Paris Photo, la fiera leader mondiale dedicata alla fotografia, lancia la sua 24esima edizione con 148 gallerie francesi e internazionali, 30 editori e librai provenienti da 29 paesi, al Grand Palais Ephémère fino al 14 novembre. Diretta da Florence Bourgeois, la fiera apre la seconda edizione di parisphoto.viewingrooms.com, con 165 gallerie di cui 16 esclusivamente online, fino al 17 novembre. Eclettica e disinibita Paris Photo offre una visione capillare e variegata della fotografia, dove la vintage si confronta con quella contemporanea, che va ben oltre i limiti del supporto tradizionale, sorprendendo e non poco. Sotto i riflettori ci sono foto d’autore e non solo, fotogiornalismo, paesaggi, ritratti, video, a colori e in bianco e nero, con prezzi per ogni tasca: la proposta è di qualità ma diffcile da inglobare in un solo tour.
Si comincia con la galleria newyorchese Bruce Silverstein e la bellissima foto Martha Graham, American Document (Trio) (1938) di Barbara Morgan, effìgie della fiera, questa rimanda agli albori della danza moderna, vedi anche a Merce Cunnigham. Sono 863 gli artisti esposti di cui 32% donne contro il 20% del 2018, quando nacque il percorso Elles x Paris Photo, creato per valorizzare le fotografe presso collezionisti e istituzioni. Curato quest’anno da Nathalie Herschdorfer, direttrice del Museo di Belle Arti di Le Locle in Svizzera, questo percorso porta le fotografe selezionate anche sul sito Ellesxparisphoto.com. In questo percorso da non perdere il solo show di Joana Choumali presso la Loft Art di Casablanca che si concentra su lavori che esplorano le questioni di identità e la diversità delle culture africane. Premio Pictet per la fotografia nel 2019 con Ça va Aller, la fotografa ivoriana presenta qui la serie Alba’hian, che in lingua Agni significa alba. Ogni mattina Joana si sveglia presto per cogliere con i suoi scatti ricchi di umanità paesaggi, edifici, oggetti e gente, che stampa poi su tela e che arricchisce con ricami coloratissimi e scintillanti. Il suo lavoro è talmente particolare che è stata recentemente chiamata a parlare della sua tecnica presso la Harvard University.
Sono 17 i solo shows, come quello di Cy Twombly presso la Gagosian, Paolo Ventura presso la parigina Galerie XII, Herbert List dalla Karsten Greve, Omar Victor Diop dalla Magnin-A o Gottfried Jäger presso la newyorchese Sous les Etoiles. La foto astratta è qui rara a eccezione di questa galleria di New York che porta diversi lavori di Jäger, il fondatore della fotografia generativa. Classe 1937, l’artista tedesco cerca un nuovo mondo all’interno della fotocamera per farlo emergere attraverso un metodo analitico. Ricordiamo che ha inoltre partecipato a mostre, tra le più iconiche degli anni ’60, quali Computer Art come “Experiments in Art and Technology” (1968) al Brooklyn Museum di New York. Interessanti i progetti artistici della Podbielski (Milano) che mettono in auge le questioni ambientali, di Valeria Bella (Milano) che porta diversi nomi noti della creatività italiana, quali Gabriele Basilico o Luigi Ghirri, o della Die Mauer di Prato con un focus sulla foto in bianco e nero. Molte le collettive nel settore principale, vedi quello che include i ritratti in posa a colori di Justine Tjallinks presso l’olandese Kahmann Gallery. I suoi lavori sorprendono per l’estetica, quasi maniacale, nonché per i costumi o lo sguardo etereo dei modelli ritratti. Clin d’oeil ai maestri pittori dall’età dell’oro ai pittori magici realistici del XX secolo, l’artista ritrae la diversità per parlarci della bellezza dell’unicità degli individui. A quale stato del mondo vogliamo tornare? È la domanda che la curatrice Andrea Giunta esplora attraverso opere di diversi artisti come Liliana Maresca & Marcos López presentati dalla galleria Rolf Art di Buenos Aires. Un focus su lavori realizzati prima della crisi sanitaria, che affrontano temi come le differenze radicali nella distribuzione della ricchezza per uno sguardo post-lockdown. Originali le proposte di due gallerie barcellonesi quali la RocioSantacruz e ADN. La prima porta qui il movimento artistico Fotoclubismo: Brazilian Modernist Photography, 1946-1964, in mostra al MoMA fino a settembre scorso. Si tratta di un gruppo di fotografi dilettanti, ossia del Foto-Cine Clube Bandeirante (FCCB) di San Paolo, che incarna l’originalità della cultura brasiliana del dopoguerra. I loro lavori non s’ispirano più a una fotografia di eredità tradizionale e coloniale ma guardano alla modernizzazione del paese, come la costruzione della nuova capitale del paese, Brasilia e al suo architetto di riferimento Oscar Niemeyer.
La galleria ADN, che propone da sempre progetti che sfidano i mezzi classici di produzione e si concentrano su temi politici, presenta “No? Future!” ossia le foto più iconiche di Jordi Colomer, Womankind un progetto di María María Acha-Kutscher intorno a immagini d’archivio, infine due opere di Carlos Aires stampate su supporti inaspettati quali piatti di porcellana e banconote del mondo. Curiosa, percorso dedicato alla creazione emergente, accoglie una selezione di 15 progetti a cura di Shoair Mavlian, direttrice di Photoworks, una piattaforma internazionale che offre nuovi modi di intendere la fotografia e crea occasioni di incontro per artisti e pubblico. Energica e anticonformista, la proposta di Curiosa vede AnaMary Bilbao, artista portoghese con il progetto J’ai rêvé d’une fleur qui ne mourrait jamais, Karen Miranda-Rivadeneira con The Media Series presso la newyorchese Miyako Yoshinaga, e la serie Imaginary Trip II (2018) di Gisette Lubondo presso la galleria Angalia, specializzata in Arte Contemporanea del Congo-Kinshasa (RDC). Classe 1993 a Kinshasa, dove vive e lavora, l’artista ci invita a viaggiare attraverso luoghi abbandonati che riprendono vita grazie a viaggiatori immaginari. In programma anche i PhotoBook Awards che celebrano il contributo del fotolibro alla narrativa della fotografia, nonché diverse conferenze, eventi speciali, film presso Silencio des Prés, oltre 300 incontri e firme di autori. Assicurata la visita di 118 comitati di acquisizione di musei internazionali come Camera, Centro Italiano per la Fotografia di Torino, il LACMA, Los Angeles, il FOAM di Amsterdam, il Museo Reina Sofia Madrid o il MAXXI di Roma. Un primo tour che ha già visto molti bollini rossi accanto a fotografie di nomi illustri come di artisti emergenti.
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