Milano Art Guide ed exibart presentano It’s a Mad, Mad, Mad, Mad World, un atlante della fotografia degli anni 2020, da scoprire ogni settimana su Instagram. L’ospite di questa settimana è Ohad Matalon. Per dare un’occhiata al takeover nelle stories del nostro account instagram, vi basta cliccare qui.
A cosa stai lavorando?
«Sto lavorando ad un progetto in cui ricerco la gamma di relazioni tra il lavoro di un artista (il caso di studio è il mio lavoro) e il lavoro di altri artisti, che lavorano con lo stesso mezzo, così come le relazioni verso i miei lavori precedenti. Di nuovo, il caso di studio è il mio mezzo, la fotografia. La gamma è tra l’essere ispirato, citazione, plagio, omaggio, continuazione di un’altra opera d’arte, e altro ancora.»
Come trovi ispirazione per il tuo lavoro? E cosa ti ispira di più?
«Leggere e ascoltare musica è la mia più grande ispirazione, specialmente leggere scritti sull’estetica e ascoltare musica moderna e free jazz. Ma in questi giorni, dal momento che sto lavorando con altre opere d’arte, sto spendendo molto tempo alla ricerca della fotografia giusta con cui relazionarmi, e il processo di ricerca è diventato un’altra fonte principale di ispirazione.»
Cosa significa fotografare negli Anni Venti del Duemila?
«Per quanto ho capito, non c’è più un vero bisogno di buone fotografie, troppe persone stanno scattando miliardi di foto ogni giorno, il che significa che la vita, la terra e il resto del soggetto sono coperti abbastanza ampiamente. Perciò credo che i fotografi d’arte dovrebbero contribuire a rivelare nel loro lavoro i limiti di questo mezzo, per riflettere su di esso e indagarne la natura. Credo che ogni fotografia d’arte dovrebbe contenere uno strato di riflessione sul mezzo, o sulla sua specifica creazione. Credo anche che ogni fotografia d’arte dovrebbe dire allo spettatore qualcosa sull’insufficienza della capacità di questo mezzo per catturare e documentare qualsiasi soggetto verso cui è rivolto.»
Il 2020 in una foto?
Ohad Matalon (Tel Aviv, Israele, 1972) è un artista di israeliano che lavora principalmente con il medium fotografico. Ha conseguito un MFA presso la Bezalel Academy of Art and Design nel 2007 e insegna alla Bezalel Academy di Gerusalemme. Ha preso parte in diversi esposizioni, tra le quali un solo show presso il Tel Aviv Museum of Art (2014). Il suo lavoro è stato acquisito in diverse collezioni, tra le quali figurano l’Haifa Museum of Art e Pkb Private Bank Switzerland Collection.
Info: Instagram, ohadmatalon.com
Per le altre interviste di It’s a Mad, Mad, Mad, Mad World potete cliccare qui.
Il Festival Lo Schermo dell’Arte è arrivato alla 17ma edizione e conserva intatta la magia dei sui film: una rapida…
Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…
Arte contemporanea in dialogo con le Piramidi di Cheope, Chefren e Micerino: Federica Di Carlo porta una installazione site specific…
Allo spazio Pratibus di Roma, Elena e Giulia Sella presentano Art of Play, una mostra immersiva con 16 installazioni interattive,…
Notte Morricone: il coreografo valenciano Marcos Morau firma uno spettacolo che tra danza, arti visive e teatro, fa rivivere l’estro e…
Tim Van Laere Gallery, a Roma, inaugura oggi Mia Mamma Roma, la terza mostra personale dell'artista di fama internazionale Leiko…