12 gennaio 2025

Other Identity #142, altre forme di identità culturali e pubbliche: Kristina Rozhkova

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Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo millennio: la parola a Kristina Rozhkova

Kristina Rozhkova, Dacha, 2020

Tratta dall’omonima rassegna ideata dall’artista e curatore indipendente Francesco Arena, la rubrica “OTHER IDENTITY – Altre forme di identità culturali e pubbliche” vuole essere una cartina al tornasole capace di misurare lo stato di una nuova e più attuale grammatica visiva, presentando il lavoro di autori e artisti che operano con i linguaggi della fotografia, del video e della performance, per indagare i temi dell’identità e dell’autorappresentazione. Questa settimana intervistiamo Kristina Rozhkova.

Kristina Rozhkova

Other Identity: Kristina Rozhkova

Il nostro privato è pubblico e la rappresentazione di noi stessi si modifica e si spettacolarizza continuamente in ogni nostro agire. Qual è la tua rappresentazione di arte?

«Non tratto l’arte come qualcosa di speciale. Per me è inseparabile dalla vita, dalla natura e dai vari fenomeni di questo mondo, personalmente per me tutto dipende dal mio focus di attenzione. Posso passare una settimana senza vedere alcuna bellezza o arte in questo mondo e poi aprire gli occhi e vederne molta in ogni cosa, non so perché sia così, dipende dal mio stato interiore».

Kristina Rozhkova, The Bliss of Girlhood, 2021

Creiamo delle vere e proprie identità di genere che ognuno di noi sceglie in corrispondenza delle caratteristiche che vuole evidenziare, così forniamo tracce. Qual è la tua “identità” nell’arte contemporanea?

«Nell’arte contemporanea mi sento nello stesso modo in cui mi sento nella vita ordinaria, qualcuno mi capisce e mi accetta con tutte le mie peculiarità e stranezze. E qualcun altro dirà quanto sono brutta, orribile e sgradevole. Lo vedo assolutamente normale, fin dall’infanzia ho dovuto affrontare il fatto di non essere stata accettata dalla società: soprattutto a scuola. Allora ho sentito molto chiaramente che ero completamente diversa, che nessuno mi capiva o non piacevo.

Nell’arte contemporanea, nonostante le persone spesso mi scrivano per dirmi quanto amano il mio lavoro, spesso mi sento un po’ un outsider. Forse è un’abitudine.

Finora mi è difficile dire quale sia la mia identità nell’arte. Sto cercando me stessa e questa ricerca è continua e sono felice di questo processo».

Kristina Rozhkova, The Bliss of Girlhood, 2021

Quanto conta per te l’importanza dell’apparenza sociale e pubblica?

«Non credo che significhi niente per me. Oppure non vorrei che significasse niente per me».

Il richiamo, il plagio, la riedizione, il ready made dell’iconografia di un’identità legata al passato, al presente e al contemporaneo sono messi costantemente in discussione in una ricerca affannosa di una nuova identificazione del sé, di un nuovo valore di rappresentazione. Qual è il tuo valore di rappresentazione oggi?

«Cerco di non paragonarmi ad altri artisti e di non pensare a molti riferimenti. Non conosco la storia della fotografia, non conosco quasi nessun fotografo, né classico né contemporaneo. Non perché sono snob, perché semplicemente non voglio paragonarmi a nessuno. Credo che il confronto costante e il desiderio di creare arte nuova, senza ripetersi, ostacoli la pratica fotografica.

Mi piace fare riferimento ai fenomeni naturali, alla pittura religiosa, ad alcuni dipinti classici, talvolta al cinema.

Non so se sto creando delle nuove espressioni d’arte, se ciò che creo ha valore, non spetta a me decidere, il tempo lo dirà e chi può vedere vedrà».

Kristina Rozhkova, Untitled, 2021

ll nostro “agire” pubblico, anche con un’opera d’arte, travolge il nostro quotidiano, la nostra vita intima, i nostri sentimenti o, meglio, la riproduzione di tutto ciò che siamo e proviamo ad apparire nei confronti del mondo. Tu ti definisci un’artista agli occhi del mondo?

«Credo di essermi sempre sentita inconsciamente un artista, anche quando non sapevo chi fossi, e anche quando lo reprimevo dentro di me in ogni modo possibile. Penso che anche il mondo sia sempre stato “diverso”.

Ricordo alcuni momenti della mia infanzia, come osservavo piante, scarafaggi, lucertole e girini, questi ricordi, come frammenti, bloccati nel buio. Essere un artista significa essere attento e sensibile al mondo.

Allo stesso tempo, penso decisamente che essere un artista non sia niente di speciale, questo può essere un valore aggiunto per se stessi, ad esempio, come imparare a cucinare la zuppa!».

Kristina Rozhkova, The Bliss of Girlhood, 2021

Quale “identità culturale e pubblica” avresti voluto essere oltre a quella che ti appartiene?

«Oh, è piuttosto doloroso. Vengo dalla Russia e amo la mia cultura. Ma non vorrei ora riferirmi a ciò che sta facendo il mio Paese. Cioè socialmente vorrei separarmi dal mio stato.

Culturalmente mi piacerebbe essere più vicino alla gente dei villaggi. Mi piacerebbe vivere a Chukotka, Kamchatka, Yakutia. Queste sono regioni molto distanti e insolite della Russia. Vorrei essere cacciatore o pescatore, ma nascere in questo ambiente e non visitarlo come un estranea. Vorrei essere portatrice di una cultura selvaggia e rara, ad esempio in Chukotka ci sono ancora i balenieri, gente che caccia le balene per nutrire il proprio villaggio. Lo trovo molto interessante. Mi piacerebbe davvero frequentare per lungo tempo il mare o l’oceano.

Sento quasi ogni giorno che non voglio essere portatrice della cultura urbana a cui appartengo. Potrò andare in un villaggio ma non diventerò un vero portatore di quella cultura. Ci sono anche poche possibilità che io possa mai cacciare le balene in Chukotka!

Ma spero che almeno visiterò Chukotka durante una spedizione».

Kristina Rozhkova, Untitled, 2020
Kristina_Rozhkova, Dacha, 2020

Biografia

Nasce nel 1996 a Perm (Ural), Russia. Nel 2015 è entrata alla Perm State University per conseguire la laurea in Filosofia, dove ha realizzato lavori di ricerca su temi: filosofia dell’arte, filosofia del cinema e l’opera di Walter Benjamin. Si è diplomata all’Accademia d’arte e fotografia documentaria Fotografika di San Pietroburgo nel 2022. Nel 2021 Kristina ha vinto il premio POY Asia 2021 nella categoria Pratiche culturali (Dacia) ed è diventata una dei 20 giovani fotografi nella classifica del British Journal Photography da tenere d’occhio nel 2021.

Kristina Rozhkova, Untitled, 2022

È stata pubblicata su iD-vice, Calvert Journal, Fisheye Magazine e altre pubblicazioni. Nell’estate del 2022, The Zone Zine ha pubblicato il suo libro fotografico di debutto, The Bliss of Girlhood. Inoltre, nell’agosto 2022, Kristina ha pubblicato un’edizione indipendente di carte da gioco, The Russian Erotic Collection.

 

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