Nell’ambito del palinsesto 2021 “I talenti delle donne”, il Mudec presenta al pubblico la retrospettiva “Tina Modotti. Donne, Messico e Libertà”, visitabile fino al 7 novembre 2021. La mostra – curata da Biba Giacchetti – è promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore, in collaborazione con SUDEST57 e il Comitato Tina Modotti di Udine.
Una figura affascinante quella di Tina Modotti, nata a Udine ma emigrata giovanissima negli Stati Uniti; un’anima vagabonda che la porterà a viaggiare per il Messico, Russia e Spagna inseguendo quegli ideali di libertà e impegno civile che caratterizzeranno la sua breve vita.
Bella, anzi bellissima, inizia la sua carriera come attrice, sfruttando la sua avvenenza per sfuggire alla fame e alla miseria. Ma la recitazione non soddisfa il suo costante desiderio di imparare, conoscere e approfondire le sue doti artistiche, che va raffinando grazie alle sue frequentazioni: prima con il pittore Robo, e in seguito con il famoso fotografo Edward Weston .
Ed è proprio grazie a Weston che Tina perfeziona la tecnica fotografica, regalando alle immagini un’impronta personale e realista: con la sua amata Graflex immortala donne messicane immerse nella vita quotidiana, bambini per la strada, persone vere che trasudano umanità e verità.
In esposizione presso il Mudec ecco quindi un centinaio di fotografie, stampe ai sali d’argento risalenti agli anni Settanta ricavate dai negativi della Modotti, lettere e documenti conservati dalla sorella Jolanda e suggestivi video che trascinano il visitatore dentro un vortice di emozioni uniche, “surreali”, ma nello stesso tempo fortemente ancorate alla realtà.
Ecco che ritorna il concetto di realtà e di verità nell’arte di Tina: noto il suo attivismo politico e la vicinanza verso gli “ultimi”, i dimenticati, i poveri. Il glamour hollywoodiano viene ben presto sostituito da ideali rivoluzionari permeati da una forte coscienza civile. Non accetta compromessi, la sua poliedricità artistica è sconfinata. Verrà accusata di connivenza nell’assassinio del suo amato compagno di vita, il giornalista cubano Mella; cacciata dal Messico diventa rifugiata politica in Germania, in Russia e in Spagna, dove prende parte attivamente conflitto iberico prestando soccorso alle vittime .
Al termine del conflitto ritorna in Messico, logorata sia nel fisico che nella mente, vivendo i suoi ultimi anni accanto a Vittorio Vidali, politico e antifascista italiano, suo ultimo grande amore. Tina la pasionaria muore in esilio in terra messicana ad appena 46 anni, senza avere occasione di ritornare nel suo amato paese natale, Udine. Picasso, il poeta spagnolo Rafael Alberti e soprattutto Pablo Neruda -che le dedicò una struggente poesia – “Tina Modotti è morta” – resero omaggio alla genialità, all’estro, alla forza combattiva di questa grande donna italiana.
La riscoperta della Modotti avviene negli anni 70 grazie al compagno Vidali che, una volta rientrato in Italia e diventato senatore, rende pubblico il corpus delle opere della fotografa: la sua vita sopra le righe, passionale e appassionata può finalmente essere conosciuta da tutti.
Oggi Tina Modotti è universalmente riconosciuta come una delle artiste più importanti del ‘900 e le sue fotografie si possono ammirare nei musei e nelle collezioni d’arte di tutto il mondo.
E a proposito della fama universale di questa fotografa versatile, in mostra si trova un suo scatto (Prospettiva con fili elettrici, 1925) il cui originale è stato battuto all’asta due anni fa a New York per un valore di 616mila euro.
Le sue immagini di forte impatto emotivo si incollano alla memoria dell’osservatore senza abbandonarlo più. Un’icona moderna, dall’attitudine contemporanea, ricca di umanità ed empatia verso gli altri.
Tina è Libertà. Tina è Forza. Tina è Donna.
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