04 gennaio 2025

Molichrom 2025, fotografie del conflitto: il festival arriva in Molise

di

La quarta edizione di Molichrom, il festival della fotografia nomade, sarà dedicata al racconto visivo degli scenari di guerra e conflitto, tra mostre, talk e workshop

Gaza Strip, Gaza City: A Palestinian look a heavy destruction in Al Shaaf neighbourhood during a 72 hours ceasefire on August 11, 2012. ALESSIO ROMENZI

Un crocevia di incontri, per riflettere sulle molteplici sfumature, spesso sfuggenti, dell’immagine: dal 10 al 14 gennaio 2025, si svolgerà in Molise la quarta edizione di Molichrom: Festival della Fotografia Nomade. Questo appuntamento di rilievo per la scena fotografica contemporanea affronterà quest’anno un tema di urgente attualità: le migrazioni forzate causate dai conflitti. Nato da un’idea dell’associazione Tèkne e sostenuto dal Piano Sviluppo e Coesione della Regione Molise, Molichrom si propone come un progetto di valorizzazione territoriale. Attraverso la fotografia, il festival supera i confini geografici e culturali, promuovendo il Molise come spazio di dialogo sulla contemporaneità.

Iraq, Qarayya: A newly displaced woman walks with two children through the northern check point in Qayyarah, some 35 miles south of Mosul on October 31, 2016. Alessio Romenzi

L’ultimo Ballo: la mostra di Romenzi per Molichrom 2025

«La guerra ha sempre rappresentato uno dei più potenti catalizzatori del nomadismo forzato nella storia dell’umanità», ha spiegato il direttore artistico della rassegna, Eolo Perfido. «Dalle antiche deportazioni assire alla contemporanea crisi dei rifugiati, il conflitto armato continua a essere la principale causa di spostamenti di massa della popolazione civile, creando quella che potremmo definire una forma di “nomadismo della sopravvivenza”». Dunque, fotografia diventa una lente per osservare, documentare e raccontare al mondo la realtà di chi, spinto dai conflitti armati, si trova costretto a reinventare il concetto stesso di casa.

Eolo Perfido

La mostra principale di Molichrom 2025, L’ultimo Ballo: Vite sospese al tempo della guerra, firmata dal fotoreporter Alessio Romenzi, condurrà il pubblico nelle zone di conflitto più devastate del pianeta, tra Ucraina, Siria, Afghanistan, Palestina, Yemen, Iraq, Libia e Libano. In esposizione a Palazzo Gil di Campobasso, le sue immagini catturano gli orrori della guerra ma aprono anche uno spiraglio sulle vite di chi, tra dolore e resilienza, cerca una via d’uscita dalla distruzione. «Mentre fotografavo capivo che quelle persone erano come sospese in un limbo. Quel limbo si chiamava Guerra», racconta Romenzi.

Yemen, Sana’a: The basement of the Al Kubra funeral hall in Sana’a destroyed by a Saudi led coalition airstrike.
The airstrike took place on the afternoon of 8 October 2016 when 155 people were killed and at least 525 more wounded when two airstrikes, about three to eight minutes apart, hit the packed hall. Alessio Romenzi

A completare questa narrazione, il progetto Verso Casa, realizzato in collaborazione con le Associazioni Fotografiche locali, sposta lo sguardo sul territorio molisano, esplorando le storie dei rifugiati accolti nella regione. Un racconto corale che traduce l’astratto concetto di migrazione in storie umane di speranza e resistenza.

Talk, workshop e un approccio etico alla fotografia

Il programma dei talk di Molichrom 2025 spazia dai reportage di guerra all’etica della fotografia nell’era dell’intelligenza artificiale. Alessio Romenzi inaugura gli incontri con Scatti di Conflitto, mentre Paolo Benanti affronta Il Futuro della Fotografia: Etica e Creatività nell’era dell’IA. Una passeggiata fotografica condotta da Barbara Di Maio e Francesca Tiboni offre uno sguardo femminile sulla street photography, culminando nel talk Women in Street_Italy. Amnesty International, rappresentata da Tina Marinari, porta al centro del dibattito i crimini di guerra e i diritti umani.

Tra i laboratori, spicca il workshop sul ritratto ambientato condotto da Andrea Boccalini. Famoso per il suo lavoro con i grandi del jazz, Boccalini esplora il ritratto come incontro umano, un processo che trascende la tecnica per raggiungere l’autenticità.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui