-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
“Frammenti. Fotografie di Stefano Cigada” è la prima mostra in Italia di Stefano Cigada, fino al 15 marzo al Museo di Roma in Trastevere.
In mostra 21 stampe del fotografo che, dopo anni passati all’estero, dove ha lavorato come fotoreporter in ambito marino, ha iniziato una ricerca fotografica incentrata sui capolavori dell’antichità custoditi in diversi musei e siti archeologici.
Cigada ha viaggiato in tutta Europa, e ha immortalato statue di cui coglie non l’interezza ma la fragilità, mettendo a fuoco la rottura: le fotografa quando vengono colpite da un raggio di sole, ripetutamente, in diverse ore del giorno, mese dopo mese, stagione dopo stagione.
La passione per l’archeologia di Cigada accompagna lo spettatore in un viaggio nel tempo e nello spazio che si cristallizza in quella frazione di secondo, quando il pezzo di pietra sembra girare, ruotare, sollevare peso, respirare, piegarsi o sospirare: “Conosco statue ed orari in cui sono colpite dalla luce, con che incidenza arriva la luce secondo il calendario. Ad esempio alla Centrale Montemartini il 27 di settembre una delle mie statue preferite – il guerriero morente del tempio di Apollo Sosiano – è accarezzata per dieci minuti da un raggio di sole. Una settimana prima e una settimana dopo il sole passa oltre, e la fotografia è inutile. Solo durante quei 10 minuti succede qualcosa di magico. E quelli sono i miei dieci minuti, quelli che voglio acciuffare” ha dichiarato il fotografo.
Mettendo a fuoco il punto di rottura, Cigada eleva quel frammento a protagonista mentre tutto il resto sfuma, consegna questo frammento allo spettatore per riempirlo con un’immagine, percependo molto di più di quel che realmente vede.
La magia di questi Frammenti risiede nello strato subatomico della materia: il marmo è vivo, allo stesso modo di piante e animali. Il livello molecolare della pietra, infatti, si muove, magari in modo differente dalle altre specie animate, ma si muove. La luce del giorno, che cambia nel giro di un istante, fornisce una prova del dato scientifico, quasi come una performance. Cigada va alla ricerca di quell’esatto momento, che carpisce dopo innumerevoli prove ed errori: la sua ossessione permette allo spettatore di assaporare la fugace ma palpabile evidenza di una materia viva, che respira.
L’esposizione promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ed è curata da Jill Silverman van Coenegrachts. Servizi museali Zètema Progetto Cultura.