-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Se è vero che “l’arte salverà il mondo”, Made in Tomorrow ha deciso di condividere il lavoro svolto fino ad oggi rendendolo pubblico e godibile da tutti. Ha realizzato sul canale YouTube @madeintomorrowoff un tour on line di mostre fotografiche, ospitate nelle settimane scorse in spazi espositivi ormai non accessibili a causa dell’emergenza sanitaria. Questo lavoro nasce senza progettazione, da casa, con la volontà di continuare a raccontare le mille storie che si nascondono dietro un’immagine e di renderle disponibili a chiunque ne volesse beneficiare.
L’incontenibile energia dell’arte
Abbiamo chiesto ad Andrea Dezzi, CEO di Made inTomorrow, cosa si prova sapendo che una mostra pensata e allestita con cuore, testa e risorse economiche è inesorabilmente deserta, chiusa al pubblico per le note vicende epidemiologiche.
«Una grande energia inespressa che ti preme dall’interno. Mi spiego meglio, Il mondo dell’artista e il mondo del visitatore devono entrare in contatto e il medium è il curatore. Se questo contatto non avviene non scatta la magia. Ora per far questo il curatore cerca di introiettare dentro di sé tutti gli elementi rilevanti di questi due mondi e li trasforma in una energia che deve essere “scaricata” all’esterno, ovvero ai visitatori sperando di generare una reazione a catena.
Questa volta non è successo, la chiusura forzata delle mostre ci ha lasciato l’energia dentro e l’impellenza di trasmetterla si è fatta urgente. E così, vincendo qualche timidezza, ho provato a raccontare alcune delle opere delle nostre mostre. Una fotocamera, un computer, un telo verde e una manciata di programmini hanno fatto il resto.
Certo è una goccia nel mare dei contenuti che stanno inondando la rete, ma niente ipocrisia, lo scopo è dichiaratamente egoistico: liberarci dall’energia creativa inespressa. E sperare che vi colpisca», ha spiegato Dezzi.
Sul canale youtube @madeintomorrowoff si potranno trovare approfondimenti, curiosità e aneddoti legati uno all’altro dalla forza della fotografia. Al progetto di Made in Tomorrow hanno collaborato la Marcello Geppetti Media Company, dolceVita Gallery e lo spazio espositivo That’s Hall. La prima parte di queste video visite si è occupata della rassegna “Non desideriamo tutto ma desideriamo tutti” di Marcello Geppetti realizzata in occasione di “Roma Fotografia 2020” dedicata quest’anno all’Eros.
Non desideriamo tutto ma desideriamo tutti: il racconto della mostra
La mostra racconta quasi due decenni di storia italiana, dal 1963 alla fine degli anni Settanta. Sono anni di ribellione questi, di forza, di cambiamenti e svolte storiche; anni in cui l’Occidente vede barcollare i valori dell’immediato dopoguerra sotto i colpi di una nuova generazione numerosa e per la prima volta nella storia non decimata da una guerra. Fame e povertà si ritraggono e altri bisogni emergono, una nuova visione del mondo chiede di uscire dai vincoli della famiglia patriarcale, della politica, della chiesa e di una legislazione inadatta al nuovo mondo. Tutto è in discussione e tutto sembra possibile. Persino in un’Italia al centro degli equilibri della guerra fredda. Anni in cui finalmente tutti cominciano a desiderare, se non tutto, almeno qualcosa.
Il viaggio parte dal 1962 mentre sfuma gradualmente l’entusiasmo legato agli anni della Dolce Vita e si accendono i tumulti nei cuori dei più giovani. Le visite dei presidenti degli Stati Uniti in Italia vengono accolte con entusiasmo: già nel 1963 J.F. Kennedy viene circondato dalla folla a Napoli; nel 1967 Robert Kennedy a passeggio fra le strade del centro di Roma conversa a tu per tu con dei giovani; nel 1969 Nixon è osannato e portato in spalla dai cittadini romani.
Il cinema e la musica sono sempre grandi protagonisti e interpreti di queste vicende e mutamenti sociali e culturali, e gli scatti di Marcello Geppetti ne sanno raccontare molti aspetti. Sono Jimi Hendrix, i Beatles, i Rolling Stones, Andy Warhol e i Velvet Underground, i grandi Festival Pop e Rock a segnare il passaggio fra i Sessanta e i Settanta.
A Roma non basteranno le danze scatenate nel neonato Piper (1965) di Via Tagliamento a placare gli animi dei ragazzi. Arriverà quel 1° marzo 1968, con i suoi scontri a Valle Giulia, a cambiare le carte in tavola e a relegare in secondo piano la leggerezza del periodo precedente. Il desiderio estremo, perseguito da alcuni, di cambiare la società a qualsiasi costo e a qualsiasi prezzo aprirà i cosiddetti “Anni di piombo”. Un climax di violenze porterà fino al 9 marzo 1978, giorno del rapimento di Aldo Moro e dell’uccisione della sua scorta. Uno spartiacque incolmabile, ancora oggi pieno di interrogativi.
Eppure, anche in quegli anni l’amore, le arti e la tecnica, l’etica e la scienza continuarono a coltivare il desiderio di un mondo migliore. Perché desiderare è un marcatore dell’umanità e come questa è pieno di contraddizioni.
Tutto questo e molto altro lo potrete trovare sul canale ufficiale YouTube di Made in Tomorrow.