Jacopo di Cera, fotografo milanese che si è aggiudicato il terzo posto al concorso del National Geographic 2010, pone al centro della sua ricerca artistica il desiderio di infondere all’immagine un senso materico, trasformandola in un’opera d’arte unica, una fotografia che sia il risultato di un pensiero artistico pulsante, frutto di esperienza, valore estetico cromatico e contenuti sociali. L’artista, a proposito del fotomaterismo afferma «in una fase storica in cui siamo dopati di immagini, dovuta alla rapida ascesa della digitalizzazione e alla conseguente enorme amplificazione, a tratti compulsiva, tramite i diversi strumenti sociali, credo che l’immagine e la materia possano creare un nuovo livello di esperienzialità artistica. La materia crea esperienza, ti aiuta a riconnetterti con il reale, è unica, è vera». Le sue fotografie sono attualmente esposte in diverse gallerie in Italia e all’estero e sono parte di importanti collezioni private.
Jacopo di Cera vince il primo premio Eliana Lissoni nel 2017 con Italian Summer. Il progetto si propone di raccontare le vacanze italiane attraverso l’insolito utilizzo di un drone che concerne una visuale dall’alto a “occhio di dio”. Questa scelta tecnica dell’artista deriva dalla sua intenzione di attuare una sorta di unificazione dei protagonisti delle sue fotografie che renda l’estate di tutti, senza distinzioni di classe e risorse economiche. L’intento è rompere gli abituali schemi fotografici e allargare gli orizzonti a una doppia ricerca che indaghi fattori sociali e territoriali insieme. Gli ombrelloni e gli stabilimenti balneari, le piccole sagome dei bagnanti esposti ai caldi raggi del sole paiono unità geometriche e popolano un paesaggio tutto italiano che viene indagato in ogni sua sfaccettatura e contraddizione. Narrando il suo progetto, l’artista lascia trapelare una passione per il dettaglio, per la poetica spontanea dei gesti più semplici, da qui sembra derivare la sua più disinvolta ispirazione.
Parlando della nascita di Italian Summer l’artista precisa, «il progetto nasce a Procida. Mi ricordo ancora la prima fotografia: era ora di pranzo, ero su un piccolo gommone, alla Chiaiolella e una scena aveva attirato la mia attenzione: il passaggio del pranzo da una barca all’altra. Un classico rito che spesso avevo visto in spiaggia, ma non in acqua: moltissime imbarcazioni di diverse famiglie e amici si erano legate l’una all’altra creando diversi gruppi e si passavano qualsiasi pietanza portata per sé e da condividere con gli altri. Gesti naturali, che si moltiplicavano in tutto il golfo popolato da barche di ogni tipo. Un grande pranzo di famiglia. Così è nato il primo scatto: Pass Me the Parmigiana!». Fondamentale, nella ricerca di Jacopo di Cera, è la coerenza tra il metodo curatoriale e l’idea di fondo del progetto, la scelta di usare il drone in Italian Summer è la prova lampante, l’appiattimento che consente una visione dall’alto riflette lo sguardo che l’artista fin dal principio vuole offrire attraverso il suo personalissimo obbiettivo.
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