Leica Galerie Milano dedica una mostra a Joel Meyerowitz (New York, 1938) uno dei grandi maestri della fotografia contemporanea. L’esposizione, curata da Karin Rehn Kaufmann, art director Leica Galleries International, con l’adattamento di Denis Curti e Maurizio Beucci, presenta cinquanta fotografie che ripercorrono i periodi più decisivi della sua carriera, scattate in diversi paesi e in molte città.
Meyerowitz ha ispirato generazioni di artisti contemporanei. Decisivo, per il suo ingresso nel mondo della fotografia, fu l’incontro con Robert Frank nei primi anni sessanta, che conobbe nel corso del suo lavoro come art director per un’agenzia pubblicitaria.
“Spesso si parla di pionieri in fotografia – afferma Maurizio Beucci, ma ciò che va riconosciuto a Meyerowitz è invece un ruolo più simile a quello dell’esploratore. Se da un lato il pioniere si insedia dopo la scoperta, dall’altro Meyerowitz ha invece cambiato continuamente direzione nell’arco della sua straordinaria carriera. Un esploratore in tal senso, un uomo che non appena scoperto un luogo ne ha lasciato agli altri il presidio, cercando la strada per ribellarsi a ogni forma di sospensione artistica o espressiva. Linguaggio, evocazione e poetica del comune restano gli unici tratti persistenti e distintivi del suo fotografare”.
A partire dal 1962, Meyerowitz comprese la portata rivoluzionaria che il colore, a quel tempo ritenuto un elemento superficiale e uno strumento nelle mani dei fotoamatori, introdusse nella fotografia per documentare fatti particolarmente importanti della società, come avvenimenti politici, eventi sportivi, ma anche momenti di contraddizione, così come di gioia e di entusiasmo nei confronti della vita.
Grazie alla sua intuizione, anche la carta stampata, che fino ad allora era solita utilizzare immagini in bianco e nero per illustrare gli articoli pubblicati, si converte al colore riconoscendogli una forte capacità di cogliere i momenti della quotidianità che si svolgeva tra le strade delle metropoli, dei grandi temi come la solitudine, l’incomunicabilità, degli scontri e delle proteste sociali.
Dalle immagini catturate tra le strade di New York, ambiente perfetto per osservare le vicende della varia umanità che popola la grande città, a quelle raccolte durante un viaggio di un anno attraverso l’Europa a cavallo tra il 1966 e il 1967. Da quelle scattate a Parigi, tra cui spicca quella che ritrae la scena dell’uomo che sviene nella quasi indifferenza totale delle persone che gli stanno attorno, ai paesaggi spagnoli catturate attraverso il filtro del vetro dell’automobile in corsa; da Napoli a Malaga, dall’Irlanda alla Bulgaria, alla Germania, fino alla serie di Londra e del Regno Unito.
Il percorso prosegue inoltre con le fotografie, nuovamente colte negli Stati Uniti, in cui il colore divenne per lui un elemento ancora più importante.
Joel Meyerowitz è nato a New York nel 1938 ed è cresciuto nel Bronx. Ha studiato pittura e inizialmente ha lavorato come art director pubblicitario. Meyerowitz iniziò a utilizzare le pellicole a colori 35 mm nel 1962. L’anno successivo, le alternò al bianco e nero prima di tornare alla ricchezza della narrazione a colori. New York è sempre rimasta l’obiettivo dominante della sua vita di fotografo, dai suoi primi lavori degli anni ‘60 alle sue immagini evocative scattate a Ground Zero all’indomani dell’11 settembre. Meyerowitz vive e lavora a New York e in Toscana.
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