Il 16 novembre 2023 ha segnato l’inizio dell’ottava edizione del PhotoVogue Festival a Milano, il primo festival di fotografia di moda consapevole. L’evento si svolgerà presso l’hub creativo BASE Milano fino al 19 novembre 2023 e presenta mostre, eventi satellite nelle gallerie della città e un simposio di tre giorni focalizzato sull’impatto dell’AI Intelligenza Artificiale sulla vita umana e sulla creazione di immagini.
Guidato da Alessia Glaviano, Head of Global PhotoVogue, il festival coinvolge professionisti come Chiara Bardelli Nonino, Daniel Rodríguez Gordillo, Caterina De Biasio e Francesca Marani e si distingue per affrontare temi etici ed estetici cruciali, da prospettive femminili all’inclusività e mascolinità. Quest’anno, approfondisce l’ubiquità delle immagini e l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla nostra esistenza e creatività, coinvolgendo esperti e opinion leader in un simposio di incontri della durata di tre giorni. Gli argomenti affrontati includono aspetti giuridici, diritti d’autore, pregiudizi e minacce al valore documentale delle fotografie. I dibattiti si estendono a questioni filosofiche sulla natura umana, esplorando la creatività che emerge quando l’arte supera le restrizioni della realtà. Le informazioni circa le tavole rotonde vengono rese disponibili sulla piattaforma PhotoVogue.
Il PhotoVogue Festival di quest’anno presenta diverse mostre che esplorano il concetto di bellezza e l’impatto dell’intelligenza artificiale sull’arte visiva, promuovendo la diversità artistica a livello internazionale. La mostra principale, What is Beauty?, accoglie opere di 40 artisti internazionali, selezionati per sfidare le convenzioni tradizionali di bellezza e riflettere sui cambiamenti culturali in corso. What is Beauty / AI presenta 13 artisti i cui lavori generati dall’intelligenza artificiale esplorano la fusione tra tecnologia e creatività umana.
Uncanny Atlas: Image in the Age of AI, curata da Chiara Bardelli Nonino, si concentra sul modo in cui l’intelligenza artificiale sta influenzando la produzione di immagini e la percezione della realtà. La mostra si propone di mappare questo nuovo mondo attraverso un’indagine sul ruolo delle AI nella fotografia contemporanea.
Eternal Loops, a cura di Alejandro Cartagena, esplora l’archivio globale della percezione umana standardizzato dalla creazione di immagini da parte di macchine e umani. 13 artisti presentano opere video che giocano con la familiarità e l’innovazione, trasformando ciò che era noto in qualcosa di nuovo. Spanish Women: A Contemporary Portrait of Strength and Beauty è il risultato della prima Open Call di PhotoVogue in Spagna, in collaborazione con PHotoESPAÑA. La mostra sfida le norme convenzionali attraverso nuove narrazioni visive, evidenziando l’inclusività e la diversità.
Parallelamente al festival, una serie di spazi e gallerie ospiteranno mostre ed esposizioni, a rendere il weekend ancora più entusiasmante e interessante:
In una mostra che presenta le opere degli artisti Elena Aya Bundurakis, Mark Dorf, Daniele Marzorati e Marit Wolters, si esplora la dicotomia tra Artificiale e Naturale, un concetto chiave nello sviluppo della tecnologia e della filosofia. Questa dicotomia si riflette nelle teorie contemporanee sulla computabilità, distinguendo ciò che è computabile da ciò che non lo è.
I quattro artisti, con background diversi, conducono una rigorosa ricerca artistica che sfrutta strumenti digitali e analogici come base della loro pratica. Mark Dorf utilizza la fotografia, i digital media e la scultura per esplorare l’influenza dell’età dell’informazione sull’abitare contemporaneo. Elena Aya Bundurakis considera la fotografia come un sensore di percezioni, portando gli spettatori alle origini dell’elemento vitale. Daniele Marzorati concentra la sua ricerca sugli oggetti e sugli elementi, sfruttando il concetto di spostamento sulla pellicola. Marit Wolters interpreta la scultura come una ricerca sui materiali e sui luoghi, esplorando la transitorietà dell’esperienza attraverso la impermanenza del materiale.
La mostra riflette anche sul concetto di “automation bias”, il pregiudizio che attribuisce maggiore affidabilità alle informazioni provenienti da software o sistemi automatizzati rispetto alle nostre esperienze personali. Gli artisti si interrogano sulla posizione di oggettività che la ricerca scientifica e la fotografia possono garantire in un mondo completamente plasmato dalle necessità umane.
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