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Ma sì, certo, ne avevamo sentito parlare: ce ne avevamo raccontato amici, colleghi, e tutti di lei avevano aneddoti da condividere, ricordi, dipingevano cammei che la vedevano protagonista. Avevamo, ovvio, ammirato le sue foto, quelle immagini iconiche cui è difficile sfuggire, se sei siciliana (come una di noi) o se vivi in Italia. La amavamo, senza dubbio. Ma poi. Poi. Era il 15 dicembre 2019, da poco avevamo mosso i primi passi con il nostro spazio espositivo, Crumb Gallery, il primo in Europa ad esporre soltanto artiste donne. Quella sera Serena Dandini agli Stati Generali sulla Rai presentava proprio Letizia Battaglia. Sentirla parlare fu una folgorazione. Simpatica, sincera, fuori dalle righe, militante di quelle vere, con i capelli rosa, e poi senti cosa dice?, sembrava che le parole e le scelte – politiche, personali, professionali – fossero del tutto coerenti, senza una sbavatura, rispetto a quello che era stata la sua vita. Lei ci avrebbe potuto capire, ci dicemmo l’un l’altra; lei ci avrebbe potuto appoggiare. La contattammo e non solo ci trattò senza nessuna condiscendenza, senza un briciolo di arroganza, senza mettere distanze, barriere, ostacoli. Ma, anzi, ci ascoltò, ci incoraggiò e poi fece molto di più. Decise di tenere la mostra sui suoi nudi di donna proprio nella nostra galleria.
L’esposizione, “Corpo di donna”, si inaugurò l’8 marzo del 2020, a tre giorni dal primo lockdown (fatto che le impedì di partecipare al vernissage), evento che, nonostante l’aria da fine del mondo, fu un grandissimo successo. Il catalogo, che fu anche il primo della nostra collana, andò a ruba. E lei con la sua generosità senza limiti ci aiutò a farci conoscere.
Poi l’anno seguente arrivò finalmente a Firenze: organizzammo un workshop di fotografia che la vide docente e che si tenne al Museo Novecento. Parteciparono 25 persone. Il tema era la composizione, l’occhio, la capacità di identificarsi e di “sentire” il soggetto fotografato, ma anche e soprattutto il nudo di donna, che era il tema che la stava interessando e coinvolgendo di più negli ultimi anni, «Anche se ad alcuni queste mie ultime foto non piacciono», diceva senza nessun risentimento: non aveva alcun timore di quello che gli “altri” potevano pensare del suo lavoro e quello che le interessava davvero, negli ultimi anni, era mettere della distanza tra sé, la sua produzione e il sangue, i morti ammazzati, le vite spezzate, la distruzione che opera l’ombra che si annida in ogni essere umano e che deve (deve) essere tenuta imbrigliata, come ci spiegava. Da quel workshop venne anche fuori un libro, “Anna”, intitolato così in onore della giovane modella, Anna appunto, che al workshop posò nuda per due giorni.
Le sue immagini di donne le abbiamo portate a The Phair a Torino, dove il successo fu tantissimo. Con Letizia abbiamo anche organizzato un concorso fotografico, rivolto soltanto a donne, “Cherchez la femme”. Una prima scelta di questi scatti è stata esposta a Roma nel 2021 al ReFest che si tenne al WeGil. La scelta definitiva delle cinque fotografe, per Letizia e per noi, più significative nella interpretazione della donna operata da un’altra donna verrà esposta al ReFest a Roma a ottobre di quest’anno e poi a Crumb Gallery. Purtroppo lei non ci sarà. Ma il suo insegnamento, la sua generosità, l’onore di averla conosciuta e di aver avuto da lei così tanto, qualcosa che ci accompagnerà per sempre, quello sì che ci sarà. Grazie Letizia.
Crumb Gallery