Ripartire non vuol dire lasciare qualcosa indietro. Per esempio, tutto il lavoro online che i musei e le istituzioni della cultura hanno fanno in queste lunghe settimane di lockdown, potrĂ essere utile anche nei prossimi tempi, quando le porte, gradualmente, riapriranno. GiĂ abbiamo scritto di diverse riaperture in lungo e in largo per lâItalia, dal Castello di Rivoli al progetto delle gallerie napoletane, passando per la Galleria Nazionale di Roma e oggi rimaniamo nella Capitale per parlare del MAXXI, che torna fruibile ma non interrompe lo speciale palinsesto online che ci ha fatto compagnia negli ultimi mesi.
Il museo riaprirĂ in maniera graduale i suoi spazi e le mostre, nel rispetto delle norme di sicurezza e secondo le linee guida ufficiali, in attesa del 18 giugno, giorno in cui verranno festeggiati i dieci anni del MAXXI con una maratona online e offline, tra interventi e contributi di artisti e direttori. Intanto, in programma questa settimana altri due appuntamenti online del ciclo Azioni dâartista, con contributi video di Paolo Pellegrin, oggi, mercoledĂŹ 20 maggio, e di Silvia Camporesi, domenica 24 maggio.
Per le modalitĂ di accesso al MAXXI, vi raccomandiamo di consultare il sito.
Nato a Roma, lâ11 marzo 1964, Paolo Pellegrin ha vinto 11 edizioni del World Press Photo Award, collabora come fotoreporter con testate quali Newsweek e New York Times magazine ed è membro dellâagenzia Magnum dal 2005. Tra il 2018 e il 2019, il MAXXI gli ha dedicato unâampia antologica a cura di Germano Celant. Proprio in quella occasione, era stato esposto il lavoro pubblicato in esclusiva online oggi, su tutti i canali social del MAXXI.
Il contributo riguarda il progetto di documentazione del dramma dei migranti, sviluppato da Pellegrin nel 2015, sullâisola di Lesbo, in Grecia. In un video in bianco e nero, nella calma dal rumore del mare, una coperta termica abbandonata si muove in balia di un vento leggero. Anche in questa occasione, nelle immagini di Pellegrin si incontrano la visione realistica del reporter e lâintensitĂ dellâartista, che alcune settimane fa aveva partecipato alla raccolta di beneficenza dei 100 fotografi per Bergamo.
ÂŤUno sguardo soggettivo ma distaccato, che è una riflessione e unâanalisi, che coincide con lâampio atteggiamento di disponibilitĂ , di rispetto e di interesse verso i momenti della storia, di chi pratica una personale fotografia antropologica e compie unâodissea nellâumano e nel disumanoÂť, scriveva Celant nel testo della mostra.
Silvia Camporesi è nata nel 1973 a ForlĂŹ, dove attualmente vive e lavora. Laureata in filosofia, nel 2007 ha vinto il premio Celeste per la fotografia. Ha esposto in diverse personali e collettive, in Italia e allâestero, dalla Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia a Villa Pignatelli di Napoli, dal MAC di Lissone alla Galleria z20 di Roma. Camporesi è stata tra gli artisti coinvolti nella raccolta di beneficenza promossa dallâAccademia di San Luca, a favore della protezione civile italiana.
Negli ultimi anni, la sua ricerca è stata incentrata sul paesaggio italiano e suoi luoghi disabitati e abbandonati, reinterpretati come luoghi della memoria. Per il palinsesto online del MAXXI, domenica 24 maggio, alle 10, Camporesi presenterĂ unâanteprima esclusiva del suo nuovo progetto, âIl paese che emergeâ, dedicato al paese fantasma di Fabbriche di Careggine, che si trova da tanti anni sommerso in un lago in Toscana. Lâartista ha ricostruito il paese in scala 1:50 e lo ha fotografato e ripreso in varie situazioni, simulando lo svuotamento del lago avvenuto per lâultima volta nel 1994.
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