09 novembre 2021

Guardare è un gioco: i libri fotografici di Tana Hoban

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L’innocenza e la spensieratezza dei bambini raccontata da Tana Hoban, artista, fotografa e film-maker che ci fa tornare piccoli, nel tempo di una universale e giocosa infanzia

Nella libreria Mutty, spazio culturale e libreria indipendente a Castiglione delle Stiviere – una perla nel territorio di confine tra Brescia e Mantova per la varietà di un programma culturale e di una proposta di lettura sempre ricca e curata –, è ospitata la prima mostra monografica dell’artista, fotografa e film-maker Tana Hoban. Nata a Philadelphia (USA) nel 1917, da genitori di origini russe, Tana è considerata dalla critica letteraria come la pioniera della fotografia per bambini. Le sue opere fanno parte della collezione permanente del MoMA e sono state esposte nella celebre mostra “The Family of Man” del 1955 a cura di Edward Steichen. Durante la sua carriera – terminata con la sua scomparsa nel 2006, a Louveciennes, in Francia –, ha realizzato più di 50 albi fotografici rivolti alla prima infanzia, molti dei quali sono esposti in mostra grazie a una stretta collaborazione con il CNAP – Centre national des arts plastiques di Parigi, istituzione che conserva una importante numero di opere fotografiche e l’intera produzione di libri di Hoban realizzati tra il 1970 e il 2007, provenienti dall’archivio della casa editrice Les Trois Ourses.

Grazie all’allestimento di Paolo Cremonesi, gli spazi espositivi di Mutty diventano un colorato libro aperto ad altezza bambino. Allestito come una sorta di percorso a labirinto, la rassegna espositiva si snoda tra le pagine più celebri e le immagini più iconiche che l’artista ha realizzato come se stesse indossando gli occhi di un bambino.

«Tana ha esplorato molti concetti di base come “duro/morbido”, “basso/alto”, “piccolo/grande”, “gli opposti”. La sua originalità consisteva nel lavorare queste coppie in modo sistematico e mai noioso, e il lettore vi scopre sempre qualcosa di nuovo e stimolante». Così Élisabeth Lortic, co-curatrice della mostra insieme a Giulia Giazzoli, descrive la pratica artistica di Tana Hoban. I libri e le immagini in mostra trasmettono il sincero interesse che l’artista nutre per lo sviluppo e l’educazione all’osservazione ma anche all’immediatezza della percezione.  Le sue fotografie di scene quotidiane sono una spinta a guardare, a meravigliarsi, ad “ascoltare con gli occhi” tutto ciò che ci circonda nella vita di tutti i giorni, a dedicare tempo e dedizione anche ai particolari apparentemente più banali. I dettagli colti e raccontati da Tana, parlano di una ritualità semplice ma universale come il gesto di allacciarsi le scarpe, di acconciarsi i capelli con le mollette, o di mangiare un lecca-lecca, momenti che fanno parte di una straordinaria ordinarietà.

A corredo del corpus centrale di più di 30 fotografie, sono esposti anche i libri fotografici realizzati dall’autrice, alcuni giochi e oggetti ritratti nel libro “Of colors and things” (1989), e i cortometraggi dedicati agli animali realizzati dall’artista tra il 1980 e il 1987.

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