Categorie: Fotografia

Guardare chi guarda: ode a Brooklyn nella mostra di Spike Lee a New York

di - 29 Dicembre 2023

Abbiamo visto la mostra di Spike Lee al Brooklyn Museum di New York (di cui scrivevamo anche qui). Brooklyn è stata al centro del lavoro del regista fin dagli inizi, quando era studente alla Graduate Film School della New York University. Lee è cresciuto a Crown Heights e Cobble Hill, la sua fu la prima famiglia nera a trasferirsi nel quartiere italoamericano. L’amore di Lee per la città è evidente anche nelle immagini che colleziona, che rappresentano Brooklyn nella sua forma più iconica e più intima.

Spike Lee: Creative Sources, Brooklyn Museum, New York, 2023-2024, ph. Francesca Magnani

Al di là del suo ruolo di ambientazione cinematografica, Brooklyn è il luogo in cui il regista ha stabilito la sua residenza professionale. Dopo la sua fondazione nel 1979, la società di produzione di Lee, 40 Acres and a Mule Filmworks, è diventata un pilastro di Fort Greene. Decenni dopo Da People’s Republic of Brooklyn rimane fondamentale nella narrazione del regista e quale migliore spazio espositivo, dunque, del Brooklyn Museum che in più sedi ricorda al visitatore le origini della terra su cui si trova?

Spike Lee: Creative Sources, Brooklyn Museum, New York, 2023-2024, ph. Francesca Magnani

Un cartello all’entrata ci informa che il museo si erge su Lenapehoking, patria ancestrale del popolo Lenape (Delaware). Quando gli europei arrivarono nel 1600, il Lenapehoking si estendeva dalla bassa valle dell’Hudson alla baia del Delaware, comprese parti degli attuali New York, New Jersey, Pennsylvania, Delaware e Connecticut. I Lenape erano organizzati in gruppi di parentela autonomi, strettamente interconnessi attraverso l’appartenenza al clan. Le comunità vivevano di agricoltura, pesca e caccia, con villaggi permanenti situati vicino ai corsi d’acqua. I membri della comunità si recavano anche stagionalmente nei campeggi stabiliti per la caccia e la pesca.

Spike Lee: Creative Sources, Brooklyn Museum, New York, 2023-2024, ph. Francesca Magnani

I registri dei coloni europei indicano che il contatto iniziale con il popolo Lenape fu per lo più pacifico, come quando l’inglese William Penn arrivò nella baia del Delaware nel 1682 con un gruppo di quaccheri in cerca di rifugio da persecuzioni religiose. Il successivo contatto con gli europei ebbe un impatto devastante sui Lenape. Coloni olandesi, inglesi e tedeschi occuparono Lenapehoking, sostenendo falsamente che queste terre rubate erano state acquistate o procurate tramite trattati. La popolazione Lenape fu decimata da malattie, massacri e deportazioni forzate, tanto che nel 1700 ne rimasero solo circa 3mila.

Spike Lee: Creative Sources, Brooklyn Museum, New York, 2023-2024, ph. Francesca Magnani

Il più grande gruppo Lenape fu spinto più a ovest dalle politiche espansionistiche del governo degli Stati Uniti. Nel 1860, questi rifugiati si erano trasferiti dalla Pennsylvania occidentale all’Ohio, poi al Missouri, al Kansas e infine all’Oklahoma, dove furono costretti ad acquistare terreni di riserva dai Cherokee, e adottarono ufficialmente il nome Delaware, derivato dal nome del governatore inglese Thomas West, Lord De La Warr. Oggi, il popolo Lenape (Delaware) è disperso tra cinque tribù riconosciute a livello federale in Oklahoma, Wisconsin e Ontario in Canada, e tre tribù riconosciute dallo stato nel New Jersey.

Spike Lee: Creative Sources, Brooklyn Museum, New York, 2023-2024, ph. Francesca Magnani

Tornando all’itinerario che Spike Lee ha riunito al quarto piano, tra le opere della collezione personale spiccano le foto di famiglia, i poster, i ritratti in bianco e nero.

Spike Lee: Creative Sources, 2023-2024, ph. Francesca Magnani
Spike Lee: Creative Sources, 2023-2024, ph. Francesca Magnani
Spike Lee: Creative Sources, 2023-2024, ph. Francesca Magnani
Spike Lee: Creative Sources, 2023-2024, ph. Francesca Magnani
Spike Lee: Creative Sources, Brooklyn Museum, New York, 2023-2024, ph. Francesca Magnani
Spike Lee: Creative Sources, Brooklyn Museum, New York, 2023-2024, ph. Francesca Magnani

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