Milano Art Guide ed exibart presentano It’s a Mad, Mad, Mad, Mad World, un atlante della fotografia degli anni 2020, da scoprire ogni settimana su Instagram: l’ospite di questa settimana è Fabrizio Ceccardi. Per dare un’occhiata al takeover nelle stories del nostro account instagram, vi basta cliccare qui.
A cosa stai lavorando?
«Ho ripreso un progetto che porto avanti da diverso tempo. Spesso lascio i miei lavori a decantare, è nella natura del mio percorso creativo, riprendendoli conferisco a loro un’altra identità e riavvolgendo il filo del tempo assumono nuova vita. Si tratta di una raccolta di immagini, per lo più polaroid di grande formato. Distorcendo l’obiettiva percezione di ogni singolo lavoro, allontanandomi dallo stereotipo della polaroid e sovrapponendo immagini diverse, poi rielaborate, il lavoro nella sua completezza offre una visione inedita e personale della realtà.»
Come trovi ispirazione per il tuo lavoro? E cosa ti ispira di più?
«Trovo ispirazione in molte cose, nella bellezza del mondo, nell’arte e nella letteratura, che sono per me da sempre fonti “romantiche” e intramontabili di stimolo continuo e input creativo. Qualunque cosa contenga genialità e poesia, sia essa musica, sia essa, opera artificiale o naturale, mi attrae e mi spinge a creare. Leggo, osservo rifletto, rielaboro, prendo spunto… e alla fine di questa ricerca nascono progetti creativi.»
Cosa significa fotografare negli Anni Venti del Duemila?
«In un mondo in cui tutti sono fotografi, la fotografia ha perso la sua aura. Oggi lo smartphone permette a chiunque di fotografare in qualsiasi momento, documentaristi di ogni attimo della nostra vita. È una grande fiera perpetua della fotografia ormai snaturata, così inflazionata da aver perso la sua essenza fruita all’eccesso. L’unica cosa che resta da fare è utilizzarla in progetti creativi esplorare nuovi percorsi nuove realtà dove il proprio sentire possa esser libero di esprimersi lontano da condizionamenti.»
Il 2020 in una foto?
Fabrizio Ceccardi vive e lavora tra Reggio Emilia e Milano. Il suo percorso creativo inizia a metà anni settanta, periodo in cui frequenta importanti artisti concettuali e fotografi. Partecipa alla stagione artistica delle performance, documentando diverse di queste azioni. In quegli anni iniziano i suoi primi progetti, che lo porteranno a usare la polaroid di grande formato e a sviluppare un percorso creativo con la tecnica del Polaroid Transfer. Metodo innovativo con cui Ceccardi interviene sulla superficie dell’opera: cancellando e sfumando alcune parti dell’immagine, ottiene pezzi unici, e si allontana dall’idea tradizionale di fotografia seriale.
Inizia così un percorso che lo porterà a esporre in Italia e all’estero. La sua ricerca artistica rivolge sempre uno sguardo particolare all’arte, che affianca nei suoi lunghi periodi di lavoro a Roma, e nell’incontro con l’artista Giosetta Fioroni. Tra i due artisti nascerà una lunga e profonda amicizia che porterà a diverse collaborazioni e progetti editoriali. Il lavoro di Ceccardi prosegue oggi con progetti e opere in grande formato, con la collaborazione di gallerie internazionali. I suoi lavori sono esposti in mostre personali e collettive in Italia e all’estero, tra cui: Parigi, Strasburgo,Tolosa, Biarritz, e poi Roma, Ferrara, Mantova, Bologna, Milano. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni con importanti editori Italiani e stranieri.
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