Dal 18 settembre, a Londra, presso la David Hill Gallery, è aperta al pubblico la mostra Tête à Têtes, incentrata sul ritratto dell’Africa Occidentale. Dall’Indipendenza fino al ventunesimo secolo la mostra presenta il lavoro di alcuni dei fotografi più importanti e influenti dell’Africa Occidentale, fra cui Sanlé Sory, Rachidi Bissiriou, Malik Sidibé e Leonce Raphael Agbodjélou.
Curata da Carrie Scott in collaborazione con David Hill, l’esposizione celebrala nuova luce sotto cui vediamo l’Africa Occidentale nel contesto post-coloniale. Il percorso infatti parte dal 1957, anno dell’indipendenza del Ghanda, il primo paese nell’intera regione che ha dato vita al processo di decolonizzazione: in questi anni la fotografia, prima considerata uno strumento meramente burocratico, da vedere con sospetto, inizia a diventare un importante strumento di testimonianza ancor prima utilizzato come strumento giornalistico.
L’ottimismo che contraddistingue questo periodo aiuta la diffusione di una fotografia che immortala lo spirito del tempo durante il processo di fusione culturale. Si assiste così all’imposizione di nuove identità ed obiettivi della società post coloniale.
Il ritratto è al centro di questa esposizione: status e prestigio vengono associati ai protagonisti di questi ritratti all’interno della comunità. Dalle fotografie di questo periodo è possibile assimilare una dimensione metropolitana, cosmopolita e vivace, quasi contagiosa: i personaggi sono ritratti nei loro panni migliori, vogliono essere visti sotto una nuova luce.
La storia della David Hill Gallery è legata sin dal 2017 al Africa Occidentale: in questo anno fu la prima galleria a presentare i lavori di Ibrahima Sanlé Sory, primo fotografo africano esposto in un museo americano, l’Art Institute of Chigago, nel 2018.
Avendo iniziato la sua carriera nel 1960 quando il Burkina Faso, suo paese d’origine, ottenne l’indipendenza, Sory cattura l’esuberanza dei giovani africani immersi in una dimensione nuova e fresca. Nuovi stili di musica e danza segnano infatti il primo decennio dell’indipendenza africana.
La David Hill Gallery prende sotto la sua ala anche altri fotografi presenti in questa mostra: Rachidi Bissirou, Malick Sidibé e Leonce Raphael Agbodjélou.
Le fotografie di Rachidi Bissirou non erano mai state mostrate al di fuori del Benin dove aprì il suo studio nel 1968. La sua opera è caratterizzata da ritratti dove vengono mostrati gli abitanti di un villaggio nel distretto di Oguidigbo che mostrano il nuovo volto dell’Africa post-coloniale.
Le fotografie di Agbodjélou hanno come soggetti la vita da strada, amici, famiglia e clienti del suo studio. Concentrando la sua opera su come le origini africane possano svolgere un compito fondamentale nella narrazione contro culturale.
Il percorso di questo fotografo lo ha portato a scattare la campagna pubblicitaria della SS 2020 per Louis Vuitton chiamato dal direttore artistico della casa di moda francese Virgil Abloh.
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…
Si intitola “Lee and LEE” e avrà luogo a gennaio in New Bond Street, negli spazi londinesi della casa d’aste.…
Un'artista tanto delicata nei modi, quanto sicura del proprio modo d'intendere la pittura. Floss arriva a Genova in tutte le…
10 Corso Como continua il suo focus sui creativi dell'arte, del design e della moda con "Andrea Branzi. Civilizations without…
Tra progetti ad alta quota e una mostra diffusa di Maurizio Cattelan, il programma del 2025 della Gamec si estenderà…
Lo spazio extra del museo MAXXI di Roma ospita un progetto espositivo che celebra la storia della Nutella, icona del…