Fino al 4 giugno 2023, da Camera, a Torino, è possibile visitare la mostra antologica dedicata all’opera di Eve Arnold. Curata da Monica Poggi e realizzata in collaborazione con Magnum Photos, l’esposizione ripercorre il lavoro di Arnold dagli anni ‘50 agli anni ‘80, con circa 170 fotografie tra scatti in bianco e nero e a colori, di cui molte inedite. Al corpus fotografico si aggiunge poi un’ampia documentazione che testimonia l’importanza del suo percorso come fotografa e come donna. La mostra è allestita inoltre secondo un percorso attento al tema dell’accessibilità, con tanto di supporto tattile per le persone ipovedenti.
Sono comprese immagini iconiche tratte sia dai suoi reportage, sia dalle foto di scena e non che ritraggono personaggi del mondo del cinema e dello spettacolo. Famosissime le immagini di Marilyn Monroe, che chiese personalmente alla Arnold di essere fotografata da lei dopo aver visto i suoi scatti di Joan Crawford, ma anche i ritratti di Marlene Dietrich e Orson Welles; fino a quelli di Malcolm X, che le permise di seguirlo nel corso di alcuni comizi ed eventi immortalandolo in immagini rimaste impresse nella memoria storica collettiva.
Tra i reportage il primo in ordine cronologico rende conto di una sfilata di moda svoltasi negli anni cinquanta nella zona di Harlem a New York. Il lavoro, che si caratterizza per la sua intensità espressiva e precisione formale, la rese famosa e richiesta come fotografa fin dall’inizio della sua carriera. Ma sono notevoli anche molti altri esempi, tra cui risaltano le fotografie realizzate nel reparto di ginecologia di un ospedale, che indagano i momenti della nascita e dell’esperienza del parto con uno sguardo che solo una donna poteva rendere insieme così concreto, reale e pieno.
Nata nel 1912 a New York da una famiglia di ebrei russi, Eve Arnold fotografò per tutta la sua vita, fino a spegnersi quasi centenaria, nel 2012. Non è banale né scontato dire che il suo lavoro ha al centro la donna e la femminilità, non soltanto perché chi fotografa è di genere femminile, ma anche e soprattutto per i soggetti femminili, scelti tanto tra iconiche dive del cinema e personaggi non noti, letteralmente tratti dalla vita e dall’esperienza quotidiana. Le donne, negli scatti di Arnold, sono rese attraverso uno sguardo femminile in un modo sempre assolutamente distante da ogni cliché e stereotipo che così spesso imprigionano l’immagine che si ha di loro.Sono donne reali, complete nella loro sapienza, arte e sensualità.
L’idea dello sguardo femminile sulle donne, reso in maniera plastica dal percorso espositivo di questa mostra, è certo un aspetto decisamente attuale e denso di significato. Quello di Arnold, in particolare, è uno sguardo emancipativo, mai scontato, sempre volto a far emergere la personalità dei soggetti ritratti in un modo sincero e vitale, all’interno di una cornice estetica precisa e di una tecnica sapiente, che rende ogni immagine perfetta testimonianza di vite piene, intessute di energia e coraggio.
Un’immagine in particolare colpisce, forse più di altre, lo spettatore più attento. È quella di una giovane ragazza afghana intenta nella lettura e nello studio di un libro. La testa avvolta nel velo, la ragazza è seduta presumibilmente ad un banco di scuola, è intenta a sfogliare un libro davanti a sé e, forse per meglio concentrarsi, con un gesto spontaneo e comune a molti, stringe tra le labbra la matita con cui forse sta prendendo appunti. Curiosamente, il volto incorniciato dal velo, il libro aperto di fronte alla giovane donna, la gestualità nel suo complesso, con una rilettura insieme ironica e pregnante, rimandano all’iconografia classica dell’Annunciata di Antonello da Messina (1475-76, conservata alla Galleria Regionale di Palazzo Abatello a Palermo). Ma, nello stesso tempo, la consapevolezza del contesto e del soggetto acquistano all’immagine una forza dirompente e attualissima, soprattutto alla luce dei fatti recentissimi e drammatici che impegnano le cronache di questi nostri giorni tra Afghanistan e Iran. La fotografia si fa così testimonianza di un percorso emancipativo, di autentica liberazione, che nulla può arrestare.
Forse solo lo sguardo di una donna può liberare un’altra donna, quando è capace di cogliere quegli aspetti personali e collettivi, insieme vividi vivaci, che sfuggono agli occhi banali, velati dagli stereotipi consueti. L’opera di Eve Arnold è allora una gioiosa ma attenta e precisa testimonianza di vite coraggiose e intensamente vissute, di personalità ricche di storie da raccontare, piene di energia e di bellezza. La mostra a lei dedicata è un appuntamento che gli amanti della fotografia non possono mancare.
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