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Paris Photo 2024 celebra la grande fotografia, dal Surrealismo alle nuove frontiere
Fotografia
La 27ma edizione di Paris Photo apre le porte al Grand Palais di Parigi con un programma ricco e variegato, che riflette la vitalità e la diversità del mondo della fotografia, con 240 espositori, 195 gallerie, 45 case editrici provenienti da 34 paesi e 1328 artisti, fino al 10 novembre 2024. Nel cuore della navata, 147 gallerie internazionali presentano una larga gamma di esposizioni con 32 mostre personali, 18 duo show, 89 collettive, mentre sotto il titolo di Prismes troviamo sette progetti con serie fotografiche e installazioni d’impatto.
Diretta da Florence Bourgeois, la fiera celebra il centenario del surrealismo, accompagnata da un percorso tematico creato appositamente dal regista e sceneggiatore americano Jim Jarmusch. Il settore Emergence, curato da Anna Planas, accoglie la scena contemporanea con 23 mostre monografiche. Da non perdere la seconda edizione dedicata al digitale, curata da Nina Roehrs, che presenta 15 progetti innovativi che esplorano le frontiere dell’immagine. Il mondo dell’editoria è rappresentato da 45 espositori, segnando anche il ritorno dei libri antichi con 3 rivenditori specializzati.
Tra le novità, il settore Voices che promuove progetti intorno all’archivio, alla scena latino-americana e all’Europa dell’Est e del Nord dopo la guerra, sotto la direzione di tre importanti curatori quali Sonia Voss, Elena Navarro e Azu Nwagbogu. Infine, il percorso Elles × Paris Photo, curato da Raphaëlle Stopin, direttrice del Centro Fotografico Rouen Normandie, rende omaggio alle fotografe celebrando il loro contributo alla foto.
Appena varcata la soglia di Paris Photo, ci si ritrova immersi in un mondo di sguardi, volti, storie impresse nella carta e nella luce con People of the 20th Century, la serie di ritratti di August Sander, uno dei maggiori fotografi del XX Secolo. Il fotografo tedesco ha lavorato a questa serie per decenni con l’obiettivo di rappresentare in modo esauriente la società del suo tempo. Nei 619 ritratti in mostra, Sander esplora con sobrietà e precisione le diverse classi sociali creando uno specchio dei tempi che illustra sia i soggetti che il loro contesto sociale. L’intero progetto, presentato da Julian Sander, pronipote del fotografo, è per la prima volta in Europa e riflette la visione profondamente umanitaria di Sander. Un’installazione che ci introduce alle tante altre bellissime serie che troviamo in questa edizione della fiera.
Si va da Nobody, Composizione #5 (2011-2022, 60 Polaroid, unica) di Andrea Tonellotto presso la Die Mauer di Prato, a David Hockney con Twenty Photographic Pictures (70-75) – l’intero set è a 180 mila dollari – presso la canadese Equinox. Ma anche Totem n. 2 (2023, pannello fronte-retro con 1798 diapositive originali, pezzo unico) The Anonymous Project by Lee Shulman presso la galleria Binome. Inoltre, quest’anno si celebra il 25mo anniversario della serie Common Sense di Martin Parr, un’opera iconica sul consumismo globale, che è stata presentata a Londra nel 1999 come griglia di 350 immagini a colori ed esposta simultaneamente in 52 sedi mondiali. Qui a Paris Photo sono esposte quattro stampe vintage, una sezione della griglia originale e un raro set in scatola delle 350 immagini. Ogni foto è venduta a partire da 650 euro presso la londinese Rocket gallery, che rappresenta l’artista dal 1997.
Tutte foto di ottima qualità anche quando questo medium è autoreferenziale. Ossia? La polacca Monopol presenta, tra le altre, Bluff (bianco e nero, 1975) di Zygmunt Rytka, artista associato alla scena neo-avanguardistica polacca degli anni ’70 e alla scena artistica indipendente degli anni ’80. Qui il fotografo inquadra la scena attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica, portando l’osservatore a identificarsi con chi guarda. Un’immagine autoreferenziale che crea un gioco di specchi tra il fotografo e l’osservatore. La losangelina Luisotti presenta History of Cinema II (bianco e nero, 2024) di Catherine Wagner, che vede un vasto archivio di pellicole cinematografiche, con scaffali che si estendono in profondità, per un’esplorazione della memoria visiva e del cinema. Lo spazio ordinato dei contenitori delle pellicole diventa metafora di una storia visiva infinita che si auto-archivia.
La galleria Lumière des roses ha portato qui un set rarissimo di otto foto anonime del 1967 – già venduto a circa 10mila euro – dal film Blow-up (1966) di Michelangelo Antonioni. Si tratta di foto della campagna promozionale del film realizzate con oggetti di uso quotidiano direttamente collegati al film, fotografati in modalità macro e notevolmente ingranditi. La maggior parte delle fotografie sono state distrutte dopo il lancio del film. Queste immagini, come quelle di Wagner e Rytka, portano a una riflessione sul potere della fotografia e del cinema di auto-riflettersi, rivelando non solo cosa è visto, ma anche come e perché lo guardiamo.
Bella la presenza italiana come la Alberto Damian di Treviso che presenta esclusivamente foto in bianco e nero e di italiani, si va da Franco Zecchin, Marialba Russo, Giovanna Borgese, a Letizia Battaglia. Di quest’ultima troviamo New Year’s Eve at Villa Airoldi (Palermo, 1985) che è stata scelta da Jim Jarmusch, mentre Funeral for the mayor Vito Lipari, of the Christian Democratic party, killed by the Mafia (Castelvetrano, 1980) fa parte del percorso Elles × Paris Photo.
La napoletana Spot porta qui una serie di Anders Petersen, dove il noto fotografo svedese ci parla del suo rapporto con Napoli, attraverso magnifici ritratti di persone, restituti con tagli verticali e in bianco e nero, in cui traspare una relazione unica tra il soggetto e il fotografo. Le sue foto sono vendute ognuna a 5.500 o a 4.500 euro, a seconda delle dimensioni. La Ncontemporary di Venezia è qui con Jonny Briggs, Alix Marie e anche Silvia Rosi di cui abbiamo parlato già diverse volte. Rosi è qui con interessanti foto, tra cui alcune fanno parte della nuova serie Disintegrata presentata in una mostra personale presso la Collezione Maramotti.
Imperdibile il solo show Distillé 1976-2024 di Hiroshi Sugimoto presso la Fraenkel di San Francisco, belle le foto di Fred Herzog presso la Equinox, che troviamo ancha a 16mila o a 22mila dollari, o le intriganti foto astratte di Niko Luoma presso la berlinese Persons Projects. L’artista filandese usa un processo fotografico assai complesso in cui reindirizza, tra l’altro, la luce attraverso una serie di lenti a colori, per esprimere un pensiero concettuale restituito da colori fantasmagorici. La Lunn & Boogie Woogie Photography, presso il settore Emergence, propone un solo show di Takeshi Shikama per un’immersione contemplativa nei notturni di una fantastica e misteriosa natura. Le sue opere oscillano tra 2700 e 14.000 euro. Nella sezione Voices, la Vermelho di San Paolo, porta i lavori della celebre fotografa Claudia Andujar, tra lo sperimentalismo restuito dalla serie A Sônia (circa 1971) o le fantastiche foto sugli Yanomami, un’etnia amazzonica, in cui qui denuncia il genocidio avvenuto nelle loro proprie terre.
La fiera Paris Photo offre una straordinaria varietà di fotografie, ognuna unica e diversa dalle altre, realizzate con tecniche tradizionali e nuove, talvolta persino inaspettate, che danno vita a un’incredibile ricchezza visiva. In questa cascata di immagini di altissima qualità ci ritroviamo immersi in un viaggio visivo che sfida il nostro sguardo e la capacità di interpretare il mondo. A Parigi, questa settimana continua a svelare un’infinità di eventi imperdibili intorno all’ottava arte come la tredicesima edizione del Festival Photo Saint Germain e la quinta di Photo Days.