Presentato il 20 novembre, il nuovo doppio libro d’artista di Carolina Sandretto Internal Memories / External Memories indaga il tempo, la memoria e le eredità personali attraverso la fotografia: «due volumi tenuti insieme da un elastico in cui Internal Memories affronta i temi della memoria e delle eredità personali di ognuno, mentre External Memories racconta il passare del tempo, la percezione che ne abbiamo e l’illusione che la fotografia possa fermarlo».
La pubblicazione è stata realizzata in un’edizione limitata di 199 copie, da Stampa Fonte Grafica Milano.
«A marzo 2020, Carolina Sandretto ha passato il primo lockdown da sola nella sua casa di famiglia in Toscana, circondata da oggetti del passato, legati alle donne della sua vita: le sue due amatissime nonne, e sua madre, che in quel periodo era lontana.
Ha iniziato a fotografare gli oggetti della casa – arredi, porcellane e minuzie – catalogandoli per forma e per colore, perché potessero rivelare le persone cui erano appartenuti e le loro diverse personalità, materializzando una presenza che riempisse il silenzio e la solitudine di quelle settimane.
In quegli stessi giorni, al tramonto saliva in terrazzo e fotografava la vista sul mondo esterno: la cupola del Duomo, la torre del campanile e le case intorno alla sua. Anche in questo caso la fotografia diventava una disciplina, per continuare a uscire, ammirare il paesaggio, riflettere sul tempo. Le fotografie – polaroid che l’artista ha sovraesposto più volte – sottolineano lo scorrere del tempo, lo rendono visibile, fisico, in quei giorni in cui sembrava immobile», si legge nel comunicato stampa.
«Il progetto Internal Memories / External Memories è nato dal mio desiderio di trattare dei temi personali come il passaggio del tempo e la memoria della mia famiglia e dal particolare momento storico di chiusura che abbiamo vissuto di recente. A marzo ero in viaggio verso il circolo polare artico dove avrei passato quasi tre mesi per continuare dei progetti sul cambiamento climatico. Ho deciso di fare ritorno in Italia dove l’unica casa alla quale sono riuscita ad accedere è stata quella di mia madre al mare. Lì, sola e ospite, mi sono resa conto che la solitudine è sempre molto relativa.
In Internal Memories, racconto di come gli oggetti appartenuti alle mie ave mi ricordassero la loro presenza e mi permettessero di sentirmi accompagnata dal loro ricordo. Come fantasmi buoni, sono state presenti negli spazi e mi hanno accompagnata nel mio periodo di quarantena.
In External Memories invece, il tema è quello del passaggio del tempo e di come lo percepiamo. Dal terrazzo della casa vedevo il sole scendere ogni sera e segnare il passaggio del tempo. Ho cominciato a fotografare il suo tragitto e il paesaggio circostante alla casa. Per visualizzare il tempo ho deciso di sovrapporre più immagini in uno stesso negativo polaroid per acceleralo e renderlo reale».
«Con questo progetto riesco a esaudire molti desideri che avevo per il mio percorso. Internal Memories / External Memories è un doppio libro d’artista, numerato e in sole 199 copie. Era da tempo che volevo creare un oggetto prezioso, raro, che contenesse delle fotografie più personali che mi permettesse di trasmettere dei progetti meno visti tra quelli presenti nelle mie mostre o sui canali social».
«La mia poetica è quella di una ricerca costante, sincera, che si basa sul guardare il mondo per quello che è ma pensando sempre a come dare un piccolo spunto per migliorarlo ogni giorno. Esploro temi quali il cambiamento climatico, il passaggio del tempo, l’abbandono e in questo doppio libro la memoria personale e l’eredità che ognuno di noi ha e con la quale deve misurarsi ogni giorno».
«Sono una fotografa da quando avevo 12 anni e mio padre mi regalò una Yashica 35 mm. Ma dai 12 hai 30 anche se sempre presente, la fotografia è rimasta dormiente.
Ho studiato scienze politiche e poi ho lavorato nel mondo del No profit dove mi sono occupata di raccolta fondi. Penso che questi due passaggi mi abbiano resa molto attenta ad alcune delle tematiche presenti nel mio lavoro. Il mio interesse per le storie personali e i conseguenti ritratti di Cuba Vivir Con, la mia ossessione per il Cinema che mi ha condotta a fotografe tutti i cinema di Cuba per il libro Cines de Cuba, derivano dal mio lavoro nel profit e dai miei studi.
Dopo queste esperienze di lavoro e di studio sono tornata a scuola con un MA di ICP – International Center of Photography a New York, dove mi sono concentrata su studi molto classici di fotografia documentale. Sto ancora cercando di “uscire” da quello che ho imparato per diventare un artista migliore».
«Per i prossini mesi sto progettando una mostra con la mia galleria di Lugano [Dip] Contemporary Art per i lavori di Internal Memories / External Memories. Inoltre sarò presente al MIA nel premio “New Post Photography” (qui potete trovare le informazioni sull’edizione 2021) con il lavoro Desert 2 Desert. Ho in mente un altro libro per il 2021, che spero di poter realizzare».
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