Categorie: Fotografia Mostre

Letizia Battaglia e i grandi della fotografia siciliana vanno in mostra alla Fondazione Merz di Torino

di - 25 Aprile 2023

<<Penso che un fotografo che sia realmente tale non possa essere che uno scrittore che si esprime per immagini>>. Con queste parole Enzo Sellerio si esprimeva circa il rapporto della fotografia con la realtà. Quella che a lui interessa è la realtà quotidiana, concreta, vissuta dalle persone comuni, pure se immerse in un contesto di pieno fermento culturale o che, ahimè, si trovano catapultate al centro di vicende di cronaca e sociali profondamente drammatiche. Ma l’accento cade sulla capacità narrativa, sul racconto che si snoda non attraverso le parole e il discorso, ma per mezzo delle immagini. La frase di Sellerio è una di quelle scelte da Valentina Greco, curatrice della mostra ora in corso alla Fondazione Merz di Torino, a controcanto delle immagini esposte nella mostra che ha inaugurato lo scorso 17 aprile. “Palermo mon amour”, questo il titolo della mostra realizzata in collaborazione con il Centro Internazionale di Fotografia Letizia Battaglia, l’Archivio Letizia Battaglia e l’Archivio Enzo Sellerio. Il titolo evoca, parafrasandolo, quello del noto film di Resnais.

Palermo mon amour courtesy Fondazione Merz Torino

L’evento espositivo è piuttosto inconsueto rispetto all’abituale programmazione della sede che lo ospita. La mostra è infatti dedicata alla fotografia e in particolare all’opera di quattro fotografi siciliani: Letizia Battaglia, Enzo Sellerio, Franco Zecchin, Fabio Sgroi e Lia Pasqualino. Il percorso espositivo consta di più di ottanta foto in bianco e nero ed è completato da alcuni video, proiezioni di immagini e un paio di cortometraggi di Ciprí e Maresco. Tema della mostra è la Palermo del periodo che va dal 1950 al 1992. Si tratta di anni intensi, intessuti di vicende drammatiche, fatti di cronaca e di mafia, lotte, grandi processi e altre vicende che hanno segnato profondamente la storia del nostro Paese e il vissuto della città di Palermo. Tuttavia, come emerge dalla mostra, contestualmente ai tragici fatti di cronaca, in quel periodo la città conosceva un grande fermento culturale e una sontuosa ricerca nell’ambito dell’arte e della fotografia. Le immagini in mostra costituiscono una testimonianza plastica di questo fermento. Tra stralci di vita quotidiana e popolare, fino ai grandi eventi cinematografici e teatrali, esse rendono conto di un periodo storico decisamente ricco e di cui ancora molto abbiamo da comprendere.

Palermo mon amour courtesy Fondazione Merz Torino

Il percorso espositivo è poi corredato da una serie di testimonianze parole di poeti e scrittori, copie originali di riviste storiche. Ma protagonista è senza dubbio la fotografia in bianco e nero, la quale ha la caratteristica preziosissima di creare come un filtro poetico tra chi guarda l’immagine e i soggetti ritratti. Ci troviamo così immersi in un mondo in cui luce e ombre scolpiscono i soggetti e i luoghi dando loro una connotazione fortemente simbolica, che travalica la mera testimonianza visiva dei fatti e si fa narrazione a tutto tondo. Molte delle foto in mostra furono, infatti, originariamente scattate per giornali di cronaca nera.

Palermo mon amour courtesy Fondazione Merz Torino

Tuttavia la capacità espressiva e bellezza formale che caratterizza queste immagini, fa loro compiere come un passo oltre, rendendole un’occasione per la rielaborazione culturale e consapevole dei vissuti che la città di Palermo ha attraversato nel corso del travagliato periodo storico nei meandri del quale la mostra ci conduce. Come si è detto, è abbastanza raro vedere alla Fondazione Merz di Torino una mostra di fotografia nel senso così letterale del termine. Eppure queste immagini hanno una vitalità e una forza che nulla ha da invidiare alle ricerche contemporanee più elaborate e ambiziose nell’ambito delle arti visive e performative, oltre a una spiccata capacità narrativa. La fotografia si fa, qui, stimolo per l’immaginazione, intesa come capacità di raccontare, come voleva Sellerio, ripensare, e quindi fare nostro, un pezzo di storia italiana particolarmente drammatica, le cui conseguenze ancora interessano le cronache di oggi.

Articoli recenti

  • Cinema

Napoli-New York: il sogno americano secondo Gabriele Salvatores

Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…

22 Dicembre 2024 9:00
  • Arte contemporanea

Sguardi privati su una collezione di bellezza: intervista a Francesco Galvagno

Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…

22 Dicembre 2024 8:20
  • Mostre

Dicembre veneziano: quattro mostre per immergersi nel dialogo culturale della laguna

La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…

22 Dicembre 2024 0:02
  • Mostre

Bonhams ospiterà una mostra dedicata alla fotografa Lee Miller

Si intitola “Lee and LEE” e avrà luogo a gennaio in New Bond Street, negli spazi londinesi della casa d’aste.…

21 Dicembre 2024 22:22
  • Mostre

Lasciarsi toccare dal colore. La pittura di Ingrid Floss sbarca in Italia

Un'artista tanto delicata nei modi, quanto sicura del proprio modo d'intendere la pittura. Floss arriva a Genova in tutte le…

21 Dicembre 2024 18:30
  • Mostre

I gioielli e la poetica dell’abitare. La lezione di Andrea Branzi in mostra a Milano

10 Corso Como continua il suo focus sui creativi dell'arte, del design e della moda con "Andrea Branzi. Civilizations without…

21 Dicembre 2024 17:20