Categorie: Fotografia

Peter Lindbergh in mostra all’Armani/Silos di Milano

di - 2 Marzo 2020
In occasione della settimana della moda di Milano, negli spazi di Armani/Silos ha inaugurato la nuova mostra dedicata al lavoro del fotografo di moda Peter Lindbergh, scomparso lo scorso settembre, a 74 anni.
Jake Gyllenhaal, New York, 2019 © Peter Lindbergh
Intitolata Heimat. A Sense of Belonging, la mostra ospita una selezione di scatti, tra cui alcuni inediti, che ripercorrono i vari decenni del lavoro del fotografo. La sua idea di spazio e di bellezza, la sua estetica inconfondibile e le sue fonti di ispirazione si svelano in un viaggio che va oltre l’idea della fotografia di moda: si parte dai ritratti di The Naked Truth, si prosegue con le possenti atmosfere di Heimat, che in tedesco significa casa, intesa come luogo del cuore, il luogo a cui si appartiene. Per Lindbergh, Heimat é Duisburg, dove è cresciuto, a pochi chilometri da Dusseldorf. Fabbriche, nebbia, acciaio e tante altre sfumature di grigio: l’estetica della Berlino degli anni ’20 ha lasciato un’indelebile impronta nel suo lavoro. Attraverso il filtro di uno sguardo pieno di umanità, tali spunti hanno generato un senso di cruda bellezza che connota l’intera opera del fotografo. Il percorso espositivo si conclude con le immagini di The Modern Heroine.
Berlin, 1996 © Peter Lindbergh
Duisburg, Germany, 1984 © Peter Lindbergh
«Ho sempre ammirato Peter per la coerenza e l’intensità del suo lavoro. Essere senza tempo è una qualità a cui aspiro personalmente, e che Peter sicuramente possedeva. Con questa mostra all’Armani/Silos voglio rendere omaggio a un compagno di lavoro meraviglioso il cui amore per la bellezza rappresenta un contributo indelebile per la nostra cultura, non soltanto per la moda.» ha affermato Giorgio Armani.

Curata personalmente da Giorgio Armani in collaborazione con la Fondazione Peter Lindbergh, la mostra evidenzia le straordinarie affinità tra due figure visionarie. Giorgio Armani e Peter Lindbergh hanno condiviso valori che hanno permeato tutta la loro estetica e hanno dato vita a una stretta collaborazione iniziata negli anni Ottanta e proseguita nel corso delle rispettive carriere.

Isabella Rossellini, New York, 1997 © Peter Lindbergh

Peter Lindbergh, la biografia

Peter Lindbergh (1944-2019) nasce a Leszno, in Polonia, e trascorre l’infanzia a Duisburg (Renania Settentrionale-Vestfalia). Studia belle arti a Berlino e pittura a Krefeld, rivolgendo il suo interesse alla fotografia dopo essersi trasferito a Düsseldorf nel 1971. Entrato a far parte della famiglia della rivista Stern insieme a leggende della fotografia come Helmut Newton, Guy Bourdin e Hans Feurer, si trasferisce a Parigi nel 1978 per proseguire la carriera. In poco tempo Lindbergh introduce una forma di nuovo realismo, dando priorità all’anima e alla personalità dei suoi soggetti, modificando così in modo definitivo gli standard della fotografia di moda, e allontanandosi dagli stereotipi riguardanti età e bellezza. Il suo lavoro è conosciuto soprattutto per i ritratti semplici e rivelatori, e per le forti influenze esercitate su di esso dal cinema tedesco e dall’ambiente industriale della sua infanzia.

Dalla fine degli anni Settanta, Peter Lindbergh ha collaborato con prestigiose riviste, tra cui l’edizione americana e italiana di Vogue, Rolling Stone, Vanity Fair, l’edizione americana di Harper’s Bazaar, Wall Street Journal Magazine, Visionaire, Interview e W. Ha realizzato le foto di tre calendari Pirelli, rispettivamente nel 1996, 2002 e 2017, e i suoi lavori sono presenti nelle collezioni permanenti del Victoria & Albert Museum (Londra), del Centre Pompidou (Parigi), del MoMA PS1 (New York).

Charlotte Rampling, Paris, 1987 © Peter Lindbergh

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