Arrivato a 80 anni, per William Eggleston è arrivato il momento di guardarsi indietro e non più solo intorno, alla ricerca di quegli attimi quotidiani la cui estetica effimera e perfetta abbiamo imparato a riconoscere nelle sue immagini. Così, il grande fotografo ha lanciato una fondazione dedicata alla conservazione e allo studio del suo lavoro. La sede della neonata Eggleston Art Foundation sarà a Memphis, luogo di nascita di Eggleston e soggetto di diverse serie fotografiche, e gestirà un archivio di documenti, stampe e circa 50mila negativi. Un numero considerevole, visto che notoriamente Eggleston non ha mai scattato due volte la stessa fotografia, affascinato dall’irripetibilità dell’attimo.
Nato a Memphis il 27 luglio del 1939, William Eggleston è considerato un pioniere nell’utilizzo del colore nella fotografia d’arte. Eggleston era un ragazzo introverso, suonava il pianoforte – nel 2017 ha pubblicato anche il suo primo album – gli piaceva disegnare ma anche lavorare con componenti elettronici, oltre che comprare cartoline e ritagliare foto da riviste. Non si integrò nell’ambiente degli Stati Uniti del Sud ma non si è mai sentito un estraneo, «Non ho mai avuto la sensazione di non adattarmi anche se probabilmente non l’ho mai fatto», rispose a un giornalista.
Frequentò la Vanderbilt University per un anno, il Delta State College per un semestre e l’Università del Mississippi per circa cinque anni, senza conseguire il diploma ma quando un suo amico gli regalò la prima macchina fotografica, una Leica, capì subito la sua strada. Era il 1958 ed entrò in contatto con artisti e intellettuali, seguendo in particolare la corrente dell’Espressionismo astratto ma i suoi primi scatti dovevano subire l’influenza di Robert Frank e Henri Cartier-Bresson.
A metà degli anni ’60, iniziò a sperimentare con il colore, trovando il suo stile e, nel 1976, i suoi lavori furono esposti al MoMA di New York. Qui entrò in contatto con la Factory di Andy Warhol, ebbe una lunga relazione con Viva, al secolo Janet Susan Mary Hoffmann, attrice-musa del Maestro della Pop Art.
Il suo è un realismo assoluto, acceso, un panorama ritagliato nel flusso quotidiano del tempo e dello spazio, in cui ogni singola forma dialoga in equilibrio, acquistando una uguale misura di potenza, silenzio e dignità. In questa operazione, molto si deve anche alla particolare tecnica di stampa, conosciuta come dye transfer, che dona una profonda intensità alla gamma di rossi, blu e gialli saturi.
I figli di Eggleston, Andra, Winston e William Eggleston III, fanno parte del consiglio della Fondazione, mentre Virginia Rutledge, storica dell’arte e avvocato esperta in Copyright, oltre che curatrice presso il Museo d’Arte della Contea di Los Angeles e vice presidente e consigliere generale per Creative Commons, ricoprirà il ruolo di direttore.
Perché avviare una Fondazione? Sono molte le questioni organizzative e burocratiche alle quali ogni artista deve rispondere, soprattutto se si tratta di personalità importanti e influenti, «Stabilire delle basi certe oggi è un modo per aiutare a preservare il suo lavoro in futuro», ha detto Rutledge ad Artnet. La Eggleston Art Foundation svolgerà un ruolo organizzativo importante, per districarsi nel complesso e ramificato sistema dell’arte contemporanea.
La Eggleston Art Foundation supervisionerà anche la redazione di un catalogo completo dell’artista, faciliterà i prestiti per le mostre e la programmazione dei progetti espositivi, mentre David Zwirner, che dal 2016 rappresenta in esclusiva l’artista, a continuerà a gestire le richieste di vendita e riproduzione delle immagini.
Ma la sua funzione sarà anche di promozione di nuovi artisti: «Siamo interessati a presentare lavori di artisti che, come Eggleston, sono impegnati a rispondere a ciò che è realmente là fuori», ha continuato Rutledge. Il primo passo della Fondazione sarà l’organizzazione di una mostra che metterà in dialogo le opere di Eggleston con quelle di Jennifer Steinkamp, artista statunitense che lavora con video, digital art e new media. L’esposizione si terrà alla Dixon Gallery & Gardens di Memphis, aprirà a gennaio 2020 e sarà incentrata sull’utilizzo della tecnologia, da parte degli artisti, per osservare il mondo.
A proposito di tecnologia, la Eggleston Foundation ha anche lanciato un account Instagram che, per il momento, ha quasi 7mila follower e ha già postato decine di bellissime fotografie. Che sembrano perfette per Instagram. «Credo che su Instagram le mie foto abbiano un bell’aspetto», ha commentato Eggleston.
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