300 opere, 45 artisti, 42 progetti e 16 nazionalità , per la decima edizione di Circulation(s), il festival dedicato alla fotografia emergente europea, al Centquatre, nella zona est di Parigi. Circulation(s) di quest’anno conferma l’interesse crescente per la giovane fotografia che, rivelatrice di tendenze attuali, affronta problematiche che oltrepassano i confini del vecchio continente. Curata da Audrey Hoareau in stretta collaborazione con Fetart, un’associazione che mira a promuovere i fotografi emergenti, la mostra si disloca lungo cinque sezioni che affrontano temi quali l’ingiustizia sociale, l’ansia generata di fronte al mondo di domani, la questione dell’identità o la natura del mezzo fotografico. Il percorso, che propone progetti veramente interessanti, si apre con la sezione Esplorazioni fotografiche in cui l’immagine non è protagonista dell’installazione ma diventa parte di essa.
Vincent Levrat (1992, Svizzera) presenta Outburst dove una serie di foto, scattate tra lande desolate, fanno viaggiare il pubblico tra elementi primari come il fuoco o oggetti come una finta televisione, per parlarci di una libertà ritrovata. Jan Hoek (1984, Olanda) in collaborazione con lo stilista ugandese-keniota Bobbin Case, ha portato avanti un progetto sui Boda Boda, si tratta di moto tassì che affollano le strade di Nairobi. A causa della forte concorrenza, i conducenti, per attirare l’attenzione dei clienti, trasformano le loro moto tassì in macchine ispirate a temi fantastici. Il duo ha selezionato sette Boda Boda tra i più eccentrici, per aiutarli a realizzare dei costumi altrettanto incredibili e perfettamente in tema con la moto.
Dalla mobilitazione individuale, all’attivismo collettivo fino al discorso politico sono i soggetti esplorati nella sezione Quelli che non vediamo. Qui troviamo Martyres di Anita Scianò (1989, Prato), un’interessante serie di agiografie al femminile che, al di là dell’aspetto religioso, narrano della sofferenza, dell’esclusione e dell’incomprensione che queste donne hanno subito nel quotidiano, attraverso immagini polaroid rivisitate con ricami, disegni e collage.
In L’immagine in eccesso troviamo The Afterimage, un’installazione originale di Chiara Caterina (1983, Salerno) che sfrutta testi, suoni, video e immagini provenienti da un archivio personale e uno tratto da Internet, per un confronto tra i momenti di intimità e l’intrusione dell’informazione di massa. La sezione Alla ricerca di se stessi propone progetti di artisti che mettono in discussione le loro radici, il loro passato e le loro culture. Troviamo qui Chiara Avagliano (1988, Italia) con Val Paradiso, una bella installazione fotografica che esplora, tra scienza, magia e realtà , il potere simbolico di un lago per un ritorno all’infanzia e al potere dell’immaginazione.
In questa sezione di Circulation(s), c’è anche La Trilogie du Bonheur di Marvin Bonheur (1991, Francia), un progetto triennale in tre capitoli – Alzheimer, Thérapie e Renaissance – sulla no go zone della Seine-Saint-Denis, il noto dipartimento 93 nel nord di Parigi. L’acclamato artista della nuova scena urbana qui ci restituisce la visione del proprio mondo attraverso uno sguardo diretto e sincero sulla vita in periferia. La freddezza dall’architettura di queste città dormitorio, a bassa intensità di lavoro, contrasta con l’umanità dei volti dei ragazzi ritratti. Un lavoro con belle foto in grande formato che hanno fatto il giro del mondo tra stampa e social network. Il talento e il successo di quest’artista contrasta con gli stereotipi sociali con cui vengono classificati i giovani di queste zone popolari. Poco distante troviamo Éthanol, la bella serie in bianco e nero di Nicolas Serve (1990, Francia), una sorta di diario sulla sua dipendenza da alcol in cui la fotografia diventa compagna silenziosa nella lotta alla disintossicazione tra mancanza, trattamenti e incontri fortuiti.
Alla domanda “Cosa lasceremo ai nostri figli?” rispondono gli artisti della sezione Il mondo di domani. Una delle proposte più interessanti è quella di Felix Von Der Osten (1989, Colonia), che denuncia il consumo di massa in Every Three Seconds, un reportage senza concessioni sull’eccesso di consumazione di carne di maiale in Danimarca, uno dei maggiori esportatori al mondo. Nel 2013, questo paese nordico ha visto 5mila allevamenti produrre oltre 29 milioni di suini, in breve ci sono cinque volte più suini che danesi.
Infine, un singolare focus sulla Bielorussia con i lavori di Pavel Grabchikov, Ihar Hancharuk, Maxim Sarychau e Masha Svyatogor, e il Fuori le mura – SNCF Gares & Connexions, nelle stazioni parigine con foto di due fotografe tedesche quali Tamara Eckhardt e Jana Sophia Nolle.
Il Centquatre, una piattaforma artistica collaborativa diretta da José-Manuel Gonçalvès che propone residenze, produce e presenta eventi, da giugno ha riaperto solo parzialmente i suoi spazi di Parigi per accogliere Circulation(s) fino al 26 luglio. In programma anche una sezione dedicata ai più piccoli, Little Circulation (s), che prevede pannelli all’altezza dei bambini e giochi ispirati alle opere esposte. Si accede alla mostra solo su prenotazione online da festival-circulations.com.
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