Categorie: Fotografia

Other Identity #132, altre forme di identità culturali e pubbliche: Chiara Masia

di - 19 Ottobre 2024

Tratta dall’omonima rassegna ideata dall’artista e curatore indipendente Francesco Arena, la rubrica “OTHER IDENTITY – Altre forme di identità culturali e pubbliche” vuole essere una cartina al tornasole capace di misurare lo stato di una nuova e più attuale grammatica visiva, presentando il lavoro di autori e artisti che operano con i linguaggi della fotografia, del video e della performance, per indagare i temi dell’identità e dell’autorappresentazione. Questa settimana intervistiamo Chiara Masia.

autoritratto dal progetto ”Isolament(e)”

Other Identity: Chiara Masia

Il nostro privato è pubblico e la rappresentazione di noi stessi si modifica e si spettacolarizza continuamente in ogni nostro agire. Qual è la tua rappresentazione di arte?

«Penso che la rappresentazione dell’arte possa cambiare di continuo, seguendo vari condizionamenti interiori ed esterni. Utilizzo spesso la fotografia per esternare una mia idea, ma mi piace dedicarmi a continue ricerche che sperimentano altri stili e modi di elaborare un’emozione attraverso l’immagine come, ad esempio, il collage, video arte, tecniche miste e così via. L’arte è il mezzo, per me, per esprimermi, denunciare, tirare fuori le parole dando voce a ciò che sento, con la fruizione dell’immagine».

Chiara Masia – Magellan Forme (in)visibili 2021 fotografia digitale 6016 × 4016 Ringrazio la mia amica Jessica per avermi fatto da modella

Creiamo delle vere e proprie identità di genere che ognuno di noi sceglie in corrispondenza delle caratteristiche che vuole evidenziare, così forniamo tracce. Qual è la tua “identità” nell’arte contemporanea?

«Nel mio lavoro viene spesso risaltato l’aspetto intimista e mi piace inserirlo ovunque perché è legato al mio modo di vivere e vedere ciò che mi circonda, spaziando le tematiche e i generi di rappresentazione. Negli ultimi anni mi sono concentrata sulla fotografia d’autore e sul nudo artistico, sul corpo femminile scultoreo e non, mettendomi in gioco e in discussione anche in prima persona, sperimentando l’autoritratto nelle sue sfumature. Mi sono detta: “Come faccio a realizzare fotografie di nudo e a far sentire a proprio agio qualcuno di fronte alla fotocamera se io stessa non mi ci metto?”».

Chiara Masia – Magellan Costola 2021 La fotografia, scattata con una Pentax all’interno della quale è stata inserita la pellicola IL FORD HP5 PLUS 400 ISO 35mm, è stata successivamente stampata con carta baritata in camera oscura. Si tratta di una stampa gigantografica ai sali d’argento che misura 70×100 e si presenta con una cornice in legno dipinta di nero (71×104 con spessore 3cm). I soggetti della fotografia sono i miei genitori, che ringrazio di cuore per avermi dato la possibilità di realizzarla

Quanto conta per te l’importanza dell’apparenza sociale e pubblica?

«Ritengo che la visione sull’aspetto sociale e pubblico dipenda dall’occhio di chi guarda, dall’ambiente e dalla persona con cui entri in relazione. Io cerco di non fermarmi all’apparenza, perché se ho la possibilità mi piace entrare in contatto con l’altro e scoprirne un po’ l’essenza, con la speranza di avere uno scambio costruttivo, senza dimenticare che comunque ogni contesto porta a mostrare solo alcune parti di puzzle di te».

Il richiamo, il plagio, la riedizione, il ready made dell’iconografia di un’identità legata al passato, al presente e al contemporaneo sono messi costantemente in discussione in una ricerca affannosa di una nuova identificazione del sé, di un nuovo valore di rappresentazione. Qual è il tuo valore di rappresentazione oggi?

«Siamo pieni di immagini ormai, talmente tante che ci porta a ricordare poco di quello che vediamo. Ci sono vetrine ovunque e il social è diventato tra quelle più gettonate. Noto che c’è una ricerca sfrenata nell’ottenimento della rappresentazione di una propria idea che sia originale e diversa da ciò che già è esistito nel passato, ma cos’è il passato se non una possibilità da cui trarre ispirazione? Il risultato dell’opera dipende dall’approccio che si ha nel momento della realizzazione, dove ognuno mette il proprio vissuto in ciò che produce.

Essere originali diventa quasi necessario al giorno d’oggi altrimenti diventi invisibile, non si attira l’attenzione come si desidera, ma non mi piace vivere la ricerca come un’ossessione o un bisogno… cerco, piuttosto, di valorizzare i miei punti di vista mettendoli allo stesso tempo in discussione attraverso il confronto costruttivo con l’altro. Il mio valore di rappresentazione si rispecchia nell’apertura al cambiamento, rimanendo comunque fedele a ciò che sento e a ciò che in un preciso momento voglio comunicare.

Il mezzo cambia a seconda del periodo che sto vivendo e mi piace che quello che produco possa essere, a volte, una contaminazione di varie arti arricchita da ciò che posso vedere in una mostra, su un blog, un video etc. senza perdere però la mia identità. Penso sia importante informarsi di continuo su quello che coinvolge il mondo audiovisivo e dell’arte nel senso più esteso, perché si può ricavare qualcosa di utile e ampliare il proprio pensiero che può portare ad una maturazione nel processo dell’opera».

Chiara Masia – Magellan Ispirazione da ‘’Il Ratto di Proserpina’’ 2021 fotografia digitale Dimensioni: 4016 × 6016 Ringrazio la mia amica Jessica per avermi fatto da modella

ll nostro “agire” pubblico, anche con un’opera d’arte, travolge il nostro quotidiano, la nostra vita intima, i nostri sentimenti o, meglio, la riproduzione di tutto ciò che siamo e proviamo ad apparire nei confronti del mondo. Tu ti definisci un’artista agli occhi del mondo?

«Onestamente non tendo a definirmi perché seguo il fluire del mio sentire, ma posso dire che l’arte è il mio arcobaleno dentro il quale mi piace immergermi attivamente e mi lascio trasportare mentre, la fotografia, è il mio punto luce».

Quale “identità culturale e pubblica” avresti voluto essere oltre a quella che ti appartiene?

«Mi risulta difficile rispondere a questa domanda poiché stimo molte persone appartenenti a diversi contesti e ognuna mi ha dato qualcosa. Posso nominarne qualcuna come, ad esempio, Emily Dickinson che mi ha fatto amare la poesia che essa stessa è arte, che emerge in alcuni miei progetti perché mi piace affiancare la parola all’immagine, Francesca Woodman per la ricerca dell’espressione dell’identità attraverso l’obiettivo fotografico, fondendo il proprio corpo con l’ambiente circostante con una cura minuziosa su ogni dettaglio all’interno dell’inquadratura, Alina Marazzi per il coraggio e la determinazione di parlare di sé attraverso la forma del diario come mezzo espressivo in alcuni dei suoi film, perché credo che mostrare parti autobiografiche tramite l’arte può essere un modo potente per rendere qualcosa di soggettivo – oggettivo quindi universale, in cui le persone si possono ritrovare e acquisire spunti di riflessione».

Biografia

Chiara Masia, nata a Iași nel 1993, ha sempre avuto l’interesse per il sociale che l’ha portata a partecipare al Festival di Fotogiornalismo organizzato dalla Scuola di Fotografia Graffiti, arrivando seconda classificata, ha inoltre collaborato come fotografa volontaria per Energia per i Diritti Umani Onlus e lavorato per la Fondazione Laureus Italia Onlus.

Il suo percorso inizia da autodidatta ma, negli anni a seguire, ha approfondito la sua passione frequentando la Scuola Romana di Fotografia, workshop riguardanti la stampa in camera oscura e ha conseguito la laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Roma per il corso Corso di Tecnologie per l’Arte – indirizzo Fotografia e Video.

Entrare in contatto con l’ambiente accademico ha fatto maturare un nuovo approccio fotografico, improntato su una ricerca continua e intimista di ogni tematica affrontata, con il desiderio di sperimentare vari modi di comunicazione ponendo una particolare attenzione sulla fotografia d’autore.

Dal 2018, anno della prima personale all’interno del Chiostro del Bramante con il progetto “Corpo Luce”, ha iniziato a partecipare a mostre collettive in Italia (AlbumArte, WEGIL, Scuderie Aldobrandini di Frascati, Monk, Tevere Art Gallery di Roma, Babila Hostel & Bistrot di Milano) e all’estero, in particolare ad Arles in Francia, durante il festival di fotografia Les Rencontres, dove ha venduto la fotografia La mia estate eri tu del progetto personale Cuore di Sardegna.

Chiara Masia – Magellan Onde interiori dal libro d’artista “Isolament(e) 2022 autoritratto in fotografia digitale 6016 × 4016

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