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Il museo della fotografia a Torino, tra futuro e passato
Fotografia
In una Torino sempre più vibrante di iniziative che contrastano la difficile temperie mondiale è nata nello storico Palazzo Turinetti – al 156 della magnifica ed elegante Piazza San Carlo (detta “il salotto della città”) – la quarta sede di Gallerie d’Italia, che di ‘Banca Intesa Sanpaolo’ rappresentano il ramo culturale: una cornucopia di arte e cultura che si dipana nell’intera Penisola attraverso i musei di Milano, Napoli, Vicenza e ora Torino, tutti ubicati in edifici storici.
10mila metri quadrati articolati in cinque piani di cui tre ipogei dedicati alla fotografia, cuore pulsante della nuova struttura comprendente spazi per mostre temporanee e istallazioni multimediali e l’Archivio Publifoto reso fruibile e stupefacente dalle modalità innovative e dall’avanguardistica crossmedialità di “Archivio vivo”. L’Archivio Publifoto, creato da Vincenzo Carrese (Castellammare di Stabia/NA 1910, Guanzate/CO 1981) – che fonda a Milano l’omonima Agenzia attiva fino agli anni ’80 rivelandosi una personalità così lungimirante da costruire un immenso archivio a disposizione del mercato – dal 2015 è rilevato con i suoi 7 milioni di immagini dalla Banca.
Il piano nobile ‘restituisce’ (attività radicata nel DNA dell’attività delle Gallerie d’Italia) in modo permanente alla pubblica fruizione una quarantina tra dipinti, sculture, arazzi, arredi e il ciclo pittorico dell’antico Oratorio della Compagnia di San Paolo.
Un rinnovamento superbo della prima sede storica della Banca di San Paolo, ora Banca Intesa Sanpaolo (comprendente la sua sopravvivenza come Filiale) che ha affidato gli spazi sotterranei all’architetto Michele De Lucchi – AMDL CIRCLE. E il ‘mago’ ha operato una straordinaria trasformazione del fulcro del Palazzo – nei cui ‘caveau’ il tintinnio luccicante di tesori materiali è divenuto un pulsare di immagini con il piccolo retaggio di una porta blindata a ricordo perenne dell’antica destinazione d’uso – in uno spazio ipogeo che s’innesta con garbo verso l’esterno attraverso gradini in pietra di Luserna, resi comodi da morbidi cuscini che favoriscono riposo e aggregazione per tutte le età: sostanzialmente una nuova e originale piazza.
Ampia l’area dedicata all’encomiabile attività didattica – con tre aule dalle pareti divisorie rivestite a specchio e manovrabili in modo da potere creare un unico e grande ambiente – finalizzata ad attuare progetti e laboratori per le scuole di ogni ordine e grado sviluppando nei giovani sete di sapere e capacità di analizzare e giudicare il contemporaneo.
Insomma un giorno indimenticabile per l’Italia e per Torino alla presenza dei Vertici della Banca e di numerose autorità istituzionali: un ulteriore lustro a piazza San Carlo pregna di storia dalla sua inaugurazione nel 1638 da parte di Cristina Maria di Borbone-Francia. Donna determinata e volitiva e mecenate generosa: figlia del re Enrico IV e della sua seconda moglie Maria de’ Medici e sorella di Luigi XIII, diviene duchessa nel 1619 sposando felicemente a 13 anni Vittorio Amedeo I di Savoia e, rimasta vedova, difende strenuamente il titolo di reggente del ducato di Savoia. L’aura di questa donna di eccezionale tempra soprannominata “Madama reale” spira ancora potente e forse non a caso ne incontriamo il ritratto (opera del 1640-1645 di un pittore attivo per casa Savoia) nella Sala Piffetti, uno degli ambienti storici del piano nobile di Palazzo Turinetti. Qui, infatti, ci accoglie Cristina di Francia in abiti vedovili testimone e promotrice di quel rinnovamento urbanistico e architettonico iniziato nel 1563 quando Torino decolla come capitale del Ducato di Savoia e sette cittadini fondano per soccorrere i poveri e fare beneficenza la Compagnia di San Paolo, nucleo storico della Banca. Assetata di nuovo e forte della cultura d’Oltralpe, “Madama reale” sostiene i progetti dell’architetto Carlo di Castellamonte cui si deve anche questo edificio (commissionato dal Marchese Giorgio Turinetti di Priero, banchiere di corte e presidente delle finanze del Ducato) poi ampliato e passato attraverso varie proprietà fino ai gravi danni subiti durante il secondo conflitto mondiale. Il Palazzo, acquistato nel 1951 dall’Istituto Bancario San Paolo, ristrutturato tra il 1955 e il 1961 fino a diventare nel 1963 la Direzione ultramoderna di tale Istituto e dal 2007 sede legale di Intesa Sanpaolo, ha subito oggi un ulteriore salto verso il futuro.
In questo divenire storico di corsi e ricorsi innovativi, rituffiamoci nella magica, silente e raccolta atmosfera degli spazi ipogei dove fotografie e videoart possono essere delibate con maggiore concentrazione determinando riflessioni sul vivere.
Eccoci a tu per tu con le due mostre inaugurali iniziando da “La fragile meraviglia. Un viaggio nella natura che cambia”, reportage fotografico di Paolo Pellegrin (catalogo Gallerie d’Italia|Skira). Nato a Roma nel 1964 da una famiglia di architetti, l’artista abbandona gli studi di tale settore per dedicarsi alla fotografia divenendo, dopo anni di lavoro serio e impegnato, uno dei più autorevoli fotoreporter a livello mondiale. Capace di cogliere sfumature significative del cambiamento climatico, in questa mostra presenta le conseguenze di tale tema scottante in Islanda, Namibia, Costa Rica e Italia, capolavori generalmente in bianco e nero prediletto per il suo valore universale e metaforico. D’altra parte sua finalità è proporre foto aperte in cui lo spettatore possa entrare in modo attivo, ‘semi’ che agiscano pian piano inducendo riflessioni serie e trasformazioni nel modo di pensare e agire. Gli stimoli sono forti: vulcani che in Islanda rivelano la forza dirompente di Madre Terra, mari che con impeto squassano le coste e materiale magmatico che raffreddandosi assume forme sconcertanti.
In occasione di questa mostra così stimolante, Gallerie d’Italia – Torino presenta #INSIDE, un palinsesto di incontri con artisti, scrittori, giornalisti, musicisti, divulgatori scientifici e neurobiologi che ne approfondiscono tematiche attuali e ineludibili.
Riflessioni dunque sull’azione devastatrice dell’uomo, incapace di rispettare e salvaguardare l’ambiente, affiancate da un’altra mostra altrettanto coinvolgente “Dalla guerra alla luna. 1945-1969” (catalogo Gallerie d’Italia|Skira), selezione di 80 immagini storiche – scattate tra il 1945 e il 1969 e conservate e valorizzate grazie a catalogazione, restauro e digitalizzazione di circa 30.000 foto- dell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo che racconta il quotidiano tra gioie e dolori, piccoli e grandi uomini e donne di una penisola ferita dalla guerra, esaltata dal miracolo economico fino allo sbarco sulla luna. Per chi è meno giovane un viaggio à rebours anche nel proprio percorso esistenziale attraverso immagini che sono divenute non una galleria statica, ma oggetto di uno studio continuo, per chi è più giovane la scoperta di un passato essenziale per comprendere come tra contraddizioni e successi l’Italia sia diventata una tra le più importanti potenze industriali. Donne che chiacchierano affacciate alle case danneggiate dai bombardamenti a Milano 14 settembre 1945, varie foto di mondine, Un uomo e una donna in sella a una bici-coppia a Milano, novembre 1947 osservati con perplessità da un “Ghisa”, foto di vari concorsi di Miss Italia per guardare con speranza a una ricostruzione dopo i drammi degli ultimi anni.