12 dicembre 2023

FRANCO90: i novant’anni del celebre fotografo modenese Franco Fontana

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Il legame indissolubile di Franco Fontana con la sua Modena continuerà anche nel corso del prossimo anno. Oltre alla masterclass e alla giornata di studi, dal 27 marzo al 16 giugno 2024 è in programma presso i nuovi spazi dell’Ex Ospedale Estense la mostra "Franco Fontana. Modena Dentro", curata da Lorenzo Respi, direttore Mostre e Collezioni di FMAV

Franco90, Franco Fontana

Si è svolto il 9 dicembre 2023 presso AGO Modena Fabbriche Culturali l’incontro FRANCO90 per festeggiare i novant’anni del celebre fotografo modenese Franco Fontana. Ad introdurre l’evento, partecipato da amici e ammiratori, la presidente di FMAV Fondazione Modena Arti Visive e di Fondazione AGO Donatella Pieri, il sindaco della città Gian Carlo Muzzarelli, il Rettore di Unimore Università degli studi di Modena e Reggio Emilia Carlo Adolfo Porro, e Massimiliano Morini, Consigliere di Amministrazione di Fondazione di Modena. Fontana, figura cardine della fotografia internazionale, si racconta a Nicolas Ballario, offrendo uno scorcio sulla sua infanzia e i primi passi nel mondo della fotografia, fino ad arrivare a riflessioni sulla tecnica fotografica e sull’importanza dell’identità d’autore.

A quarant’anni e con un lavoro stabile presso uno showroom di mobili d’autore, Franco Fontana decide di dedicarsi interamente alla fotografia, senza mai guardarsi indietro. Il letterato interpreta il mondo e comunica la propria identità mediante la scrittura, allo stesso modo Fontana scelse la fotografia non come mestiere, ma come un mezzo con cui esprimersi e interpretare il mondo che lo circonda. L’intento dei suoi celebri scatti non è mai stato quello di proporre una semplice illustrazione di ciò che vedono i nostri occhi, ma offrire una narrazione visiva della realtà, rappresentando la fotografia “nei suoi contenuti spirituali”.

Franco Fontana©, Ceramica, 1980

La penna è il mezzo che permette allo scrittore di realizzare il proprio romanzo, e allo stesso modo per Fontana la macchina fotografica è lo strumento del fotografo. Poco importa della marca e delle caratteristiche specifiche del mezzo utilizzato, l’importante è ciò che la macchina permette di fare all’autore dello scatto. Ricordando con un sorriso i «quindici chili di valigia»  che negli anni ‘60 doveva faticosamente portarsi dietro, Fontana ammette che non ebbe esitazioni a passare alla nuova tecnologia del digitale non appena si presentò la possibilità. E se ormai ognuno di noi ha sempre in tasca una macchina fotografia, in pochi sono in grado di andare oltre la semplice documentazione e di apporre un proprio stile allo scatto. Perché, per dirla con le parole di Franco Fontana, «con lo stesso alfabeto si può scrivere l’Amleto, ma anche un semplice Buon Natale».

Per quanto riguarda l’identità e lo stile dell’autore, il colore è ciò che rende riconoscibile lo stile di Fontana da ogni altra opera. «Il colore è insostituibile», afferma. Il bianco e nero è stata una necessità dovuta all’evoluzione della tecnica e mai pensò di impiegarlo per esprimersi nei propri lavori. «Il bianco e nero è finto – spiega Fontana -, solo il colore è vero». Tra le mostre che più gli sono rimaste impresse, la prima a venirgli in mente è quella al Tokyo Metropolitan Museum, unico museo che ha 20 sue fotografie in mostra permanente e che per il suo stile lo annoverò tra i 23 fotografi che hanno cambiato il modo di vedere. 

Franco Fontana©, Ferrari, 1987

Le sue fotografie sono uniche e immediatamente riconoscibili grazie a uno stile che non è stato ricercato o creato, ma è una parte della sua identità emersa spontaneamente. Per Fontana l’identità non si può imparare, tanto meno insegnare. Nei suoi corsi ricorda di non aver mai insegnato nulla, preferendo piuttosto assegnare dei compiti che spronassero i suoi allievi a comunicare la loro individualità. Uno di questi era fotografare qualcosa che a loro non piaceva, perché solo in questo modo l’identità aveva la possibilità di emergere negli scatti che sarebbero stati poi realizzati. Davanti a sé Fontana non aveva degli alunni, ma già degli autori che con le loro fotografie dovevano entrare in contatto con la propria identità. 

La fotografia perfetta per Franco Fontana esiste già e l’ha scattata a Comacchio nel 1976. «Un mare azzurro. Azzurro sopra e azzurro sotto. Una linea dell’orizzonte nera. Una fascetta bianca sopra e sotto la linea. È l’unica foto che se dovessi bruciare tutto salverei. In questo scatto – spiega – non c’è niente e c’è tutto, come in un cerchio che ha un inizio e una fine, ma dove sono non si sa e non si saprà mai. Questa fotografia non ha una fine, è infinita». Confondere cielo e mare in questo scatto è molto facile, tant’è che Fontana racconta orgoglioso che spesso viene pubblicata capovolta. È questo un errore che prova al fotografo di essere riuscito nel suo intento. 

Il legame indissolubile di Franco Fontana con la sua Modena continuerà anche nel corso del prossimo anno. Oltre alla masterclass e alla giornata di studi, dal 27 marzo al 16 giugno 2024 è in programma presso i nuovi spazi dell’Ex Ospedale Estense la mostra Franco Fontana. Modena Dentro, curata da Lorenzo Respi, direttore Mostre e Collezioni di FMAV. In questa occasione gli scatti di Fontana di committenza modenese e ispirati alla città verranno messi in dialogo con opere di artisti moderni e contemporanei. 

Franco90, Franco Fontana

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