Categorie: Fotografia

Ore sospese. A Milano, un diario fotografico per raccontare l’Italia

di - 3 Novembre 2020

Alla galleria Podblieski di Milano, dal 15 ottobre al 19 dicembre 2020, prende vita una esposizione fotografica, curata da André Podbielski e Maud Greppi, che vuole essere un omaggio al paesaggio italiano. Le opere si focalizzano sul concetto stesso di paesaggio, inteso come spazio immerso in un tempo sospeso. La fotografia, in quanto mezzo che riesce a catturare attimi immutabili e istantanei, risulta essere il mezzo più adatto.

Sono esposte opere di importanti e autorevoli fotografi del panorama italiano: Luigi Ghirri, Augusto Cantamessa, Ilaria Abbiento, Luca Campigotto, Bruno Cattani, Fabrizio Ceccardi, Roberto Cotroneo, Marco Dapino, Massimiliano Gatti, Thomas Jorion, Ugo Ricciardi, Marco Rigamonti, Massimo Siragusa, Jacopo Valentini e Francesco Zizola. Le fotografie raccontano e rappresentano l’Italia non solo attraverso luoghi definiti e immediatamente identificabili, ma anche attraverso spazi reinterpretati dagli occhi dei diversi fotografi.

© Massimiliano Gatti, La Soaza Anche tu sei collina, 2020

Il titolo scelto per la mostra evoca il tempo sospeso, le fotografie fermano l’istante tra passato e presente e l’imprevedibile futuro e inducono nello spettatore una riflessione sugli intrecci reciproci tra gli spazi di tempo. Il messaggio che suscitano le istantanee esposte è che, come tutte le cose, anche i luoghi sono definiti dal tempo, un tempo che non è più certo e oggettivo, ma un tempo interiore, fatto di ricordi e memorie, carico di molteplici significati.

La mostra si configura come un viaggio percettivo tra spazi vuoti e tempo sospeso, tra diverse evocazioni di un paesaggio italiano, espressione di una storia e memoria comune, esteriorizzazione di ricordi, valori ed emozioni. Quindi luoghi vissuti, amati e sentiti con uno spirito di forte appartenenza e riappropriazione. Si inizia da Hearthbeat di Fabrizio Ceccardi, un cuore artificiale di neon che rappresenta il tempo quotidiano del battito cardiaco, momentaneamente sospeso tra il presente e l’imprevedibile futuro. Un cuore intriso di forza vitale che, però, induce una riflessione sull’accettazione degli equilibri instabili che regolano la vita. Il percorso prosegue con le vedute di Luigi Ghirri, tra le quali particolarmente suggestiva è l’immagine di un bambino ritratto nel suo primo giorno di scuola che apre le braccia con, sullo sfondo, una cartina geografica che raffigura la nostra intera penisola. Una foto che ci comunica un tempo possibile in una realtà senza tempo, una probabile relazione tra noi e il mondo esterno nell’innocenza di un bambino.

© Luigi Ghirri, Reggio Emilia, dalla serie Paesaggio Italiano

A seguire sono allestite le fotografie di Augusto Cantamessa, un nucleo di opere in bianco e nero, vedute di un paesaggio urbano ed extraurbano che suggerisce non solo atmosfere piemontesi, ma dietro ogni immagine si nasconde un’emozione e uno stato d’animo che cela e vuole indurre una riflessione profonda e segreta. Come sottolinea Bruna Genovesio “le sue immagini sono un caleidoscopio di stati d’animo e atmosfere rappresentative di un mondo che mutando continuamente, rimane intatto nelle sue peculiarità umane e naturali”.  Ci sono poi degli scatti di Ilaria Abbiento estrapolati da Quaderno di un’isola, eseguiti all’Asinara, in Sardegna che richiamano il tema del viaggio inteso come esplorazione interiore e ricerca in una dimensione metafisica e al di fuori della sfera umana. Il medesimo soggetto sardo è stato ritratto anche da Ugo Ricciardi in una serie di notturni che evocano atmosfere misteriose e sacre, realizzati vicino le famose zone nuragiche, come il pozzo sacro di Santa Cristina o la Tomba dei Giganti presentati come luoghi custodi di un segreto.

© Ilaria Abbiento

Un’atmosfera surreale è presente anche nelle vedute inedite di Roberto Cotroneo, come le fotografie notturne della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, a Roma realizzate durante il periodo del lockdown. Ciò che Cotroneo vuole mettere in luce è lo spazio svuotato della presenza umana, che definiva la funzione stessa di questo luogo e lo animava e cala le sale immense del museo in una condizione tra l’onirico e l’angosciante. È significativo per l’artista la condizione imposta e limitata di restrizione che ha rivestito anche questi spazi, come lui stesso sottolinea “Luoghi dove la consuetudine dell’esserci è limitata dagli orari, dai flussi, ed è un tempo deciso da altri”.

I luoghi della memoria e del ricordo

La ricerca di alcuni fotografi si concentra su luoghi che richiamano tradizioni popolari ed evocano il passato come Presepi e dintorni- Nativity Scenes di Marco Rigamonti che ha voluto ritrarre le strade di campagna della sua Pianura Padana, per riallacciarsi alla tradizione culturale di questa zona di esporre presepi pieni di cultura popolare davanti alle proprie case, nell’aia della fattoria o nei cortili. Richiamando in questo modo le tradizioni rurali e contadine e i costumi dell’Italia. Anche Bruno Cattani esponendo uno scatto tratto da Memorie, una serie di fotografie di volti, oggetti, giocattoli e luoghi, vuole raffigurare momenti e situazioni che ci ricollegano al passato, cercando di far rivivere nello spettatore le stesse emozioni.

Il percorso espositivo si conclude con Francesco Zizola, fotoreporter vincitore di numerosi premi Word Press Photo, presente con una serie di scatti che documentano la superficie alle pendici dell’Etna, con uno sguardo particolare e originale che si concentra sull’aspetto materico che astrae la realtà: il suolo del vulcano viene descritto come una superficie lunare e irraggiungibile.

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