10/B
+39 011 882208
Hassan Sharif
Solo show
> 15.06.2024
Gagliardi e Domke
Via Cervino, 16
+39 011 1970 0031
+39 3355917024
QUANTUM LANDSCAPES
Davide Maria Coltro
> 28.06.2024
HUMAN ECHOES
Tim White-Sobieski
> 28.06.2024
Cinema Massimo
Via Verdi, 18
EXPOSED SCREENINGS
Film screening
> 13.05.2024
EXPOSED TALKS
Talk
> 05.05.2024
Studio Museo Felice Casorati
Via del Rubino, 9 – Pavarolo (TO)
seta, cotone, lana, raso
BELDY
con testi critici di Ivana Mulatero e Rosalind McKever
> 23.06.2024